ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Faenza, cattedrale 15 agosto 2025.
L’Assunzione di Maria in cielo, in anima e corpo, è il compimento di una unità sublime, incominciata con l’Incarnazione del Figlio di Dio nel grembo della Vergine.
La Madre di Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, Verbo fatto carne, nonpoteva non condividere il destino glorioso di Colui che Ella, in modo ineffabile, ha intessuto come essere umano sotto il suo cuore. Come ogni bimbo e ogni bimba crescono e sono alimentati dalla propria madre, con il suo sangue, con la sua vita, così il Bambino Gesù è stato sviluppato e partorito prima dalla mente e poi dal ventre di Maria.[1]
Il Verbo incarnato ha reso Maria la Donna del parto, che con il suo sì è divenuta Madre della Misericordia suprema, del Misericordioso per eccellenza, che reca perdono, giustizia e pace per tutti. Tenendo Cristo al centro del proprio corpo Ella è divenuta centro del mondo. Donna in uno col Cielo è la porta del Cielo. È il ricettacolo e la scaturigine della nuova creazione. È il centro diffusivo di un nuovo ordine cosmico.
Il Figlio di Dio è stato concepito in uno con la Madre Maria. Lei ne è divenuta ricettacolo, casa, seno che l’ha allattato. Le sue labbra l’hanno baciato e le sue braccia l’hanno preso sulle ginocchia e sollevato sino alle proprie guance.
Maria è divenuta tutto questo per il Signore Gesù, in quanto è stata Umanità che ha desiderato intensamente Dio.
Nel cammino di Maria, che accoglie il Figlio di Dio in sé, la sua esistenza diviene esperienza di un grande Mistero: il Mistero intero di Cristo, mistero di incarnazione, morte e risurrezione.
La Madre, in una comunione costante con il Figlio è con Lui anche nel momento più drammatico, quello della Passione. La Passione di Gesù diviene la Passione di Maria.
Ciò avviene, soprattutto, ai piedi della Croce. Là dove con Lui, partecipando nell’intimo delle sue viscere al dolore del Salvatore sofferente, genera una nuova umanità, resa unica famiglia dei popoli della terra dallo Spirito.
Presso la Croce, percorre spiritualmente con il Figlio il tunnel buio della morte. Esso non è porta sbarrata, ma è passaggio, che si apre ad una vita in pienezza.
Come la morte di Cristo spalanca all’umanità il Paradiso, così l’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, mediante l’Assunzione, trae Colei che generò l’Uomo nuovo lassù nel Cielo, alla destra del Cristo glorioso. L’Amore potente di Dio la rende Assunta in Cielo, come Lei quaggiù l’aveva accolto nella sua umanità, nella nostra umanità.
Attorno alla sua Assunzione prende vita il nostro futuro, si affollano le nostre vite fragili, bramose di definitività.
Se Lei oggi, davanti ai nostri occhi, è innalzata verso il Cielo, come l’ha rappresentata il pittore Tiziano, noi crediamo che la nostra comunione con il Risorto ci innalzerà accanto al Figlio e a Lei, ove siamo tutti attesi.
Il tempo che ci resta, che ci separa ancora da quel momento di risurrezione, non è frattura profonda, insuperabile. Non dobbiamo viverlo con un dubbio che ci squassa nell’angoscia su questa terra, sino a considerare civiltà, pietà, libertà, la morte dolce, il suicidio solitario o assistito. Viviamo, piuttosto, nel desiderio struggente di un compimento che, seppure passi attraverso il dramma della morte, sfocerà in un approdare certo. Saremo accompagnati dal Pastore dagli occhi grandi, Gesù, che ci ha preceduti. Confidiamo in Maria addolorata, nei nostri cari, nell’amore e nella pietà delle cure dei nostri fratelli e sorelle, la cui missione è di servire la vita, finché umanamente possibile.
Noi aspettiamo la risurrezione della carne. Giungeremo nel Cielo, in Paradiso, tra le braccia dell’Amore potente, eternamente vivificante, del Signore della vita.
Oggi, solennità dell’Assunta della Beata Vergine Maria, detta anche Pasqua dell’estate, sia momento di profonda gioia e contemplazione. Preghiamo, meditando tutte queste cose nel cuore. La Donna dell’ascolto, del parto del Figlio di Dio, dell’Assunzione è segno di sicura speranza e consolazione per noi, popolo pellegrino sulla terra. Lei risplende come primizia ed immagine della Chiesa, chiamata alla gloria. Pensiamo, dunque, alle cose di lassù, all’Autore della vita. Approssimandoci sempre più alla gloria della risurrezione, il nostro amore e le nostre fatiche nel servire la famiglia, la Chiesa, questa terra dilaniata dalle guerre e calpestata da potenti boriosi, che spadroneggiano sulle vite e sul creato, diventeranno più leggere. Le nostre sofferenze sono già aperte alla consolazione della gloria del Cielo, ove Maria è Regina degli angeli e dei santi.
+ Mario Toso
[1] Cf Agostino, Sermo 215, 4. PL 38, 1074.