[apr 29] Omelia – Pasqua dello sportivo

28-04-2025

Carissimi Responsabili, animatori, associazioni CSI, ANSPI, PANATHLON, ASSOCIAZIONE SPORTIVI DISABILI, sportivi presenti,

è davvero questo un momento di gioia e di importante incontro tra noi e il Signore Gesù Risorto. Perché? Perché si tratta di un riunirci che porta a tutti noi, animatori, formatori e giovani sportivi, associazioni, ragioni di rinascita e di rilancio nell’impegno di vivere lo sport non in una maniera qualsiasi. L’incontro con Gesù, con la forza del suo Amore, umano e divino, fanno entrare nel nostro animo, in un dialogo a tu per tu, in un cuore a cuore,[1] il suo stesso modo di amare, i suoi sentimenti.

Voi questa sera partecipate alla Pasqua di Gesù, perché diventi la vostra Pasqua, ossia la Pasqua degli sportivi, di coloro che fanno dello sport non solo un momento di semplice divertimento del singolo, ma anche di crescita umana e cristiana, tutti insieme. La Pasqua la si vive realmente, quando si effettua il passaggio da morte a vita: quando dal vivere come persone individualiste, spiritualmente centrate sul proprio io, come persone indifferenti nei confronti degli altri, si passa al modo di fare tipico di chi pensa agli altri, sa rispettarli, si dona ad essi, collabora con loro nel raggiungere un obiettivo comune.

Papa Francesco ci ha lasciati una settimana fa. Era un tifoso calcistico, un grande appassionato di sport. Ne parlava in maniera positiva, piena di simpatia. Riferendosi allo sport del rugby ricordava che in questo sport la palla viene passata di mano in mano, e si avanza insieme, finché si arriva alla meta. Nei discorsi che faceva alludeva a quella che potremmo chiamare la sinodalità sportiva. Ovvero a quello stile e a quello spirito di gruppo che, in maniera analoga, vale anche nella missione che ha ogni comunità cristiana, ogni battezzato, chiamati ad annunciare e a testimoniare Gesù Cristo: camminando uniti, non muovendosi da soli, distaccati dalla propria comunità o associazione. Lo spirito di gruppo, il senso di appartenenza, lo spirito di corresponsabilità che ci deve essere tra i componenti di un gruppo sportivo, ci dev’essere anche dentro una comunità parrocchiale. Solo così lo sport si traduce in uno strumento educativo, di costruzione personale, nonché della squadra stessa. Solo così l’attività di portare Gesù ai propri compagni diventa più efficace nella comunità cristiana, nella propria associazione ecclesiale o di ispirazione cristiana.

Mi piace riportare qui un episodio che ha visto protagonista lo stesso papa Francesco. In una udienza, prima della finale di una Clericus Cup, che è il campionato Mondiale della Chiesa, promosso dal CSI, è stato nominato «capitano», allenatore in senso figurato. Ricevuta la fascia arrivarono subito le sue parole da vero responsabile sportivo, un allenatore non qualunquista, come ne abbiamo noi: «Mi avete nominato vostro capitano. Vi ringrazio. Da capitano vi sprono, allora, a non chiudervi in difesa ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo».

Come ha detto Vittorio Bosio, presidente del CSI, si deve essere grati a papa Francesco perché nel suo pontificato ha spronato gli sportivi a crescere, a sviluppare sempre le qualità umane e ad imparare a rispettare gli altri giocando in attacco la partita del Vangelo. In un suo messaggio commosso, successivo alla morte di Francesco, lo stesso Bosio ha ricordato che l’imminente progetto «In Gioco la Carità», messo in agenda per l’80° anniversario del CSI, sarà lanciato in sua memoria, il prossimo 4 ottobre.

Sono convinto che anche l’ANSPI, con i cui responsabili mi sono incontrato varie volte in questi dieci anni e in particolare durante la mia visita pastorale, saprà incarnare nelle sue attività di animazione e di formazione, specie in questo anno giubilare, una spiritualità pasquale, quale è richiesta dal proprio Statuto.

Sia al CSI e all’Anspi, come anche a Panathlon, all’Associazione sportiva disabili, consegnerò alcune copie del volumetto che la nostra Diocesi ha predisposto per la celebrazione del Giubileo di quest’anno 2025. Si tratta di un Sussidio che è offerto come traccia di formazione per essere tutti Pellegrini di speranza, sulle orme dei santi, beati, venerabili e servi di Dio della nostra Diocesi.

Preghiamo per il defunto papa Francesco e per i cardinali che sceglieranno il nuovo successore di Pietro.

                                                               + Mario Toso

[1] Cf Francesco, Dilexit nos, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2024, n. 26.