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Cei, una Nota sui ministeri istituiti del Lettore, dell’Accolito e del Catechista

lettore libro bibbia

Recependo gli interventi di Papa Francesco (il motu proprio “Spiritus Domini” e il motu proprio “Antiquum Ministerium”), la Conferenza episcopale italiana ha elaborato una Nota per orientare la prassi concreta delle Chiese di rito latino che sono in Italia sui ministeri istituiti del lettore, dell’accolito, del catechista.

Approvata ad experimentum per il prossimo triennio dalla 76esima Assemblea generale e integrata dal Consiglio permanente con le indicazioni emerse in sede assembleare, la Nota definisce identità e compiti dei “ministeri istituiti”, illustrando i criteri per l’ammissione e il percorso formativo necessario per essere istituito e ricevere il “mandato” da parte del vescovo. Il tutto nel quadro dei recenti documenti promulgati da papa Francesco. Con la Nota la Cei inserisce il tema dei “ministeri istituiti” all’interno del Cammino sinodale che costituirà così un luogo ideale di verifica sull’effettiva ricaduta nel tempo e nei territori.

Cosa è scritto nella nota

La nota stabilisce che il lettore, l’accolito e il catechista vengono istituiti in modo permanente e stabile: laici e laiche assumono così un ufficio qualificato all’interno della Chiesa.

  • Lettore: proclama la Parola di Dio nell’assemblea liturgica, in primis nella celebrazione eucaristica; potrà avere un ruolo anche nelle diverse forme liturgiche di celebrazione della Parola, della liturgia delle Ore e nelle iniziative di (primo) annuncio. Prepara l’assemblea ad ascoltare e i lettori a proclamare i brani biblici; anima momenti di preghiera e di meditazione (lectio divina) sui testi biblici; accompagna i fedeli e quanti sono in ricerca all’incontro vivo con la Parola.
  • Accolito: è colui che serve all’altare, coordina il servizio della distribuzione della Comunione nella e fuori della celebrazione dell’Eucaristia, in particolare alle persone impedite a partecipare fisicamente alla celebrazione. Anima inoltre l’adorazione e le diverse forme del culto eucaristico.
  • Catechista: cura l’iniziazione cristiana di bambini e adulti e accompagna quanti hanno già ricevuto i sacramenti nella crescita di fede. Può coordinare, animare e formare altre figure ministeriali laicali all’interno della parrocchia, in particolare quelle impegnate nella catechesi e nelle altre forme di evangelizzazione e cura pastorale.

La Cei ha scelto di conferire il “ministero istituito” del/la catechista a una o più figure di coordinamento dei catechisti dell’iniziazione cristiana dei ragazzi e a coloro che in modo più specifico svolgono il servizio dell’annuncio nel catecumenato degli adulti. Secondo la decisione prudente del vescovo e le scelte pastorali della diocesi, il/la catechista può anche essere, sotto la moderazione del parroco, un referente di piccole comunità (senza la presenza stabile del presbitero) e può guidare, in mancanza di diaconi e in collaborazione con lettori e accoliti istituiti, le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero e in attesa dell’Eucaristia.

I candidati ai “ministeri istituiti” possono essere uomini e donne: devono avere almeno 25 anni ed essere persone di profonda fede, formati alla Parola di Dio, umanamente maturi, partecipi alla vita della comunità cristiana, capaci di instaurare relazioni fraterne e di comunicare la fede sia con l’esempio che con la parola.

Saranno istituiti dal vescovo dopo un tempo di formazione (almeno un anno) da parte di una équipe di esperti. I percorsi formativi, stabiliti dai vescovi, avranno l’obiettivo di aiutare nel discernimento sull’idoneità intellettuale, spirituale e relazionale; perfezionare la formazione in vista del servizio specifico; consentire un aggiornamento biblico, teologico e pastorale continuo. I percorsi formativi possono essere svolti con il supporto di istituzioni accademiche come gli Istituti di Teologia e di Scienze religiose.

Al termine della fase di discernimento vocazionale e di formazione, i candidati saranno istituiti con il rito liturgico previsto dal Pontificale romano. Il mandato verrà conferito per un primo periodo di cinque anni, rinnovabile previa verifica del vescovo che, insieme a un’équipe preposta a questo, valuterà il cambiamento delle condizioni di vita del ministro istituito e le esigenze ecclesiali in continuo mutamento.


Diocesi in lutto, è morto don Antonio Baldassari. Le esequie saranno celebrate l’11 luglio

E’ morto nella giornata di mercoledì 6 luglio don Antonio Baldassari.

Don Antonio Baldassari era nato a Pieve Cesato di Faenza il 10 settembre 1933 e venne ordinato presbitero il 14 luglio 1956. E’ stati vicerettore del Seminario e nel 1959 cerimoniere vescovile. Compì gli studi a Roma a Sant’Anselmo dove ottiene la licenza in Teologia liturgica come alunno dell’Istituto liturgico. Nel 1967 diviene parroco della parrocchia di San Biagio in Cosina. Ha insegnato anche liturgia nel Seminario diocesano. Fino ad oggi è stato parroco di San Biagio in Cosina e amministratore parrocchiale dei SS. Apollinare e Mamante in Oriolo. Il 2 febbraio 2014 viene nominato canonico della Cattedrale di Faenza. E’ deceduto il 6 luglio 2022.

La santa Messa esequiale per don Antonio Baldassari sarà celebrata lunedì 11 luglio alle 9 alla chiesa di San Biagio in Cosina. La salma sarà esposta domenica 10 dalle 7,30 alle 18,30 presso l’ospedale civile di Faenza e alle ore 20 presso la chiesa di San Biagio, dove si reciterà il Rosario.


Pubblicato il nuovo Direttorio per la formazione dei diaconi

È stato pubblicato da pochi giorni il nuovo Direttorio con le norme e gli orientamenti per il servizio e la formazione dei diaconi permanenti nella nostra Diocesi (Direttorio per il ministero e la formazione dei diaconi permanenti, edizioni Chiesa di Faenza-Modigliana, 2022, 78 pagine, costo 10 euro cartaceo – 3,99 euro digitale).

«I diaconi sono segni viventi e personali, sono ricordo costante che Gesù Cristo è in mezzo a noi come colui che serve».
Il diaconato come sacramento, presenza efficace del Risorto in mezzo a noi, è maturato da tempo nella nostra Chiesa diocesana.
Vi è un nutrito gruppo di uomini, la maggior parte sposati, che incarna nella propria vita e cerca di testimoniare che il Signore Gesù è in mezzo a noi «come colui che serve» (Lc 22, 27).
Il testo appena pubblicato – che da qualche giorno è disponibile all’acquisto in formato ebook sulle piattaforme digitali e cartaceo presso la Curia diocesana – è stato elaborato dai documenti di carattere universale e nazionale sul diaconato, documenti che non erano ancora stati recepiti nella nostra Diocesi.

La struttura del volume

copertinadirettorio

Il Direttorio è strutturato in tre parti: la prima parte introduttiva, la seconda centrata sul ministero specifico dei diaconi e la terza normativa della formazione.

La parte introduttiva parte da Cristo -il vero diacono – nel quale questo sacramento trova il suo centro e il suo senso, cerca di mostrare come il servizio non è un invito solo per i diaconi ma per tutti i battezzati. Tutti siamo chiamati a «risvegliare lo sguardo per seguire con rinnovate energie il Signore che passa nei sentieri della storia e ci chiama a seguirlo incontro ad ogni uomo, soprattutto nei più piccoli.
Che ogni battezzato possa udire la voce di Gesù che dice: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

La parte centrale espone le tre dimensioni di servizio fondamentali per i diaconi: servizio della Parola, della Liturgia e della Carità.
In questa parte si cerca di dare qualche orientamento concreto perché i diaconi possano essere sempre più veri annunciatori e testimoni della Parola di salvezza del Vangelo, diventando sempre più discepoli missionari del Risorto nel nostro territorio.
Essi sono chiamati a celebrare i sacramenti e a servire il Risorto che è presente nella Liturgia, nei riti e nelle preghiere della Chiesa, perché la loro vita possa essere a servizio dei più bisognosi e dei poveri.
Esemplare per il loro ministero è il passo di Matteo: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25,40).

La parte conclusiva si concentra sulla formazione, stabilendo i tempi e le modalità nei quali i candidati a questo ministero possono essere accompagnati più efficacemente per il discernimento. Significativo è l’accento posto alla possibilità di formare e discernere la chiamata a questo ministero ordinato per giovani non sposati. Come sottolinea il vescovo Mario nell’introduzione al documento, la nostra Chiesa diocesana è matura per poter «immaginare, nei tempi odierni, un diaconato di persone giovani quale nuova espressione della Caritas del vescovo».

Diocesi di Faenza-Modigliana, 21 anni di diaconato permanente

Le necessità pastorali della Chiesa hanno spinto il Papa e i Vescovi a chiamare laici e persone di vita consacrata ad adempiere la funzione di insegnare e santificare. Ma in questo interessante momento, e senza togliere nulla a questi ministeri laicali, il Concilio Vaticano II ha restaurato il diaconato come ministero permanente nella Chiesa.
Nella nostra diocesi le prime due ordinazioni per il diaconato permanente (Roberto e Franco) si sono celebrate a Granarolo Faentino, chiesa di San Giovanni Evangelista, il 10 marzo 2001. Le successive si sono celebrate in Duomo a Faenza. Diciassette sono quelli ordinati, due sono in cammino.

Nuova sede della redazione del settimanale Il Piccolo in Seminario (viale Stradone 30)

Da lunedì 27 giugno la sede del settimanale diocesano il Piccolo è in viale Stradone 30, in Seminario Vescovile, al II piano. La redazione è raggiungibile anche tramite ascensore.

I numeri di telefono (0546 22608) e la mail (info@ilpiccolo.org) sono rimasti gli stessi, così come gli orari (da lunedì al sabato, mattina 9.30-12-30; pomeriggio su appuntamento)

 

 


Pandemia e nuove misure di prevenzione: le indicazioni della Cei

Cari Confratelli, all’inizio del periodo estivo il Governo ha ancora allentato le misure di prevenzione della pandemia. Alla luce del nuovo quadro, riteniamo opportuno condividere i seguenti consigli e suggerimenti: 

sintomi influenzali: è importante ribadire che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al SARSCoV-2;  utilizzo delle mascherine: in occasione delle celebrazioni non è obbligatorio ma è raccomandato; 

igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto; 

acquasantiere: è possibile tornare nuovamente a usarle; 

processioni offertoriali: è possibile svolgerle; 

distribuzione della Comunione: si consiglia ai Ministri di indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione; 

unzioni: nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuarle senza l’ausilio di strumenti.

I singoli Vescovi, nella considerazione delle varie situazioni e dell’andamento dell’epidemia nel loro territorio, possono adottare provvedimenti e indicazioni particolari. Un fraterno saluto.

LA PRESIDENZA CEI

Roma, 15 giugno 2022

Osservanza di Faenza ed esequie: le ragioni di un cambiamento

Dal 1° luglio, a norma del diritto canonico, sarà obbligatorio celebrare le esequie in una delle parrocchie della città e del territorio a scelta, mentre nella chiesa dell’Osservanza sarà possibile celebrare le esequie a discrezione del parroco competente.
Si tratta di una fase transitoria che terminerà il 1° gennaio 2023. Pertanto, dal 1° gennaio 2023 all’Osservanza si svolgeranno le esequie solo in via eccezionale, mentre la chiesa, priva dell’Eucaristia, resterà come luogo di preghiera personale.

Le ragioni immediate

Nel 1816 il Comune deliberò lo spostamento del Camposanto dalla zona di Borgo S. Rocco, fuori porta Ravenna, all’antica Osservanza, fuori porta Montanara, dove stavano ancora i frati Francescani Osservanti, iniziando un quanto mai alterno e stratificato rapporto tra servizio religioso-custodia del Cimitero e presenza religiosa stessa. Il 2 gennaio 1867 i venticinque frati, che fungevano da cappellani e custodi, lasciarono per sempre la loro sede per la soppressione degli Ordini religiosi, compiuta dal neonato Regno d’Italia. Nel tempo il clero diocesano, ma anche i frati Cappuccini, si sono alternati nel servizio. Tuttavia le antiche abitazioni, tipo le canoniche, che erano presenti nel passato, hanno subito cambiamenti d’uso che ben si possono comprendere. Sicché negli ultimi cent’anni il cappellano non abitava più nei locali del cimitero, a fronte di una somma annua versata alla Chiesa come contributo per il servizio svolto in chiesa, di proprietà del Comune di Faenza.

Questo meccanismo, di un certo equilibrio, ha incominciato a divenire difficile per la mancanza del clero che potesse svolgere questo servizio sia religioso come anche di custodia, così che la presenza dei presbiteri si è ridotta al solo momento delle esequie e tutto il resto è stato garantito da personale laico, che veniva rimborsato per il servizio utilizzando i contratti previsti dalla legge. Purtroppo certe spese gravanti sulla gestione e le spese gravanti sulla Diocesi, specie a partire dalle nuove leggi emanate alla fine del 2021, hanno fatto toccare con mano l’insostenibilità economica del servizio, così come era stato organizzato in questi anni, presso la chiesa dell’Osservanza.

La stessa situazione si verifica per le altre chiese che, invece, a differenza di quella del cimitero, sono di proprietà ecclesiastica. Infatti, la progressiva riduzione del clero comporta la dolorosa decisione di chiudere queste Chiese al culto ordinario, per riservarle a occasioni molto ridotte di preghiera. Certamente la più larga comunità civile fa fatica ad accorgersi che non solo sono precipitate le vocazioni, sia secolari che religiose, ma che anche in seguito ai grandi cambiamenti sociali ed economici, la Chiesa non è più in grado di mantenere economicamente tutte le immense strutture che ha in proprietà o in affidamento da parte di Enti pubblici. Il caso più clamoroso è quello di conventi e monasteri, specie femminili, che, dopo secoli di presenza e onorato servizio, sono chiusi e attendono una difficile soluzione, mentre tetti e infissi vanno in progressiva crisi.

Le ragioni più profonde

Indubbiamente si erano create abitudini e comodità: le esequie si tenevano all’Osservanza e di lì al camposanto il passo è breve.
Con il progressivo distacco dei fedeli dalle loro rispettive parrocchie di appartenenza si è anche allentato il senso di appartenere a una “famiglia” parrocchiale, cosa su cui nel passato recente non si transigeva. Non cito solo il fatto di scegliere una parrocchia piuttosto che un’altra, ma di non sentirsi legati ad alcuna appartenenza. Specie questo ultimo aspetto va a colpire direttamente uno dei fondamenti della Fede cattolica, ossia che Gesù ha fondato una Chiesa in cui ci si possa riconoscere e condividere la fede, la speranza e la carità. È vero che io appartengo alla Chiesa universale, ma appartengo anche a una Diocesi e a una parrocchia in cui questa stessa Chiesa vive e sussiste. Questo binomio non si può rompere, come non può esistere un albero senza la terra e le radici: avete mai visto un albero eradicato che vaga per il mondo? Così sarebbe un cristiano senza una comunità di riferimento. Per questo è importante che tutti i sacramenti della Fede e anche la preghiera di suffragio siano radicati nella propria Chiesa.

I parroci della città hanno perciò previsto che le esequie si possano fare in qualsiasi parrocchia a scelta della città e del territorio, dove i fedeli di fatto hanno vissuto la loro esperienza di fede. Ci vorrà più tempo? Può essere, ma in verità la preghiera non può avere queste motivazioni, del resto le frazioni che hanno di solito la loro chiesa parrocchiale e il loro cimitero, solitamente funzionano così e nessuno si è mai lamentato. Certamente quando abbiamo delle abitudini è difficile cambiarle, anzi nella nostra mente divengono quasi un diritto. Allo stesso modo finché ci sono i nonni ogni domenica è assicurata la tavola apparecchiata e fumante, ma quando loro non ci sono più tutto diventa più difficile perché la dedizione e la gratuità sono un dono, frutto del sacrificio delle persone, di cui non ci accorgiamo facilmente. Allo stesso modo sacerdoti e laici con generosità ci hanno assicurato per moltissimo tempo un largo servizio, ma scomparsi loro e cambiati i tempi toccherebbe a ciascuno di noi prendere il loro posto per avere ancora la tavola apparecchiata e fumante, ma credo che sarebbe piuttosto complicato. In ogni caso dovremmo solo dire: grazie per il vostro grande servizio, anche se ora devo seguire strade diverse.

Mariano Faccani Pignatelli

Diocesi in lutto, è morto don Romano Baldassari. L’1 giugno il funerale

E’ morto nella giornata di ieri, sabato 28 maggio, don Romano Baldassari. Era ospite alla Casa del Clero di Faenza. Il vescovo Mario e tutto il presbiterio accompagnano con le loro preghiere il ritorno di don Romano alla Casa del Padre.

Il funerale di don Romano Baldassari avrà luogo mercoledì 1 giugno con partenza alle ore 10 dall’Obitorio civile per la Chiesa Parrocchiale di Sarna. La S. Messa, presieduta dal vescovo inizierà circa alle ore 10,15. Il 31 maggio dalle ore 13,30 alle 18,30 sarà allestita la camera ardente presso l’obitorio di Faenza. Alle 19 S. Rosario nella chiesa di S. Biagio.

Baldassari don Romano nasce a Pieve Cesato il 6 febbraio 1942 e viene ordinato sacerdote il 28 giugno 1966. È stato vicario cooperatore a S. Giuseppe e dal 1968 parroco a Monteromano (Marradi). Il 1° marzo 1975 è stato nominato parroco della parrocchia di Glorie di Bagnacavallo. Dal 13 settembre 1994 è stato Parroco di S. Maria degli Angeli in Sarna e parroco di S. Margherita in Rivalta fino a quando ha lasciato l’incarico nel novembre 2015.


L’impegno della Diocesi per l’accoglienza dei profughi ucraini: l’intervento del vescovo monsignor Mario Toso

vescovo accoglienza ucraini

Di seguito riportiamo l’intervento di S.E. Mons. Mario Toso per la conferenza stampa del 12 maggio 2022 relativa all’accoglienza dei profughi ucraini sul territorio diocesano e della Romagna faentina. 

Buongiorno,

saluto il Signor sindaco e tutti gli intervenuti a questa conferenza stampa.

L’iniziativa odierna intende presentare l’impegno di accoglienza posto in essere nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Ucraina a causa di una insensata guerra di aggressione che, da un momento all’altro, può farci precipitare in un baratro di morte e di distruzione.

Si tratta di un impegno di accoglienza che richiede energie umane, sinergie con l’autorità pubblica, risorse economiche, strutture organizzative, ma che ha anche un profilo strettamente pastorale. Coinvolge, infatti, la Chiesa nelle sue molteplici articolazioni (dalla Caritas diocesana alle Caritas parrocchiali, dalla Fondazione Pro Solidarietate alle comunità parrocchiali, fino a giungere alle associazioni ecclesiali, alle Suore Clarisse ora residenti a Montepaolo), alla cui base sta quell’unica dimensione della carità che rappresenta un elemento costitutivo dell’essere Chiesa. Col profilo pastorale si accompagna sia un’esemplarità educativa sia una valenza di segno sociale emblematico, sebbene insufficiente rispetto all’ampiezza delle urgenze.

Il Direttore della Caritas diocesana, don Marco Ferrini, che mi preme di ringraziare per primo, illustrerà nel dettaglio l’impegno della Chiesa locale sul fronte dell’emergenza ucraina.

Quale Vescovo di questa Diocesi di Faenza-Modigliana desidero semplicemente evidenziare che questo impegno a favore di chi si trova nel bisogno non si manifesta solo in occasione della gravissima situazione che tutti insieme stiamo cercando di affrontare, ossia la situazione relativa ai profughi ucraini. È un impegno di carità che da tempo stiamo portando avanti ogni giorno, con il Centro d’ascolto diocesano e con i centri d’ascolto parrocchiali, prestando attenzione ad un’umanità sofferente che purtroppo in questi anni, anche a causa del Covid, è aumentata sempre più, includendo migliaia di immigrati provenienti dall’Africa, dalla Siria e da Paesi orientali, ma anche non pochi italiani. Mi pare che questa iniziativa di una Conferenza stampa sia quanto mai opportuna non solo per informare  i cittadini e le istituzioni civili che si sono contraddistinte per la l’ammirevole generosità e per una fraternità concretamente solidale, ma anche per non far calare l’attenzione nei confronti di tanti fratelli e sorelle, specie bambini e donne, della loro situazione che purtroppo sembra debba continuare per tempi non brevi.

In questa opera sono preziosi il lavoro dei volontari e la generosità di quanti offrono il proprio contributo affinché le numerose iniziative possano trovare quella continuità che consente di organizzare un servizio attento ed efficace alle persone e ai loro bisogni. In primis a tutti gli operatori della Caritas, ma anche ai volontari della Farsi Prossimo, va  il nostro ringraziamento. Come già detto sopra, Don Marco presenterà a breve alcuni dati significativi circa il numero dei profughi ucraini, i luoghi ove sono ospitati e le offerte che sono pervenute.

Il riferimento al brano evangelico dell’obolo della vedova, che sottolinea la preziosità e l’alta meritorietà agli occhi di Dio del dono anche del povero, non ci esime dal ringraziare coloro che, come il qui presente dott. Paolo Castellari, hanno voluto far pervenire alla Diocesi il loro consistente contributo per sostenere le iniziative che sono al centro della conferenza di oggi.

Grazie a tutti per la partecipazione e l’attenzione

                                                + Mario Toso


Festeggiamenti per la Beata Vergine delle Grazie: le celebrazioni (28 aprile – 8 maggio)

Di seguito le indicazioni delle celebrazioni. Giovedì 28 aprile la celebrazione di apertura della Novena alla Madonna delle Grazie alle 18 in Cattedrale. La messa sarà presieduta dal vicario generale don Michele Morandi.

Giovedì 28 aprile in Cattedrale si celebrerà l’apertura della Novena alla Madonna delle Grazie, patrona della città di Faenza e della Diocesi di Faenza-Modigliana. Alle 17.30 si reciterà il Rosario, alle 18 la Santa Messa presieduta da don Michele Morandi (vicario generale).

Alle ore 20.30 alla parrocchia dei Cappuccini si terrà l’incontro formativo “La Maternità della Chiesa”. La Chiesa nostra madre: trasmettere la fede nel quotidiano a cura di monsignor Francesco Cavina, vescovo emerito di Carpi.

Dal 28 aprile al 8 maggio proseguiranno i festeggiamenti per la Beata Vergine delle Grazie. Ogni giorno in Cattedrale si reciterà alle 17.30 il Rosario e alle 18 sarà celebrata la Santa Messa. 

Venerdì 29 aprile alle 20.30 viene proposta la Veglia di  preghiera per la pace a Santa Maria Maddalena, sabato 30 aprile sempre alle 20.30 a San Marco si svolgerà la Veglia di preghiera per le famiglie, domenica 1 maggio alle 19 si terrà la Veglia di preghiera per le vocazioni a Santa Maria dell’Angelo presieduta da don Michele Morandi, lunedì 2 maggio ore 20.30 a San Giuseppe si terrà la Veglia di preghiera per il lavoro, martedì 3 maggio ore 20.30 al Paradiso si terrà la Veglia di preghiera per i Migranti, mercoledì 4 maggio ore 20.30 a San Francesco si terrà la Veglia di preghiera per i malati, giovedì 5 maggio ore 18-19.30 ci sarà la benedizione degli automezzi ritrovo al parcheggio di piazzale Tambini al Palacattani e alle 20.30 si terrà la Veglia di preghiera per i sacerdoti a Sant’Antonio.

Nelle mattine della novena l’immagine della Madonna sarà portata in visita presso una realtà simbolo legata all’intenzione di preghiera di quel giorno mentre nel pomeriggio la sacra immagine sarà portata nelle case di riposo della città.

Nei giorni successivi ci sarà la festa solenne della Beata Vergine delle Grazie. Venerdì 6 maggio alle 20:30 si celebrerà l’Atto di affidamento con ritrovo alle 20.30 nella chiesa di San Domenico dove si terranno i vespri, a seguire la processione con l’immagine della Madonna delle Grazie fino alla Cattedrale per corso Mazzini dove si terrà l’atto di affidamento a Maria da parte della città e della diocesi presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. 

Sabato 7 maggio alle 10.30 in Cattedrale si celebrerà la Santa Messa Pontificale presieduta dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. Durante la Messa sarà offerto il cero da parte del sindaco Massimo Isola, al termine la benedizione della città e della Diocesi. Alle ore 16 avrà luogo la fioritura dei bambini e l’atto di omaggio alla Madonna della torre civica, alle ore 17 si celebreranno il Rosario e i Vespri, alle ore 18 si celebrerà la Santa Messa presieduta dal vescovo Mario e l’offerta dei ceri da parte dei rioni cittadini.

Alle ore 21 sul sagrato della Cattedrale si terrà il concerto Gospel con il coro Voices of Joy e domenica 8 maggio alle ore 9 si celebrerà la Santa Messa nella Chiesa del Cimitero, alle 10.30 la Messa in Cattedrale per gli anziani e i malati presieduta dal vescovo emerito Claudio Stagni. Alle ore 15.30 si celebrerà la Santa Messa nella chiesa dell’Ospedale, alle ore 17 in cattedrale si terrà il Rosario, alle 17.30 in Cattedrale i Secondi Vespri solenni e a seguire alle ore 18 in Cattedrale si celebrerà la Santa messa in suffragio dei confratelli e consorelle defunti dell’Arciconfraternita della Madonna delle Grazie.