Questa mattina, 27 settembre 2025, all’ospedale civile di Faenza è morto serenamente all’età di 97 anni Mons. Pietro Magnanini.
Possiamo contare Mons. Pietro Magnanini nel numero e nella storia dei preti diocesani cultori degli studi umanistici e letterari. È ben nota la sua dedizione alle lingue antiche e moderne, all’insegnamento e alla manualistica.
Finché ebbe buona salute faceva le sue ferie in una parrocchia in Germania, per dare una mano e – diceva – tener allenata la lingua.
Un linguista enciclopedico: conosceva le principali lingue moderne europee dell’ovest e dell’est.
La sua dote naturale per le lingue gli ha permesso di imparare anche le lingue dell’oriente antico: tra le altre – e soprattutto – le lingue bibliche originali (ebraico, aramaico e greco). Negli ultimi anni di attività ha pubblicato gli appunti dei corsi tenuti nella sua lunga carriera di insegnamento. Nella sua libreria potevi trovare cose rare, ad esempio una grammatica di Geroglifico, o appunti sul dialetto aramaico moderno parlato a Ma’alula in Siria. Una intelligenza molto dotata e soprattutto curiosa e versatile.
Autore di grammatiche di Russo, Arabo, Ebraico e Aramaico, tra le sue pubblicazioni troviamo un’opera storica e culturale sull’Ebraismo e una, più nota, sull’Islamismo in sette volumi. La sua curiosità lo spingeva a conoscere mondi diversi e apparentemente lontani, e questo rimane un’eredità preziosa per noi e per i nostri tempi, in cui la conoscenza e l’incontro troppo spesso cedono il posto alla contrapposizione e alla violenza.
A questo proposito, chi ha conosciuto don Pietro ricorda di lui una personalità mite, per natura estraneo agli estremismi e alle contrapposizioni, anzi un uomo animato da un sincero spirito di ospitalità, con uno sguardo abitualmente illuminato da un sorriso buono e partecipante, di quelli che ti mettono a tuo agio.
Una mente raffinata e molto colta, in una persona semplice e alla mano.
Conoscendolo giorno dopo giorno, scoprivi che il Dottor Monsignor Magnanini era don Pietro, con una personalità positiva, accogliente, interessata all’altro, incoraggiante. Uno che, invecchiando, della natura umana si era fatto un’idea molto realista. Uno che, se ti trovavi in una situazione difficile o a un bivio della tua vita, ti si affiancava per individuare insieme vie d’uscita, possibilità e prospettive.
Fu soprattutto un prete autentico. Ha incarnato il tratto mite del Buon pastore. Ha vissuto la spiritualità del sacerdote di Cristo, immerso in lui e nell’ascolto di lui, un ascolto attento e silenzioso, intelligente e obbediente. Sono i tratti di chi ama Gesù davvero: sta fedelmente seduto ai piedi del Maestro, immerso nella sua Parola, completamente ricettivo e in grande pace.
+ Mario Toso, Vescovo