[nov 23] Omelia – Solennità di Cristo Re: 50esimo di sacerdozio di don Mario Alessio

23-11-2025

Rustega, 23 novembre 2025.

Caro sig. Parroco, don Carraro Cristiano, cari sacerdoti salesiani, sono felice di essere in questa comunità che ho avuto la gioia di visitare altre volte perché è la parrocchia di mia nonna, Alessio Elvira, e dei parenti di don Mario Alessio che oggi festeggia i suoi 50 anni di sacerdozio nella Congregazione Salesiana. Caro don Cristiano ti ringraziamo per averci accolti con affetto in questa grande solennità di Cristo Re, consentendo a questa meravigliosa parrocchia, della quale tu sei responsabile, di onorare don Mario, originario di Rustega. Qui egli è stato battezzato e più volte ha celebrato la santa Messa, anche in occasione delle esequie dei suoi cari, compreso il fratello Adriano, storico sacrista di questa parrocchia.

Credo che la celebrazione dei 50.anni di sacerdozio di don Mario si inserisca molto bene, in maniera opportuna e appropriata, nella giornata per il Seminario. E così siamo subito sollecitati a riflettere su una urgenza delle nostre comunità cristiane. Oggi, purtroppo, le vocazioni sacerdotali sono abbastanza rare. Esse sono un dono prezioso del Signore che invia operai nella sua messe. Ma se il Signore è generoso va detto che non sempre nelle nostre comunità, per varie ragioni, abbiamo persone disponibili all’accompagnamento spirituale. Celebrare, pertanto, il cinquantesimo di sacerdozio di don Mario ci induce a riflettere sulla necessità di pregare incessantemente il Signore Gesù perché invii operai nella sua vigna ma anche sull’impegno costante, specie per noi presbiteri, di dedicarci all’ascolto dei giovani. Cosa che anche tu don Mario hai fatto, con cura e dedizione, con la tua mitezza e la bontà, nei tuoi anni di ministero presbiterale più attivo, specie mediante il sacramento della riconciliazione. Don Bosco, padre e maestro della gioventù, nostro Fondatore, aveva una particolare attitudine nel cogliere nei giovani, che ospitava nelle sue case e nei suoi oratori, quell’inclinazione che li orientava a donarsi al Signore Gesù, per amarlo e per farlo conoscere ai propri amici. Basti ricordare san Domenico Savio, capolavoro del metodo pedagogico del santo piemontese. Un giovane santo che ha più di un tratto somigliante con san Carlo Acutis, alla cui canonizzazione abbiamo assistito qualche mese fa.  Don Bosco innamorava i suoi giovani nei confronti di Gesù ed essi diventavano apostoli, suoi solerti collaboratori nel portare altri giovani a Gesù. Don Bosco lavorava per i giovani poveri, li educava e li preparava professionalmente affinché potessero superare la loro situazione di marginalità, divenendo nella società protagonisti nel bene.

Oggi, solennità di Cristo Re siamo chiamati a contemplare e a vivere l’Amore che il Figlio di Dio ha vissuto in pienezza, salendo sulla Croce, insegnandoci una regalità, non come quella dei re di questa terra, ma fatta di dono totale e di servizio al Padre e all’umanità.

La comunità ecclesiale accoglie, celebra, testimonia l’intero mistero di Cristo, Logos incarnato, morto e risorto, costituito Re dell’universo. I credenti, per il loro battesimo, sono chiamati non solo a contemplare la sua regalità, ma a partecipare ad essa, ad espanderla, ad incarnarla nella vita quotidiana. Sono chiamati a servire questo Re, a testimoniare con la vita e con la parola la sua Signoria. Sono chiamati ad essere autentici araldi della regalità di Cristo nel mondo contemporaneo. Innanzitutto, vivendo nelle nostre comunità la pace che Cristo dona a tutti i suoi discepoli. In secondo luogo, vivendo non solo un rapporto individuale ed intimo di amore col Signore ma anche contribuendo a realizzare con Lui il Regno di Dio. Come? Amando e servendo Dio: nelle relazioni, nelle istituzioni, nella famiglia, nell’educazione, nel mondo del lavoro, nell’amministrazione pubblica, nella ricerca del bene comune, nei social, nell’impiego dell’intelligenza artificiale. Ciò facendo noi viviamo le attività umane, le relazioni interpersonali, gli ambienti sociali con il cuore di Cristo, ordinandoli al loro compimento in Dio. Nella misura in cui l’amore di Cristo riuscirà a regnare tra di noi e in noi, la vita sociale diviene uno spazio di fraternità, di giustizia e di pace, di dignità per tutti. In tal maniera, tanto l’annuncio dell’amore di Cristo e la sua incarnazione nella nostra vita provocheranno conseguenze sociali positive.

Caro don Mario, con te ringraziamo il Signore che ti ha chiamato ad essere un altro Cristo, ad aiutare tutti i tuoi fratelli e sorelle a vivere il suo amore samaritano. Questa comunità gioisce per i doni che, tramite te, ha ricevuto. Siamo riconoscenti a coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede, ossia ai nostri genitori e ai nonni. Imitiamoli nella trasmissione della fede alle nuove generazioni. Non dimentichiamo che una delle forme più grandi di povertà, ce l’ha ricordato anche papa Leone XIV, è la non conoscenza e il non amare Gesù Cristo. Impieghiamo, allora, il meglio di noi stessi a far incontrare Gesù, ad amarlo con tutto il cuore, sperando in Lui. Tanti auguri a te, don Mario, ai confratelli salesiani, ai parenti che ti accompagnano con gioia nel tuo cinquantesimo anniversario.

                                                   + Mario Toso