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Il vescovo Mario nomina don Emanuele Casadio direttore della Caritas diocesana

Richiamato il Decreto (Prot. PN 6/2021-48 in data 21 febbraio 2021) con cui il Rev.do Don Marco Ferrini è stato nominato Incaricato della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana;

richiamato il Decreto (Prot. 17/2017-136 in data 23 giugno 2017) con cui è stato approvato il regolamento della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana;

tenuto conto che il 13 ottobre 2021 il Rev.do Don Emanuele Casadio è stato nominato Vice Direttore della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana e, quindi, ha maturato l’esperienza necessaria per lo svolgimento di questo delicato compito;

volendo procedere all’avvicendamento del precedente Direttore Don Marco Ferrini i cui impegni pastorali non gli consentono più di dedicare il tempo necessario a tale ufficio;

a norma dell’art. 7 del medesimo regolamento;

con la presente

NOMINIAMO

il Rev.do Don Emanuele Casadio Incaricato della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana fino alla scadenza del triennio in corso.

 

La presente nomina ha effetto dal 1° gennaio 2023.

Faenza, 9 dicembre 2022

                                                                                  + Mario Toso, vescovo


Lutto: è morto don Paolo Suardi, per tanti anni parroco nella Diocesi di Faenza

E’ tornato alla Casa del Padre il 10 dicembre 2022 don Paolo Suardi, presbitero incardinato nella nostra Diocesi, nativo della diocesi di Bergamo. Nato il 21 dicembre 1930 fu ordinato a Faenza il 17 dicembre 1955. Don Paolo Suardi, sacerdote della nostra Diocesi, è stato parroco di San Silvestro fino al 1984 ed è morto sabato scorso a Gaverina Terme (suo paese natale) in provincia di Bergamo all’età di 91 anni. Le esequie saranno celebrate oggi pomeriggio alla parrocchia di Gaverina Terme.


Immacolata: a San Francesco la messa pontificale col vescovo Mario

Alle 11 di giovedì 8 dicembre, alla chiesa di San Francesco di Faenza, si celebrerà la santa messa pontificale per la Solennità dell’Immacolata concezione presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso. La celebrazione sarà animata dal coro Laudate Dominum, diretto da Rosa Ricci. Sul numero del Piccolo di questa settimana, Enrico Argnani ha scritto un articolo proprio su questo coro.

In questo giorno sarà possibile vedere le sculture in legno, ancora in divenire, dell’artista Giorgio Palli. Queste opere si trovano nel parco antistante la chiesa.

giorgio palli

In questo periodo alla parrocchia di San Francesco è inoltre attiva la Lotteria della Befana. I biglietti sono disponibili in fondo alla chiesa. L’estrazione si terrà l’8 gennaio 2023 alle 16 nel chiostro.


Il saluto del vescovo Mario ai moderatori e segretari del Cammino sinodale: parte il 2° anno di ascolto

Di seguito viene riportato il saluto del vescovo Mario ai moderatori e segretari del Cammino sinodale in Diocesi. Il 28 novembre in Seminario è stato infatti presentato dall’équipe il secondo anno di Ascolto. 

Carissimi,

sono contento di vedervi così numerosi anche in questo secondo anno del cammino sinodale.

La nostra Chiesa diocesana, grazie a voi, ha fatto sentire la sua voce e ora vi chiede di approfondire e di allargare quanto è stato fatto.

Mentre dico questo potrebbero sorgere due obiezioni: “Ancora? Non abbiamo già ascoltato? Cosa dobbiamo ascoltare di nuovo?”; si potrebbe, cioè, avere la paura di ripetere qualcosa di già fatto. E, poi, ci si potrebbe anche chiedere: “Ma con tutte le cose che dobbiamo fare, come facciamo ad aggiungere anche questa? Non ci viene chiesto troppo?”.

 

L’incontro di questa sera intende rispondere alle due domande-obiezioni:

  • non dobbiamo fare un doppione dell’anno scorso: siamo chiamati, piuttosto, ad approfondire e ad allargare su tematiche specifiche che chiamiamo cantieri (e che questa sera verranno presentati a partire dal Vademecum diocesano Di una cosa sola c’è bisogno, che è stato preparato con cura e che vi sarà distribuito). I cantieri sono quattro: l’annuncio, le relazioni, i ministeri e la liturgia;
  • non dobbiamo fare lo sforzo di aggiungere tante cose, quanto di trasformare le realtà in cui viviamo e operiamo – pensiamo anche solo alle nostre aggregazioni, associazioni, ai nostri movimenti) in strumenti o luoghi di sinodalità, di ascolto, di annuncio, di servizio.

 

Su questo aspetto, il terzo cantiere sui ministeri ci può dare una mano a riscoprire nell’ascolto della Parola, nella vita spirituale, nella preghiera la fonte e l’alimento di ogni servizio nella e per la Chiesa.

Vi ringrazio per quanto avete fatto e state facendo. Ugualmente vi inviterei a continuare in questo servizio con cuore e mente aperti allo Spirito. La nostra Chiesa di Faenza-Modigliana ha bisogno di voi, della vostra capacità di ascoltare e di raccogliere quanto emerge dal santo Popolo di Dio dei nostri territori: voi siete il volto concreto di una Chiesa che annuncia, che accoglie, che ascolta la voce dello Spirito d’amore e di verità.

Senza di voi questo cammino rimarrebbe solo sulla carta, in tante parole: grazie a voi esso potrà, invece, incarnarsi nelle pieghe della società, a contatto con la realtà e gli uomini di oggi, per un annuncio nuovo. Dobbiamo pensare che l’obiettivo di tutto il nostro lavoro è quello di porre oggi le condizioni perché un domani, in questo territorio, possa continuare l’annuncio del Signore Gesù, che con la sua incarnazione, morte e risurrezione è venuto a salvare le persone, a far nuove tutte le cose.

Ci alziamo in piedi e iniziamo questa serata con il segno della croce e la preghiera allo Spirito Santo perché venga a prendere casa nei nostri cuori.

 

La preghiera del Sinodo

Siamo davanti a Te, Spirito Santo,

mentre ci riuniamo nel Tuo nome.

Con Te solo a guidarci,
vieni e prendi casa nei nostri cuori;

insegnaci la via da seguire
e come dobbiamo percorrerla.

Siamo deboli e peccatori,
non lasciare che promuoviamo il disordine.

Non lasciare che l’ignoranza
ci porti sulla strada sbagliata
né che la parzialità influenzi le nostre azioni.

Fa’ che troviamo in Te la nostra unità
affinché possiamo camminare insieme verso la vita eterna

e non ci allontaniamo dalla via della verità

e da ciò che è giusto.

Tutto questo chiediamo a te,
che sei all’opera in ogni luogo e in ogni tempo,

nella comunione del Padre e del Figlio,
nei secoli dei secoli.

Amen.


Il 27 novembre si è celebrata la Giornata della Casa del Clero

Da qualche anno il nostro vescovo Mario Toso ha voluto dedicare la prima domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico, alla conoscenza e al sostegno dell’importante e necessaria struttura della Casa del Clero Card. Cicognani, inaugurata il 25 giugno 2016. Qui vengono accolti sacerdoti e persone religiose di età avanzata, bisognosi di essere custoditi anche per il loro stato di salute. Al momento sono accolti sette sacerdoti e una suora in appartamentini individuali a seconda delle condizioni e necessità di ciascuno e due sacerdoti nei posti convenzionati con l’Opera Santa Teresa. Il coordinatore della Casa del clero Danilo Cicognani, sempre vicino a tutti gli ospiti della Casa, ricorda alcuni sacerdoti che, in questi anni, sono passati dalla… ‘casa del clero… alla casa del Cielo’.

Dalla casa del clero… alla casa del Cielo

don Piero drei
Il ricordo più vicino è rivolto a don Piero Drei, arrivato nelle nostre stanze dell’Rsa nell’estate del 2017 poi a novembre trasferitosi negli appartamenti. Ho passato molto tempo con lui, è stato un prete sempre in moto, abbiamo trascorso molte mattine a camminare insieme finché la salute gliel’ha consentito. Per lui era fondamentale entrare in relazione con le persone e sentiva molto il passaggio dalla parrocchia di Glorie alla Casa del Clero per l’assenza dei bimbi dell’asilo, dei parrocchiani e dei collaboratori. Nonostante questa fatica è riuscito a ricostruire rapporti andando a servire a San Pier Laguna e dialogando con i nostri volontari. Ha mantenuto rapporti coi ragazzi seguiti al Ceis di Ravenna, alle loro famiglie; durante questi ultimi anni ha continuato a chiamarli e invitarli; teneva anche appesi quadri che gli erano stati regalati da loro. Ha sopportato in modo esemplare la sua malattia… una vera croce da portare, soprattutto nell’ultimo anno; un anno nel quale lentamente ma progressivamente si è visto portar via le proprie autonomie fino al saluto conclusivo dal letto di ospedale. Nella convivenza col proprio dolore don Piero ha lasciato a tutti una testimonianza di fede profonda e autentica. Don Piero pregava spesso: quando lo si andava a trovare voleva pregare insieme il Santo Rosario. Don Romano Baldassari è arrivato nella nostra struttura già in conclamata malattia. Una delle malattie più invalidanti e impegnative. Sei lunghi anni che lentamente l’hanno spento. Nei primi tempi ho potuto condividere uno sprazzo del don Romano di un tempo. Camminando insieme gustava le cose belle del creato che lui amava, poi la preghiera alla Madonnina, la sua capacità di scherzare e farsi capire con gli sguardi quando le parole non potevano più assisterlo. Di don Romano ci tengo a dire che faticava molto a esprimersi, ma credo che per molto tempo abbia capito tutto quello che gli succedeva intorno anche se non riusciva a esprimerlo… Occorreva tempo per ascoltarlo, per osservarlo, ma alla fine ci si intendeva. Anche per lui, le ultime frasi che gli ho sentito pronunciare sono state le preghiere.
don-antonio-bandini
Don Antonio Bandini è stato con noi poco. Mi colpì la prima volta che lo incontrai quando mi disse: «Io coi preti non ci voglio stare, sono una brutta razza!». Poi una volta arrivato, pur muovendosi con la carrozzina, voleva a tutti i costi incontrare e dialogare coi confratelli a tavola; li andava proprio a salutare uno a uno. Era una persona che non si lamentava mai. Anche per lui la relazione coi parrocchiani è stata una grande forza, tanto che durante i pochi mesi trascorsi in questa casa, diverse volte ho organizzato coi suoi amici delle video-chiamate. Mi dispiace averlo visto così gravato dalla malattia, mi sarebbe piaciuto conoscerlo in forma.
Fra Agostino Vandi è stato con noi quasi quattro anni; una persona squisita che ha speso la vita per i Francescani di Faenza lavorando sodo e pregando. Alla Casa del Clero era molto fedele nel pregare i “suoi 50 Padre nostro”. Era una presenza gentile e, per l’età, direi pure delicata. Sempre in pace, ricordava con passione il proprio lavoro nella “cerca”, scherzando diceva di aver “finito” tre camion. Del vescovo monsignor Giuseppe Fabiani posso dire poco perché è arrivato allettato ed è stato molto in casa; è comunque stato un onore la sua presenza per noi. Comunicava soprattutto con delle occhiate perché faticava a parlare.
Monsignor Roberto Brunato, è difficile pensare che siano già passati quattro anni dal suo saluto o arrivederci. Una persona calda, simpatica. Lo riesco a ricordare solo col sorriso, nonostante gli ultimi mesi costretto a letto. Mi è stato accanto in dei momenti di fatica facendomi vedere un po’ di luce dove mi parevano esserci ombre. Una presenza preziosa. Monsignor Giuseppe Piazza è stato con noi davvero poco. Ricordo che sempre amava parlare di Lourdes. Mi torna in mente un episodio: fece recitare a tutti i confratelli a tavola più volte una preghiera a lui cara dedicata alla Madonna. Mi sembrava iniziasse più o meno così: “vorrei essere un fiore, un fiore che…”. Dopo aver spiritualmente vissuto e annunciato tante apparizioni sulla terra…, andando in paradiso è lui che finalmente è apparso alla Madonna! La vicinanza che la Provvidenza mi ha dato di vivere con voi sacerdoti, particolarmente negli ultimi giorni della vostra vita terrena, mi porta a un profondo e sincero senso di gratitudine per il bene da voi ricevuto e per quanto ancora farete dal Cielo, grazie.

Danilo Cicognani

Nella foto: don Piero Drei, don Marco Farlofi e don Romano Baldassari


Don Marco Donati nuovo parroco del Paradiso, il vescovo: “Vai in mezzo al popolo e getta le reti per costruire il Regno di Dio”

Una grande festa per tutta la comunità. Don Marco Donati, è il nuovo parroco di San Savino e Pieve Ponte di Faenza. L’ingresso è stato celebrato il 5 novembre scorso nella messa presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso, di cui riportiamo l’omelia.

L’omelia del vescovo

Cari fratelli e sorelle, viviamo un momento particolare di gioia perché le vostre comunità parrocchiali di san Savino e di san Procolo alla Pieve Ponte ricevono il loro nuovo parroco nella persona del presbitero don Marco Donati. Non si tratta di un momento formale, che tocca in maniera estrinseca la vita dei credenti. Il nuovo parroco è colui che nella parrocchia affidatagli dal vescovo, con lo stesso vescovo è chiamato a partecipare al ministero di Cristo, coadiuvato da altri presbiteri, diaconi e dall’apporto dei fedeli laici. Mentre rende presente e operante Gesù Cristo nella santa Chiesa, coordina Le attività parrocchiali a servizio del compito primario dell’evangelizzazione. Per mezzo della sua sollecitudine pastorale i fedeli rinascono dall’acqua e dallo Spirito per formare un’unica famiglia, riunita nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dell’Eucaristia. L’esperienza della comunità cristiana trova nella frazione del pane il dato costitutivo della sua identità, il dinamismo d’amore della sua missione nel tempo. L’Eucaristia fa la Chiesa, la rende comunione-comunità, la costituisce popolo missionario nel mondo. Come ci ha detto l’odierna pagina evangelica (cf Lc 20, 27-38) si tratta di un popolo che vive in Dio, il Dio dei viventi, ossia Colui a cui appartiene la vita di tutti. Cristo, vincendo la morte, ci rende partecipi della vita del Padre, vita eterna e piena, e ci pone in cammino verso di Lui.

Caro don Marco, come Cristo, sii in mezzo al tuo popolo per animarlo e rincuorarlo nel gettare le reti, per costruire il Regno di Dio. Sii davanti ad esso per condurlo ad abitare nella città trascendente e gloriosa. Come ho avuto modo di scrivere nella Nota pastorale di quest’anno, ogni comunità ecclesiale deve fare qualcosa per costruire il Regno di Dio. Come Gesù, caro don Marco, invita i credenti, alle volte scoraggiati e delusi dalla pesca infruttuosa, a rientrare in sé stessi, a riconoscere la propria debolezza ed a riprendere con coraggio il lavoro apostolico, non confidando tanto su progetti umani e personali, bensì sul progetto di Dio: un progetto aperto a tutti, non solo ad un «piccolo gregge», a gruppi ristretti. La tua incipiente esperienza di parroco sarà supportata da comunità vive e ricche di iniziative pastorali, formative, grazie a famiglie, catechisti, educatori, grazie all’AC e all’ACR, agli scout dell’Agesci. Le tue parrocchie sono state abituate ad essere aperte al territorio, case tra le casefamiglie nelle famiglieservizio d’amore cristiano nei luoghi della vita, del lavoro, della formazione, della sofferenza, della cura degli anziani. Basti pensare alla casa del Sole, ai Tigli, al Fontanone.  Non vanno dimenticati in particolare i soggetti con cui hanno interagito, e cioè il Centro di Aiuto alla vita, la Casa-famiglia del papa Giovanni XXIII, il Seminario.

Sostenuto dalla preghiera della comunità dell’Ara Crucis, dall’aiuto pastorale di don Gianni e del diacono Danilo, dalla collaborazione del Consiglio pastorale e degli affari economici, potrai incrementare gli aspetti positivi delle tue comunità.

Le parrocchie potranno essere ancor di più scuola di preghiera, luogo ove si cresce nell’amicizia col Signorenell’accoglienza del suo perdono. Il fatto che i bambini e i ragazzi vengano sì numerosi al catechismo, ma meno alla santa Messa, ti solleciterà a riscoprire, con le famiglie, la centralità della frazione del pane: con essa cresce la comunione tra le varie componenti ecclesiali, il senso missionario, lo slancio caritativo verso i più poveri.

La preghiera per le vocazioni era un pilastro dell’attività pastorale di don Romano, parroco dal 1977 sino al 2003. Lo rimane ancora oggi, a fronte della rilevante scarsità degli operai per la vigna del Signore. La presenza del gruppo liturgico e di tanti ministeri anche istituiti potrà imprimere un ulteriore impulso alla vita sacramentale, alla vita di contemplazione che tutti sono chiamati a praticare mentre si opera nei molteplici impegni. I giovani adulti, gli adulti, le famiglie, gli anziani hanno sempre bisogno di una formazione permanente.

Le diverse espressioni delle parrocchie, i diversi gruppi, le aggregazioni e le associazioni, con il tuo aiuto, potranno ancora di più gareggiare nello stimarsi a vicenda e a fare delle stesse parrocchie una casa e scuola di comunione.

Per il servizio alla comunione sono da potenziare gli organismi di partecipazione, incrementando la rotazione degli incarichi, educando alla corresponsabilità. La comunione andrà coltivata, in particolare, nella sua articolazione con l’unità pastorale e, su più vasto raggio, con la pastorale cittadina, oltre che diocesana, investendo sistematicamente nella formazione cristiana e spirituale dei giovani universitari e dei lavoratori, nonché dei numerosi professionisti di cui la città di Faenza è piena. Un aspetto oggi imprescindibile, curato da don Luca tuo predecessore, che qui ringrazio, è stato l’incontro con i cristiani di altre confessioni, in particolare con padre Mihail e la sua comunità moldava di san Savino, senza scordare l’attenzione e il dialogo con tante persone mussulmane e i credenti di altre religioni. La presenza dei credenti non sia presenza insipida nella società, bensì lievito potente di una nuova umanità, di una cultura aperta al trascendente.

La realtà che avrai difronte non è semplice, bensì complessa. Le parrocchie sono oggi, all’interno del cammino sinodale, chiamate a ripensarsi in chiave missionaria, a intensificare i rapporti e le collaborazioni con gli uomini e le donne di buona volontà che abitano i quartieri, a rispondere a urgenze educative sempre più evidenti tra i ragazzi e i giovani che né vanno a scuola né vanno a lavorare, esponendosi a vari rischi. L’aiuto del Signore, l’aiuto di don Bosco che tu conosci bene, il sorriso dei bimbi, la tenerezza e la dolcezza degli anziani ti apriranno il cuore alla speranza. Faranno scendere su di te la benedizione di Dio. I poveri e i più deboli ti faranno comprendere più profondamente e più concretamente che sei in mezzo al tuo popolo per servire più che per essere servito.

                                               + Mario Toso

Foto Morena Sansoni


Don Luca Ravaglia nuovo parroco a San Apollinare di Russi

don luca russi

Don Luca Ravaglia è entrato nella parrocchia di San Apollinare di Russi il 30 novembre 2022. La celebrazione per l’ingresso è stata presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso, di cui riportiamo l’omelia.

Autorità civili e militari, cari fratelli e sorelle nel Signore Gesù Cristo, oggi questa comunità di sant’Apollinare riceve il suo nuovo parroco nella persona di don Luca Ravaglia, proveniente dalla parrocchia di san Savino in Faenza. Vi è giunto a piedi, marciando a grandi passi. Un modo originale che ha certamente un suo significato non banale, che lo stesso don Luca vi spiegherà. Don Luca fa il suo ingresso in prossimità della Solennità di tutti i santi, dopo che Mons. Pietro Scalini ha rinunciato di essere parroco per essere incardinato in Russia. Una tale coincidenza ci fa riflettere sul fatto che la comunità cristiana e il ministero pastorale del parroco non sono avulsi dalla realtà di quella moltitudine immensa che comprende i santi dell’Antico e del Nuovo Testamento, i numerosi martiri dall’inizio del cristianesimo e i beati e i santi dei secoli successivi, sino ai santi e ai testimoni di Cristo del nostro tempo. Con la Solennità dei santi non festeggiamo solo coloro che sono in paradiso ma anche coloro che camminano su questa terra, verso la Gerusalemme celeste ove molti dei nostri fratelli e sorelle vedono Dio faccia a faccia, esultando e gioendo per la piena comunione con Lui. Non è questo un riferimento estemporaneo. È, invece, un pensare più realistico e più puntuale alla missione della nostra comunità cristiana e al ministero del parroco. È un pensarle attive e propositive entro quel popolo immenso che si snoda nei secoli e ci comprende. Le nostre comunità cristiane con le loro guide spirituali vivono nella comunione dei santi, condividendo quell’unica famiglia, ossia la Chiesa, che in Cristo Gesù ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito santo. In Cristo viviamo e plasmiamo una nuova umanità, impegnata nella costruzione del Regno di Dio. Le nostre parrocchie e la missione dei presbiteri partecipano al grande compito che Gesù Cristo ha affidato ai credenti sin dalla sua incarnazione: essere protagonisti della nuova creazione, ricapitolare tutte le cose in Cristo per rigenerarle.

Dall’essere in relazione con la comunità pellegrinante su questa terra, ma anche con la comunità che attende di essere purificata per entrare nel tempio di luce, ossia con la comunione di santi della terra e del cielo, derivano a noi responsabilità a cui normalmente non pensiamo. Nel rito di insediamento tali responsabilità ci sono così ricordate: crescere come Corpo di Cristo, come tempio dello Spirito santo; rendere viva testimonianza della carità del Signore e del suo Vangelo. Al parroco è in modo particolare chiesto di esercitare la funzione di Cristo capo e pastore in nome del Vescovo; di riunire la famiglia di Dio come fraternità viva per condurla al Padre per mezzo di Cristo. Inoltre, di coltivare nei fedeli il senso di appartenenza alla Chiesa cattolica e la consapevolezza della missione loro affidata: annunciare a tutti gli uomini la salvezza realizzata da Gesù Cristo, unica garanzia di un’autentica umanità. Al parroco verranno anche affidati i giovani, i bambini, le famiglie, con le quali condividerà la responsabilità dell’educazione alla fede. Inoltre, gli sarà consegnata la cura dei malati e dei moribondi. Infine, gli sarà raccomandata la cura dei fratelli e delle sorelle che ci hanno preceduti nel segno della fede e dormono il sonno della pace, attendendo la risurrezione della carne. Con ciò sarà evidente il nesso tra noi pellegrini e coloro che già sono giunti sulla sponda dell’al di là.

Caro don Luca, tu sai bene che le nostre comunità parrocchiali vivono della Parola di Dio e dell’Eucaristia, Pasqua in Atto. Parola e frazione del pane sono le due esperienze fondamentali attraverso le quali è possibile, per la Chiesa di ogni tempo, incontrare Gesù che si incarna, muore e risorge. Cura, assieme ai catechisti e ai genitori, la catechesi, come responsabilità continua di formazione mediante cui ai fanciulli, ai ragazzi, ai giovani e agli adulti non sono solo consegnati i contenuti della fede ma è insegnato un amore tenero e appassionato a Cristo. Senza un tale amore Cristo non è veramente incontrato e vissuto. Il cuore non arde per Lui e non ci si sente suoi. La comunità ecclesiale non è sentita come propria famiglia.

Con le varie componenti ecclesiali incoraggia la Chiesa a non vergognarsi della Croce di Cristo, a camminare nella luce del Vangelo, a non tradire la carità. Senza l’ascolto quotidiano della Parola, disertando la preghiera e la mensa eucaristica, si scivola nella schiavitù degli idoli che rendono inefficace il messaggio del cristianesimo. Lo annacquano in una sorta di religiosità civile e di tradizionalismo insipido, incapace di suscitare una speranza audace e cammini di conversione.

Aiuta, caro don Luca, le varie componenti laicali a divenire sempre più corresponsabili nella comunità assumendo i vari ministeri che le consentono di essere attiva nell’assistenza, nella distribuzione dell’Eucarestia, nelle attività di culto, nella carità, nell’assistenza degli anziani e delle persone ammalate. Vivi e fai vivere una spiritualità eucaristica, distribuisci il perdono del Signore che fa rinascere le persone come è rinato Zaccheo, anima le coscienze a costruire una reale sinodalità fatta di tanti passi convergenti, stando a fianco delle persone, vivendo le virtù cristiane. Auguro a te e a questa comunità la gioia di essere di Cristo per sempre.

                                      + Mario Toso


Le celebrazioni per le Solennità dei Santi e dei fedeli defunti

Martedì 1 novembre nella Basilica Cattedrale sarà celebrata la Solennità di tutti i santi, con la santa messa episcopale presieduta dal vescovo Mario alle 10.30.

Mercoledì 2 novembre monsignor vescovo presiederà la celebrazione in suffragio di tutti i fedeli defunti nella chiesa di San Girolamo, presso il cimitero cittadino dell’Osservanza con inizio alle ore 10. Seguirà la benedizione dei defunti nel cimitero. Nella stessa giornata, nella basilica cattedrale, in centro, le celebrazioni sono previste alle ore 8 e alle 18. E sempre in ricordo dei fedeli defunti si celebrano anche le sante messe di domenica 6, sempre in Duomo, alle ore 7.30 – 9 – 10.30 e 12. Inoltre, alle 18, il vescovo Mario presiederà la celebrazione in suffragio dei vescovi defunti.

In queste occasioni è possibile lucrare l’indulgenza plenaria per i defunti. Occorre confessarsi e comunicarsi entro il 30 novembre visitando, dalle 12 di martedì 1 novembre a tutta la giornata di mercoledì 2 novembre una chiesa, recitando il Credo, il Padre nostro e una preghiera secondo le intenzioni del papa. Oppure occorre visitare un cimitero dall’1 all’8 novembre pregando per i fedeli defunti.
In ciascuna parrocchia della diocesi sono programmate celebrazioni per questa occasione. Consultare in loco le indicazioni e gli orari.


Sabato 19 novembre la GMG diocesana alla parrocchia di Errano

E’ stato presentato il programma della Gmg diocesana, che avrà luogo sabato 19 novembre, a partire dalle 17, alla parrocchia di Errano. Alle 17.30 l’incontro “Viagg(io): verso l’incontro con l’altro”, assieme ad Andrea Provini, formatore capi Agesci, che ci aiuterà ad approfondire la spiritualità del cammino. A seguire la veglia e professione di fede con il nostro vescovo Mario e alle 20.15 cena e musica a volontà con la band BastardJazz. Durante la Gmg saranno date le prime info sulla Gmg mondiale di Lisbona, in programma nell’estate 2023.

Ai partecipanti è richiesto un contributo di 5 euro.