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Assemblea diocesana – 12 marzo

Nel contesto del Cammino sinodale, domenica 12 marzo 2023, alle 20.30, in Cattedrale a Faenza si terrà un’Assemblea diocesana con la presenza del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.

Ci sarà una Liturgia della Parola e a seguire un dialogo con il cardinale.

Ecco il libretto della celebrazione: preghiera assemblea diocesana.

 


Giovedì 2 febbraio a Sant’Agostino la celebrazione per la Giornata mondiale della vita consacrata

Giovedì 2 febbraio 2023 si celebra la Presentazione del Signore e la Giornata mondiale della vita consacrata. Alle 18 alla parrocchia di Sant’Agostino di Faenza sarà celebrata la messa presieduta dal vescovo Mario Toso. Sono invitati in particolare monache, suore e frati della Diocesi di Faenza-Modigliana.

Anniversari di Professione religiosa

Due anziani, Simeone e Anna, attendono nel tempio il compimento della promessa che Dio ha fatto al suo popolo: la venuta del Messia. Ma la loro attesa non è passiva, è piena di movimento. Seguiamo dunque i movimenti di Simeone: egli dapprima è mosso dallo Spirito, poi vede nel Bambino la salvezza e finalmente lo accoglie tra le braccia (cfr Lc 2,26-28) (Papa Francesco)

La storia si rinnova

80 anni di consacrazione Suor Celina Pisotta 60 anni Suor Lucia Eugubini Suor Maria Letizia Melandri Suor Maria Vincenza Melandri Suor Maria Scolastica Alpi 50 anni Suor Luisa Bassi Sr Lina Orfei

………. E continua oggi

1 anno Sr. Makdalina Nongsiej Sr. Marthina L Paliar Sr. Aitidaries Syliemlieh Sr. Rufina Nongsiej Accogliamo Gesù anche attraverso le braccia delle Sorelle della nostra Diocesi. Facciamo festa INSIEME.

Il Consiglio USMI


Giornata per la vita: il 20 gennaio incontro con Costanza Miriano

Il Centro di aiuto alla vita di Faenza – in collaborazione con la Diocesi, la Pastorale della Salute e la Pastorale Familiare – in occasione della 45esima Giornata per la Vita e la 31esima Giornata del malato propone l’incontro “Avrò cura di te… accogliere la vita nel mondo attuale” con relatrice la giornalista Costanza Miriano. L’appuntamento è venerdì 20 gennaio alle 20.30 a Faventia sales.

Laureata in lettere classiche all’Università di Perugiadopo aver studiato giornalismo si è trasferita a Roma dove ha cominciato a lavorare al Tg3. Ha esordito come scrittrice nel 2011 con Sposati e sii sottomessa, una raccolta di lettere alle amiche alle prese con problemi sentimentali e familiari, in cui sostiene la visione cristiana del  matrimonio. L’anno successivo è uscito Sposala e muori per lei, dedicato questa volta agli uomini, ai mariti delle “spose sottomesse”. I due titoli sono ispirati a un passo della Lettera agli Efesini di san Paolo (Ef 5,22-33).   Dopo quindici anni al Tg3, è passata ad occuparsi di informazione religiosa a Rai Vatiano. Ha collaborato con Avvenire, il Foglio, La Verità.  

Inoltre domenica 5 febbraio nelle parrocchie e in piazza del Popolo torna l’iniziativa “Una primula per la vita” a sostegno delle attività del Centro di aiuto alla vita e il progetto Gemma di adozione a distanza.


Cammino sinodale: il 12 marzo a Faenza Assemblea diocesana con il cardinale Zuppi

Nel contesto del Cammino sinodale che sta vivendo la Chiesa italianadomenica 12 marzo, alle 20.30, in Cattedrale a Faenza si terrà un’Assemblea diocesana convocata dal vescovo monsignor Mario Toso. È Stato invitato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei per un momento aperto a tutta la Diocesi e a tutte le persone, sia quelle coinvolte più da vicino sia a chi non conosce il Cammino sinodale.

L’Assemblea prevede un primo momento dedicato alla preghiera e a seguire un dialogo diretto con il cardinale, al quale verranno poste le domande arrivate dalle comunità cristiane e dai singoli nelle scorse settimane alla segreteria diocesana. “L’appuntamento di domenica è per noi davvero molto importante – spiegano i referenti diocesani del Sinodo, il vicario generale don Michele Morandi e Cristina Dalmonte -. È un’occasione per rilanciare, attraverso le parole e la testimonianza del cardinale Zuppi i percorsi di ascolto, di approfondimento e di allargamento che stiamo sperimentando”.

Cammino sinodale: coinvolti nella Diocesi più di 100 gruppi

Con la convocazione del Cammino sinodale, papa Francesco ha invitato tutto il popolo di Dio a interrogarsi sulla sinodalità: un tema decisivo per la vita e la missione della Chiesa. Partito nel 2021, il Cammino proseguirà fino al 2025 attraverso varie fasi. Nel primo anno dedicato all’ascolto la risposta del territorio diocesano è stata sorprendente sia per quantità e soprattutto per qualità. Sono state ascoltate più di 2.300 persone di ogni età, genere, condizione sociale e ambito di vita. Da gennaio ad aprile 2022 si sono formati più di 100 gruppi sinodali che hanno prodotto un documento di sintesi inviato alla Cei.

Il secondo anno del Cammino sinodale è chiamato ad approfondire e ampliare i temi emersi nell’anno precedente, proseguendo il lavoro dei gruppi sinodali attraverso quattro Cantieri (Annuncio, Relazioni, Ministeri, Liturgia). Il dialogo con il cardinale Zuppi darà nuovi spunti di riflessione proprio su questo ambito.

Per approfondire

Intervista ai referenti diocesani don Michele Morandi e Cristina Dalmonte sul Piccolo

Libretto di preghiera dell’Assemblea diocesana

 


E’ morto don Carlo Matulli, originario di Marradi

messa matulli

E’ morto il 5 gennaio 2023 don Carlo Matulli, originario di Marradi, parroco di Cardeto e cappellano dei migranti italiani in Svizzera. Incardinato nella nostra diocesi da diversi anni viveva a Firenze.

Don Carlo Matulli era nato il 30 luglio 1926 ed è stato ordinato sacerdote il 12 marzo 1949.

Le esequie di don Matulli si sono celebrate il 7 gennaio a al Convitto Ecclesiastico dove viveva. La tumulazione avverrà lunedì mattina, nel frattempo il feretro sarà posto nella cappella del cimitero di Cardeto.


Passeggiata per la Pace. Foto, tappe, riflessioni. Il vescovo: “Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace”

“Nessuno può salvarsi da solo” è il Messaggio di papa Francesco per questa Giornata mondiale per la Pace, e in centinaia si sono ritrovati a Faenza, il primo gennaio, per testimoniare che è davvero possibile unirsi per costruire assieme un mondo di pace. Tante le tappe del corteo partito dal Seminario: dall’ospedale, dove sono stati ringraziati gli operatori sanitari, al Mic, patrimonio Unesco e simbolo della ricostruzione postbellica, fino al monastero di Santa Chiara che ospita ancora oggi profughi ucraini. La passeggiata ha avuto come ultima tappa piazza del Popolo, dove ha presenziato anche il vescovo Mario, a cui è seguita la messa in Cattedrale celebrata dallo stesso monsignor Toso. Durante la Passeggiata, sono state lette le riflessioni estratte dall’ultimo libro del vescovo, Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace, con prefazione del professor Stefano Zamagni, in cui si sollecita il superamento dei pacifismi declamatori, auspicando il potenziamento della via della nonviolenza attiva e creativa. “La guerra va sconfitta – si legge nel libro del vescovo – predisponendo a livello spirituale, sociale, economico e politico e istituzionale, tutto ciò che la previene e la rimuove”. La bussola, in questo percorso, è la Dottrina sociale della Chiesa.

Al corteo hanno partecipato ucraini e russi e fedeli di diverse religioni, come la comunità islamica. In questo modo, si riprende un percorso di dialogo e riconciliazione. All’inizio della Passeggiata è stato inoltre ricordato l’operatore Caritas Damiano Cavina, che si è sempre speso tanto sui temi della pace e del dialogo interreligioso e la cui eredità in tal senso non va dispersa.

Seminario

La Passeggiata ha avuto inizio in Seminario. Nel 1963, sessant’anni fa, Giovanni XXIII, pubblicò la sua ultima Enciclica: la “Pacem in terris”. La prima, rivolta non solo ai cattolici, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Questo, a pochi mesi dalla conclusione della crisi dei missili nucleari russi a Cuba. In essa, come noto, scrisse: “E’ folle (alienum est a ratione) pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia”. Angelo Roncalli, prima della sua elezione al soglio pontificio, fu più volte ospite nel vescovado di Faenza in quanto era amico del vescovo mons. Giuseppe Battaglia, anch’egli bergamasco. Quest’ultimo, era stato nominato vescovo di Faenza il 21 agosto 1943 e fin da subito dimostrò la propria autonomia di giudizio e azione verso il regime. Nei sette mesi dei bombardamenti, assieme al clero si prodigò per prestare soccorso e aiuto anche economico in tutta la diocesi. Per tale motivo
nel dicembre del ‘45 il governo lo insignì della medaglia d’argento al valor militare. Questo seminario è stato costruito per suo volere, nel dopoguerra, anche allo scopo di dare lavoro ai faentini. Nell’atrio di ingresso è posto un busto del Papa Buono. La villa estiva del seminario faentino era a Lenna, in provincia di Bergamo.

Ospedale civile

Ci si è poi spostati di fronte all’ospedale civile. Fu edificato in una decina d’anni dal 1752 al 1763 per volere del vescovo di Faenza, Antonio Cantoni sui ruderi della Rocca Manfrediana. In esso confluirono i precedenti ospitali di Sant’Antonio Abate e di San Nevolone. Il vescovo Cantoni affidò la conduzione dell’ospedale alle suore dell’ordine di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), che mantennero l’incarico fino al 1797, anno in cui furono espulse dai francesi.

Chiesa di San Savino

La chiesa è dedicata al vescovo martirizzato ai tempi di Diocleziano e sepolto a Spoleto. Il santo è protettore di Faenza, assieme a Pier Damiani, Emiliano e Terenzio. Le sue reliquie sono in Duomo nella grande cappella a lui intitolata, situata a sinistra dell’altare maggiore. La chiesa, attualmente, è in uso alla Chiesa Ortodossa Moldava, dipendente dal Patriarcato di Mosca, che l’ha intitolata ai Santi Pietro e Paolo.

Museo delle Ceramiche

Il Museo Internazionale delle Ceramiche è stato fondato nel 1908. Gaetano Ballardini ne fu il principale artefice. Nel maggio 1944, un bombardamento ne causò la quasi completa distruzione con gravi e insanabili perdite nelle collezioni e nel materiale archivistico. Altre ceramiche andarono distrutte in altri depositi in campagna. Ballardini non si perse d’animo e grazie a donazioni nazionali ed internazionali riuscì a ricostituirlo. Nel 2011, è stato dichiarato “Monumento Unesco testimone di una cultura di Pace” come “Espressione dell’arte Ceramica nel Mondo”.

Lapide a ricordo di due vittimi civili della guerra

Al numero civico 54 di Viale delle Ceramiche una lapide ricorda Luigi (Gino) Alessandrini di 19 anni, studente e lo zio Giovanni Caroli, di 40 anni, allenatore di cavalli. Nella notte del 1 settembre a Solarolo, nei pressi del ponte sul Senio, si ebbe uno scontro fra partigiani e tedeschi in seguito al quale tre di questi rimasero uccisi. Il giorno successivo fu ordinato dai nazisti un grande rastrellamento nelle campagne circostanti con l’intento di dare una punizione esemplare. I due faentini, si trovavano nei pressi, ma sebbene senza alcuna colpa ed estranei alla politica furono catturati assieme ad altri sette giovani contadini. Furono condotti alla sede della Brigata Nera a Villa San Prospero dove subirono un sommario interrogatorio tra minacce e torture. La sera del 2 settembre 1944 furono fucilati e impiccati dai nazifascisti a Ponte Felisio.

Monastero Santa Chiara

La presenza delle clarisse a Faenza è attestata almeno a partire del 1223, ottocento anni fa, viventi ancora San Francesco e Santa Chiara. Il loro convento fu il primo a nord dell’Appennino, il 13° in Italia. Attualmente si sono trasferite a Monte Paolo, dove il portoghese Sant’Antonio si ritirò prima di dimostrarsi, nel 1222 a Forlì, strepitoso predicatore e a Rimini taumaturgo. Attualmente nel Monastero sono ospitate famiglie ucraine in fuga dalla guerra.

Piazza del Popolo

Esattamente 75 anni fa, il 1° gennaio 1948, entrò in vigore la Costituzione. Il testo era stato approvato dieci giorni prima dall’Assemblea Costituente, i cui componenti erano stati eletti dal popolo italiano il 2 giugno del 1946. Contemporaneamente si era svolto il referendum che aveva scelto la Repubblica. Tra i 556 membri della Costituente vi furono anche due faentini di opposti schieramenti politici, entrambi partigiani: Benigno Zaccagnini, per la Democrazia Cristiana, della quale fu segretario nazionale durante il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. Medico, fu Ministro del Lavoro e dei Lavori Pubblici. Pietro Nenni per il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Si deve a lui, in quanto “Ministro per la Costituente”, l’abbinamento tra Referendum e elezioni. Successivamente fu presidente del Partito Socialista Italiano.

Entrambi approvarono la Costituzione che all’art. 11 recita che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali” e all’art 52 stabilisce “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.” Dovere che può essere adempiuto anche attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato”

L’incaricato alla Pastorale sociale e del lavoro, Flavio Venturi: “Promuovere azioni di pace”

Il lavoro è un fattore indispensabile per costruire e preservare la pace. Esso è espressione di sé, dei propri doni, ma anche impegno, fatica, collaborazione con altri, perché si lavora sempre con o per qualcuno. In questa prospettiva marcatamente sociale, il lavoro è un luogo dove impariamo a dare il nostro contributo per un mondo più vivibile e bello.

“Sono le parole di Papa Francesco contenute nel messaggio per la giornata mondiale della pace dello scorso anno – ha detto l’incaricato alla Pastorale Sociale, Flavio Venturi -. Parole che fanno riflettere soprattutto in un momento come questo in cui la pandemia da Covid 19 ha creato gravi scompensi nel mondo del lavoro: aziende che chiudono, giovani che non trovano occupazione, adulti che perdono il lavoro, con gravi ricadute sulle famiglie. Papa Francesco riprende questi concetti nel messaggio per la Giornata della pace di quest’anno e ci dice: “Mentre, da una parte, la pandemia ha fatto emergere tutto questo, abbiamo potuto, dall’altra, fare scoperte positive: un benefico ritorno all’umiltà, un ridimensionamento di certe pretese consumistiche, un senso rinnovato di solidarietà che ci incoraggia ad uscire dal nostro egoismo per aprirci alla sofferenza degli altri e ai loro bisogni. Da tale esperienza è derivata più forte la consapevolezza che invita tutti, popoli e nazioni, a rimettere al centro la parola “insieme”. Infatti, è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi.”

“Cosa possiamo fare per contribuire alla costruzione di un sistema di pace? – riflette Venturi -. Concludo con le parole di papa Francesco, tratte sempre dal suo messaggio per la giornata della pace di quest’anno: dobbiamo promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti ed alle guerre che continuano a generare vittime e povertà, prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune ed attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico, combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo ed un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. A noi il compito di dar seguito a queste indicazioni di Papa Francesco sul nostro territorio”.


È morto il Papa Emerito Benedetto XVI. Il 3 gennaio la messa in suffragio in Cattedrale a Faenza

È morto oggi, alle 9.34 del 31 dicembre 2022 il Papa Emerito Benedetto XVI, le cui condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi giorni. “Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”, si legge nel comunicato della Santa Sede. Il papa emerito e 265esimo Papa della Chiesa cattolica aveva 95 anni.

Dalla mattina di lunedì 2 gennaio 2023, il corpo del Papa Emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. Con animo grato per il dono del Papa Benedetto XVI, il vescovo monsignor Mario Toso si unisce alle preghiere per il ritorno del Pontefice alla Casa del Padre e invita la comunità diocesana a partecipare alla preghiera. Martedì sera 3 gennaio alle 20,30 in Cattedrale a Faenza, sarà presieduta dal nostro vescovo una S. Messa in suffragio di Benedetto XVI.

“E’ morto serenamente” riportano dalla Santa Sede

E’ morto serenamente, nella sua stanza al primo piano del Monastero Mater Ecclesiae all’interno dei Giardini Vaticani, il Papa emerito Benedetto XVI, assistito amorevolmente dal suo segretario particolare e Prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein, e dalle quattro laiche consacrate Memores Domini che erano al suo fianco già durante i suoi otto anni di pontificato, cui sono seguiti quasi sette anni di vita a servizio della Chiesa “nascosto al mondo”, come lui stesso aveva annunciato con la storica rinuncia dell’11 febbraio 2013. L’allarme per le condizioni di salute di Joseph Ratzinger, che avrebbe compiuto 96 anni il prossimo 16 aprile, era cominciato in tutto il mondo dopo le parole pronunciate da Papa Francesco, al termine dell’udienza generale del 28 dicembre: “Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo: è molto malato chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine”. “Posso confermare che nelle ultime ore si è verificato un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età”, aveva dichiarato ai giornalisti poche ore dopo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “La situazione al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici. Al termine dell’udienza generale Papa Francesco si è recato al monastero Mater Ecclesiae per visitare Benedetto XVI. Ci uniamo a lui nella preghiera per il Papa emerito”. Più confortante il bollettino del portavoce vaticano relativo al giorno dopo, 29 dicembre: “Il Papa emerito è riuscito a riposare bene la notte scorsa, è assolutamente lucido e vigile e oggi, pur restando gravi le sue condizioni, la situazione al momento è stabile. Papa Francesco rinnova l’invito a pregare per lui e ad accompagnarlo in queste ore difficili”. La stampa tedesca, nello stesso giorno, aveva fatto sapere come il Papa emerito avesse rifiutato il ricovero in ospedale per poter rimanere in quella che in questi quasi dieci anni è stata la sua casa. L’ultimo bollettino medico del portavoce vaticano, prima dell’annuncio della morte di stamattina, risale a ieri alle 15: “”La scorsa notte il Papa emerito ha potuto riposare bene. Anche ieri pomeriggio ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa nella sua camera. Allo stato attuale la sua condizione è stazionaria”.

Quella di Joseph Ratzinger, dunque, è stata una morte naturale dovuta all’avanzare dell’età: un appuntamento a cui il Papa tedesco, pastore mite e forte dalla fede granitica, si era adeguatamente preparato, come aveva già confidato al suo biografo, Peeter Seewald, nel 2016, nel suo libro “Ultime conversazioni”: “Bisogna prepararsi alla morte. Non nel senso di compiere certi atti, ma di vivere preparandosi a superare l’ultimo esame di fronte a Dio. Ad abbandonare questo mondo e trovarsi davanti a Lui e ai santi, agli amici e ai nemici. A, diciamo, accettare la finitezza di questa vita e mettersi in cammino per giungere al cospetto di Dio. Cerco di farlo pensando sempre che la fine si avvicina. Cercando di prepararmi a quel momento e soprattutto tenendolo sempre presente. L’importante non è immaginarselo, ma vivere nella consapevolezza che tutta la vita tende a questo incontro”. Illuminanti, a questo proposito, sono le parole affidate alla lettera scritta all’indomani del Rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, la sua diocesi, l’8 febbraio 2022: “Ben presto mi troverò di fronte al giudice della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). In vista dell’ora del giudizio mi viene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte”.