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Mercoledì 27 settembre in Cattedrale la celebrazione per il 10° anniversario dalla morte di Mons. Silvano Montevecchi

In occasione del decimo anniversario della morte di Sua Eccellenza Mons. Silvano Montevecchi, il vescovo Mons. Mario Toso invita la comunità diocesana mercoledì 27 settembre p.v. alla celebrazione eucaristica che presiederà in Cattedrale alle ore 18.00 per pregare e ricordare questo diletto figlio della Chiesa faentina.

Mons. Montevecchi ha onorato con il suo ministero pastorale anche la Chiesa che è in Ascoli Piceno.

Il Rev.mo Mons. Mariano Faccani Pignatelli, Priore del Collegio dei Parroci Urbani, che è stato suo collaboratore in Curia e in Seminario illustrerà la personalità di un Pastore così insigne e tanto amato nella nostra terra.

Per chi desidera concelebrare si prega di avvisare il Cerimoniere Diacono Stefano (329 5862358) e di portare con sé il camice.

 


Emergenza alluvione: l’impegno costante della Caritas diocesana. Oltre 7mila kit distribuiti alle persone

Un impegno costante nello stare a fianco di tutte le persone che si trovano in condizione di povertà e che si sono trovate a fronteggiare l’emergenza alluvione. In questi mesi non si è fermata l’attività al Centro operativo Caritas negli spazi del complesso di San Domenico a Faenza: coordinamento sgomberi, interventi di pulizia, consegna di kit e vestiario. Operatori e volontari della Caritas, da subito dopo l’alluvione e durante i mesi estivi, sono stati protagonisti, senza riflettori, di tanti gesti concreti di carità e di vicinanza alle persone.

A partire dalla sua apertura grazie all’apporto di tanti volontari e delle donazioni arrivate da tutta Italia, sono stati effettuati 160 interventi di pulizia e sgombero nelle abitazioni. In tutto la Caritas diocesana ha aiutato 280 nuclei familiari fornendo loro deumidificatori, mentre a 780 famiglie è stato distribuito del vestiario alimenti e prodotti per igiene casa e persona. In tutto 7.280 i kit distribuiti tra alimenti, prodotti per la pulizia e igiene personale. Cifre che danno l’idea dell’impegno costante e della portata dell’emergenza.

Dopo questi primi mesi, come cambiano ora le attività del Centro operativo

Ora si apre una nuova fase per il Centro operativo. Proseguono le attività nel coordinare interventi di pulizia e sgombero, aiuto con macchinari e attrezzature, mobili, fornitura di deumidificatori là dove possibile. Per chi avesse necessità può scrivere alla mail caritasfaenzasosalluvione@gmail.com. Dal 2 settembre sono invece chiusi a San Domenico i servizi di distribuzione kit personali e di vestiario: questi ultimi sono affidati ora alle Caritas parrocchiali a cui le persone possono rivolgersi e che rappresentano un presidio di prossimità fondamentale per intercettare le diverse esigenze specifiche delle persone.

Il contributo che si può dare come volontari in Caritas

In questo periodo la Caritas diocesana è in particolare alla ricerca di volontari in grado di effettuare sopralluoghi e valutazioni di compatibilità delle abitazioni con mobilio ed elettrodomestici. Si ricercano  persone disponibili all’eventuale montaggio di mobili. Anche in questo caso si può prendere contatto tramite la mail caritasfaenzasosalluvione@gmail.com

L’emergenza non è finita, ce lo ricorda anche il vescovo Mario

Gli interventi da mettere in atto sono ancora tanti e non bisogna abbassare l’attenzione. Per questo si invitano le persone a supportare le attività della Caritas tramite la raccolta fondi promossa dalla Diocesi di Faenza-Modigliana.

Si possono fare donazioni tramite Iban IT 39 G 08542 23700 000000022094, con causale “Aiuto alluvionati”.

Il Centro operativo Caritas di San Domenico (via Manzoni 11bis) è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; il sabato dalle 9 alle 13.

 


Don Marco Ferrini nuovo parroco a Brisighella, il vescovo: “Accompagna i giovani a essere protagonisti”

Con una grande festa la comunità di Brisighella ha accolto domenica 17 settembre don Marco Ferrini come nuovo parroco. «Brisighella ha profonde radici di fede e di cultura, manifestate nel tempo da persone qualificate sul piano ecclesiale e civile – ha ricordato il vescovo monsignor Mario Toso nella sua omelia -. Basti pensare alle grandi figure di parroci e di vicari, nonché di eminenti cardinali, che hanno servito la Chiesa ai massimi livelli. È importante che tali radici vengano riscoperte e fatte conoscere».

L’omelia del vescovo Mario Toso per l’ingresso di don Marco Ferrini

«È necessario, tuttavia – invita il vescovo -, che non ci si fermi alla commemorazione o a una sterile replica, ma che si offrano contenuti e azioni di coinvolgimento delle nuove generazioni con le quali costruire ambienti, modi e linguaggi attuali per meglio trasmettere la fede ed incarnarla nella vita. Citare solo il passato, rimpiangendolo, imprime forse nei giovani il disamore per le radici, li schiaccia. Occorre coinvolgerli in modo da renderli protagonisti di quel futuro che appartiene a tutti, ma specialmente a essi. I giovani vanno accompagnati, non lasciati a sé stessi, come succede spesso. Essi devono sperimentare la simpatia della comunità intera, dei genitori e degli adulti, che fanno giungere a loro la percezione netta e chiara di essere amati e considerati un tesoro prezioso per la Chiesa e per la società».

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Monsignor Toso ha suggerito la strada per fare questo: «Reiventando ambienti di vita e mondi associativi che li accolgono, li responsabilizzano, facendoli vivere in amicizia, coinvolgendoli in attività e percorsi di bene che consentono di coniugare insieme fede e vita – indica il vescovo -. Così facevano un tempo i parroci e i giovani preti, i dirigenti delle molteplici associazioni ecclesiali di Brisighella. Le radici sono fonti, non sono prototipi da clonare. Forniscono linfa per nuove azioni creative e pedagogiche. Non bisogna dimenticare che talora sono necessari luoghi di incontro dove i giovani, provenienti da famiglie in difficoltà o divise, trovano educatori adulti o anche famiglie che offrono una “casa” di fratelli e di sorelle in cui stare insieme nella gioia e nel gioco, studiando, facendo le lezioni, pregando, cantando, rispettandosi e aiutandosi nell’uscire dalle loro solitudini e fragilità. Cose semplici, non artefatte, ma che mettono in grado di acquisire autostima e che consentono di fiorire in umanità e nella fede».

«Proprio per questo e perché i giovani hanno bisogno di educatori e testimoni che li accolgano nella loro condizione e li facciano incontrare con il Signore Gesù – precisa monsignor Toso – nel febbraio dello scorso anno ho conferito un mandato all’associazione di promozione sociale “Un raggio splenderà”, costituita su impulso di Roberto Zama e di Elisa Fabbri, per operare a favore dei giovani del territorio e non solo».

“Brisighella ha bisogno di unità: meno critiche, occorre lavorare tutti insieme”

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Allargando lo sguardo su tutta la comunità, Brisighella ha, in particolare, bisogno di unità. «Sono oggi necessarie tutte le forze disponibili per far “ripartire” la città e il territorio – ha detto il vescovo -, che patisce da anni l’allontanamento dalla chiesa di gran parte della gente, la debolezza nella proposta educativa e culturale, l’impoverimento nella visione della vita, la pochezza di lavoro pastorale. Non si può solo guardare e criticare, rimanendo rinchiusi nelle proprie spelonche telematiche, dalle quali si pontifica e si insulta chi è in prima linea. Occorre lavorare tutti insieme, aiutandosi reciprocamente, investendo sulla comunità cristiana e sul territorio».

«Caro don Marco – ha concluso il presule -, non ti manca l’esperienza pastorale. Non ti sarà difficile, con l’aiuto dello Spirito santo, di accrescere nella comunità cristiana di questo territorio una comunione palpitante di amore missionario, congiunta a un forte impegno educativo, culturale e sociale».

Foto Leporesi


Il Vescovo Mario vicino alle comunità colpite dal terremoto con epicentro a Marradi

Il Vescovo di Faenza-Modigliana, Mons. Mario Toso, esprime la sua sincera e sentita vicinanza alle popolazioni e alle comunità cristiane che questa mattina sono state colpite da un sisma di forte intensità, che ha avuto epicentro a Marradi nella nostra Diocesi e in provincia di Firenze, e che è stato avvertito con forza anche a Modigliana e a Tredozio.

Don Mirko Santandrea, che sabato scorso ha fatto il suo ingresso come parroco nella parrocchia di Marradi e che è il vicario della vallata del Lamone, ha prontamente iniziato a visitare, anche a nome del Vescovo, le comunità per verificare la situazione e le eventuali necessità.

In attesa delle verifiche delle competenti autorità, anche in questa occasione, come in quella della duplice alluvione, il Vescovo invita a vivere fraternità e solidarietà in modo che quanti hanno necessità di essere aiutati non siano lasciati da soli.

Lo sciame sismico, con le sue fasi di assestamento, ricorda ulteriormente la nostra fragilità e che la nostra forza di ripartenza ha nel Signore Gesù il fondamento del nostro impegno aperto alla speranza.

Preghiamo per quanti sono in difficoltà e nel timore per le proprie famiglie, in particolare per gli anziani.

La Beata Vergine delle Grazie, Patrona di Faenza e della Diocesi, ci assista e ci protegga.

Faenza, 18 settembre 2023

Il 26 agosto in Cattedrale tre monache benedettine vallombrosane di Sant’Umiltà celebreranno la professione solenne

In cattedrale a Faenza sabato 26 agosto alle 18 sarà celebrata la professione solenne di suor Caterina Thongni, suor Aitihun Thongni e suor Risukdashisha Lyngdoh Lyngkhoi della Comunità monastica Benedettina Vallombrosana Santa Umiltà di Faenza.
La messa sarà presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso.

La casa di formazione Santa Umiltà si trova a Bengaluru, metropoli nel sud ovest dell’India. Fu fondata dalle benedettine vallombrosane di Bagno a Ripoli.
Noi benedettine vallombrosane di Faenza, siamo state chiamate e subentrare nel 2008.
Suor Caterina cresce in una famiglia ricca di fede e fin da piccola frequenta la scuola cattolica. È arrivata a Umiltà Sadan Bengaluru, il 14 aprile 2013. Ha affrontato gli studi su tutti i contenuti principali e fondanti della nostra fede, in particolare ha frequentato la facoltà di filosofia presso i salesiani. Suor Aitihun è arrivata a Bengaluru il 3 giugno 2014. Ha fatto tutto il percorso di formazione religiosa e ha frequentato il corso triennale dello Studio Teologico delle Benedettine Italiane con docenti e monache provenienti da tante nazioni. Stesso iter per suor Risukdashisha che ha affrontato con impegno e serietà le varie tappe del cammino previsto per la vita consacrata come suor Aitihun.


Servizio civile: 6 posti retribuiti alla Caritas diocesana. Scadenza il 23 luglio

E’ aperto il bando per il Servizio Civile Regionale e nella Provincia di Ravenna sono disponibili 15 posti, di cui 6 presso la Caritas di Faenza.

Possono partecipare alla selezione i giovani cittadini italiani o provenienti da altri Paesi, in regola con la vigente normativa per il soggiorno, residenti o domiciliati in Italia, di età compresa tra i 18 e i 29 anni (compiuti), senza distinzione di sesso o di appartenenza culturale o religiosa, di ceto, di residenza o di cittadinanza. In particolare, in Caritas sei giovani hanno l’occasione per partecipare ad UN’ALTRA CHANCE!”, un progetto per offrire “un’altra occasione” sia alle persone che alle cose, con un’attenzione sia solidaristica che ecologica.

Due giovani verranno coinvolti nei progetti della Farsi Prossimo ODV mentre gli altri quattro saranno impegnati nel supporto a famiglie in condizioni di disagio socio-economico

Due giovani verranno coinvolti in attività di supporto ai progetti di economia sociale della Farsi Prossimo ODV: “Dress Again” e “Terra Condivisa”. Il primo prevede il riciclo e la vendita di abiti usati e il secondo, invece, la produzione e distribuzione di ortaggi, ma in entrambi sono fondamentali gli obiettivi di reinserimento socio-lavorativo di persone in condizione di svantaggio, insieme all’attenzione alla sostenibilità ambientale. Oltre che in attività pratiche a sostegno dei progetti, i volontari in servizio civile sono coinvolti nell’organizzazione di incontri rivolti ai giovani ed eventi per la cittadinanza, nell’aggiornamento dei siti e dei profili social, etc. per promuovere sempre più stili di vita attenti all’ambiente e alle persone. Quattro giovani parteciperanno alle attività di aiuto e supporto a persone e famiglie in condizione di disagio socio-economico e nel loro accompagnamento in percorsi per l’acquisizione di una piena autonomia ed inclusione sociale. I volontari in servizio civile collaborano nella realizzazione dei servizi del Centro di Ascolto diocesano (mensa, servizio docce, corso di italiano, distribuzione di viveri e vestiario, etc.), gestito dalla Fondazione Pro Solidarietate. Inoltre, sono coinvolti nelle azioni volte alla stesura del Report Annuale, di raccordo interno all’equipe o con altre realtà del territorio, etc. Uno dei quattro posti è riservato a un giovane residente o domiciliato nelle aree montane o interne. Entrambe le sedi si trovano in via d’Azzo Ubaldini, in centro a Faenza. Il progetto ha durata di 11 mesi, a partire dal 1° settembre 2023, e prevede un impegno settimanale di 25 ore, su 5 giorni alla settimana. È previsto un rimborso spese di 444,30 euro al mese. Per tutti i giovani interessati ai progetti della Caritas è consigliata una visita presso la sede ed un colloquio di orientamento. Per concordare l’appuntamento, ricevere informazioni ed un supporto nella compilazione della domanda, si può contattare Erica Squarotti: 3897986824, e-mail: serviziocivile@caritasfaenza.it.

Come presentare la candidatura, entro il 23 luglio. Le selezioni si terranno il 24 luglio. Per informazioni previsto un incontro martedì 18 luglio al Mens Sana

È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per una sola sede ed un unico progetto, pena l’esclusione dal bando. La domanda di partecipazione deve pervenire entro il 23/7/2023 (non oltre le ore 23:59) all’indirizzo di posta elettronica: serviziocivile@caritasfaenza.it. Sul sito www.caritasfaenza.it si trovano il modello della domanda di partecipazione, da compilare, e tutte le altre informazioni. Le selezioni sono previste per lunedì 24 luglio 2023 presso il Seminario diocesano, in viale Stradone 30, a Faenza, alle ore 10. Per informarsi ulteriormente domani, martedì 18 luglio, dalle 19 alle 20, presso il Mens Sana a Faenza, alcuni giovani volontari sono disponibili per una chiacchierata informale, vis-à-vis, con altri coetanei interessati al servizio civile.

Don Matteo e don Luca Ghirotti ordinati presbiteri dal vescovo Mario: “Siate voce del popolo di Dio”

Una grande gioia per tutta la comunità diocesana. Sabato 1° luglio in Cattedrale a Faenza il vescovo monsignor Mario Toso ha presieduto la celebrazione per l’ordinazione presbiterale di don Matteo Babini don Luca Ghirotti. Di seguito riportiamo l’omelia pronunciata dal vescovo Mario.

L’omelia del vescovo monsignor Mario Toso

don luca ghirotti don babini

Viviamo qui riuniti questa sera la gioia di essere di Cristo. È lui che ci costituisce popolo di Dio, comunità che esulta perché amata. Siamo compaginati come un «noi per gli altri», come persone non ripiegate, bensì aperte ed inviate in missione. Uniti ed immedesimati al Figlio di Dio, come Lui siamo mandati dal Padre ad annunciare la vita di Amore dalla quale proveniamo e alla quale siamo destinati.

In questo contesto, cari fratelli e sorelle, cari genitori, celebriamo l’ordinazione presbiterale di Matteo Babini e di Luca Ghirotti. Questi nostri fratelli saranno posti al servizio di Cristo maestrosacerdote e pastore, missionario, samaritano. Uniti al sacerdozio del vescovo, saranno corresponsabili nell’edificazione del Corpo di Cristo, che è la Chiesa. Predicatori del Vangelo, pastori del popolo di Dio, lo aiuteranno a compaginarsi come tempio santo dello Spirito, come comunione di persone strutturate a «tu» in una casa d’amore.

Cari Luca e Matteo, sarete resi partecipi della missione di Cristounico maestroCelebrerete il mistero della sua morte e della sua risurrezione che redime ogni persona in tutte le sue dimensioni costitutive: soggettività, relazionalità, apertura alla trascendenza. Continuerete la sua opera santificatrice, affinché i credenti la possano espandere in sé stessi e in tutti gli ambienti di vita. Mediante il vostro ministero, il sacrificio spirituale dei fedeli sarà reso più perfetto mediante una spiritualità incarnata: spiritualità di immersione negli spazi umani ovvero negli spazi-tempi-esperienze nei quali si costruisce e si esprime l’autentica umanità degli uomini e delle donne. Con il sacramento della penitenza o riconciliazione rimetterete i peccati. Celebrando i sacri riti e innalzando nelle varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica, vi farete voce del popolo di Dio e dell’umanità intera. Siate intenti a piacere a Dio più che a voi stessi e agli uomini. Non dimenticate che solo una contemplazione amorosa e adorante di Gesù Cristo potrà farvi giungere all’intensità di vita di san Paolo, il quale scrisse che per lui «vivere è Cristo». Solo l’adesione al Signore Gesù, al Risorto, vi solleciterà ad insegnare ai credenti ad essere servi di Cristo, che si incarna per redimere e trasfigurare tutte le realtà, le relazioni, le istituzioni, il creato intero. Ciò richiederà l’evangelizzazione della cultura oggi dominante, piuttosto indifferente nei confronti di Cristo, se non apertamente contraria alla trascendenza. L’annuncio di Cristo non è facile da diffondere e da accogliere, perché la gente è portata a vivere come meglio crede. Difficilmente accoglie il Vangelo che propone una libertà che si lega alla verità: solo la verità, dice Gesù, rende liberi. Non sempre riconosce l’assoluto che è Dio ma pone, piuttosto, l’«io» al suo posto. Preferisce narrare l’amore non come una vita che si dona totalmente agli altri e a Dio Padre, bensì come un dono da trattenere per sé. Dimentica spesso la legge morale che Dio ha scritto nella coscienza di ogni persona: fa il bene ed evita il male; fa agli altri quello che vuoi sia fatto a te.

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A fronte di tutto questo, cari ordinandi, – ma ciò è un monito anche per tutti noi battezzati e presbiteri -, occorre essere rivestiti della forza e della parresia che dona lo Spirito d’amore e di verità. Nell’annuncio di Cristo e nell’educazione alla fede non si deve porre tra parentesi ciò che contrasta la cultura neoindividualista e neoutilitarista, immanentista. Occorre, piuttosto, essere testimoni credibili, capaci di rendere ragione della propria fede e della propria speranza, con argomenti persuasivi, con la testimonianza della vita. Detto altrimenti, non bisogna perdere l’abitudine di contemplare e di pensare, come anche di studiare e di aggiornarsi in continuazione. Poiché il numero degli apostoli diminuisce c’è la tendenza ad accrescere le attività, trascurando la preghiera, il pensiero pensante, pensiero sapienziale. Ma per rendere l’annuncio di Cristo capace di permeare le mentalità e gli stili di vita odierni, siamo chiamati a non perdere l’habitus del pensare la fede, di possedere una fede «pensata». Non possiamo dimenticare che non esiste fede vera che non sia fede anche «pensata». Non si tratta solo di avere il pensiero di Cristo, ma occorre essere in grado di tradurre il pensiero di Cristo in lievito che germina e fermenta una nuova cultura. Per giungere a questo dobbiamo essere soprattutto pastori innamorati di Cristo, come ci hanno insegnato ad esserlo Pietro e Paolo. Il loro cuore ardeva di amore per Gesù, al punto che non potevano trattenere il fuoco che avevano nel petto e li sospingeva a prendere il largo, a lanciarsi in opere missionarie, in terre vicine e lontane. Di un tale fuoco missionario debbono essere dotate le associazioni professionali, le aggregazioni e i movimenti laicali che hanno come proprio il fine dell’animazione cristiana delle realtà temporali e che dovranno essere da voi accompagnate. Sia, allora, vostro il proposito di vivere la missione sacerdotale a voi affidata nel «sì» del Figlio di Dio (cf 2Cor 1, 18-22) e nell’«eccomi» di Maria sua Madre, definitasi «serva del Signore». Confermate, dunque, la Chiesa nella verità e nella pace, come fecero sant’Ireneo di Lione, «doctor unitatis», e tanti altri santi, martiri e pastori. Solo così potrà svolgere la sua funzione pubblica: di civilizzazione, di indicazione della sorgente del vero e del bene di cui la società ha estremo bisogno per sussistere e per tenere viva la sua unità morale e civile. La Chiesa di origine divina non è chiamata a soffrire un complesso di inferiorità culturale. Semmai è vero il contrario. Che Dio Padre, Figlio e Spirito santo vi benedica. Vivete e gioite in Lui.

                                                  + Mario Toso


Sabato 1 luglio don Matteo Babini e don Luca Ghirotti saranno ordinati presbiteri in Cattedrale a Faenza

Una grande gioia per tutta la comunità diocesana. Sabato 1° luglio alle 19 in Cattedrale a Faenza il vescovo monsignor Mario Toso presiederà la celebrazione per l’ordinazione presbiterale di don Matteo Babini e don Luca Ghirotti.

Matteo Babini

Matteo Babini è nato il 17 settembre 1993 ed è cresciuto nella parrocchia di Russi. Dopo la maturità al liceo linguistico ha conseguito, nel 2015, la laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Nel 2014 è entrato nella Comunità Propedeutica della Romagna e dopo tre anni di discernimento ha iniziato il percorso di formazione presso il Pontificio Seminario Regionale di Bologna. Nel 2022 ha conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia. Il 4 settembre del medesimo anno è stato ordinato diacono.

Luca Ghirotti

Luca Ghirotti è nato nel ’93, originario di Pieve Corleto. Ha fatto studi tecnici: Itis elettronica e Ingegneria dell’Energia Elettrica. Entrato in Propedeutica nel settembre del 2014, e al Seminario Regionale nel settembre del 2017, è poi stato ordinato diacono il 4 settembre 2022 dal vescovo Mario. In diocesi fa parte dei gruppi di Pastorale Vocazionale e di Pastorale Sociale. Ora è in servizio nella parrocchia dei Ss. Agostino e Margherita, dove segue il gruppo dei catechisti e dell’oratorio. Segue inoltre la Fraternità dei giovani che vivono in Seminario a Faenza.