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La Pace nasce dalla famiglia
Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2008)
Messaggi
27-12-2007

Il messaggio del Papa per la prossima Giornata della pace mette a fondamento dei rapporti tra i popoli la realtà della famiglia naturale, quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, tanto per intenderci. La famiglia diventa riferimento per tutta l’umanità sia perché i principi che regolano i rapporti in famiglia sono anche quelli che regolano i rapporti tra i popoli (giustizia, amore tra fratelli e sorelle, funzione dell’autorità, servizio ai deboli, aiuto vicendevole, accoglienza dell’altro, perdono) sia perché l’umanità (in modo analogico, cioè con una somiglianza reale, anche se non identica) è una famiglia di popoli che abitano una casa comune che è la terra.

Tenendo presente questo parallelismo si capisce l’importanza che il Papa dà all’educazione alla pace in famiglia, la necessità di avere Dio come riferimento che ci fa essere tutti fratelli, figli di un unico Padre: ‘senza questo Fondamento trascendente la società è solo un’aggregazione di vicini, non una comunità di fratelli e sorelle, chiamati a formare una grande famiglia’ (n.6).

Come conseguenza viene il dovere di rispettare l’ambiente, che non può essere preda degli interessi di nessuno, e la necessità di gestire le risorse energetiche nel rispetto dei più poveri e delle successive generazioni.

Come il rapporto tra i componenti di ogni famiglia è regolato naturalmente da una regola uguale per tutti, così nel rapporto tra i popoli ‘bisogna risalire alla norma morale naturale come base della norma giuridica’; è possibile scoprire, ‘almeno nelle sue linee essenziali, questa legge morale comune che, al di là delle differenze culturali, permette agli esseri umani di capirsi tra loro circa gli aspetti più importanti del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto’ (n.13).

Il messaggio si chiude con un appello preoccupato a superare la corsa agli armamenti, e a smantellare gli arsenali nucleari, come ormai da 40 anni i Papi vanno chiedendo. E la durezza del cuore degli uomini non è motivo per cessare di indicare le vie della pace, con riflessioni e argomenti, che proprio dall’unità che l’uomo vive a livello personale, familiare e sociale trovano la loro intima forza convincente.

Buon Natale
Gli auguri del vescovo per le festività 2007
Messaggi
21-12-2007

Il desiderio più forte che sento ogni anno in questi giorni è quello di aiutare quanta più gente possibile a vivere il Natale nella verità. Riuscire cioè a superare i falsi atteggiamenti che prendiamo per l occasione, e metterci semplicemente di fronte alla realtà di Gesù che, nato a Betlemme da oltre 2.000 anni, non ha ancora cessato di far parlare di sé.

Di fronte al Natale ci sono i distratti, ci sono i contrari, e ci sono quelli che cercano di andare come i pastori nella notte, per vedere questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere . Non credo ci siano tante altre cose da fare, che guardare a questa realtà, cercando di cogliere che cosa questo Bambino ci ha portato; lo facciamo tutti gli anni, perché tutti gli anni ne abbiamo bisogno.

Quest anno in modo particolare, perché ci sembra che ci sia qualcuno che con particolare impegno sta cercando di portarci via Gesù bambino dal presepio, che cioè vuole dimostrare che nessun Dio si è fatto uomo, perché non ce n era bisogno.

Ogni epoca ha cercato di fare senza Dio, e di risolvere i problemi con le sole forze dell uomo, arrivando, dopo successivi fallimenti, a decretare l impossibilità di trovare un rimedio, e affermando che la vita dell uomo dunque non ha nessun senso. Ma noi sentiamo che non può essere così, perché ci rimane nel cuore un desiderio di infinito (di vita, di amore, di giustizia, di pace ) che deve pur nascere da qualche cosa.

E l esperienza delle piccole gioie, delle piccole speranze realizzate, se anche ci lasciano un senso di insoddisfazione, però ci fanno capire che siamo fatti per qualcosa di più grande.

Grazie, Signore Gesù, perché con la tua presenza ci lasci intravedere che non c è solo quello che vediamo con i nostri occhi, ma c è anche quello che tu ci hai portato come un dono grande dell amore del Padre. Hai fatto in modo che anche noi potessimo vivere da figli di Dio, non solo insegnandoci la nuova legge dell amore, ma donandoci un cuore nuovo per mezzo del tuo Santo Spirito; e hai voluto che questa possibilità fosse data a tutte le genti.

La nostra speranza è tutta qui, nel sapere che ciò che desideriamo di più bello e di più buono è possibile, perché tu lo hai portato con te venendo nel mondo, e ci concedi di raggiungerlo per noi e per tutti, anche se in modo imperfetto fin che siamo nel tempo, e in modo pieno quando saremo con te nella vita vera.

Questo sì, che è Natale!

Buon Natale catechisti
Editoriale del giornalino diocesano dei catechisti
Messaggi
13-12-2007

Pensando ai Catechisti, ai quali mi rivolgo attraverso questo numero di Incontro in occasione del Natale, non posso non ricordare le giornate formative fatte all inizio dell anno sullo Spirito Santo. Una riflessione che ha portato a cono­scere qualcosa in più su questo divino Sconosciuto , attra­verso le sue opere. Giustamente è stato illustrato ciò che fa lo Spirito nella Chiesa, e si è lasciato intravedere anche la sua fantasia nel suscitare sempre nuove iniziative di santità, di carità, di comunione, perché in questo lo Spirito non ha confini.

Mi auguro che quella riflessione abbia davvero molto inco­raggiato i nostri catechisti, che hanno certamente motivi per perdersi d animo. Sapere che lo Spirito Santo già lavora nell animo dei ragazzi prima ancora che arrivi la nostra parola; sapere che nessuna parola cade inutilmente, senza che abbia portato il suo frutto come la pioggia di primavera; sapere che l esito non dipende dalla nostra buona volontà ma da ciò che lasciamo fare a Lui tutto questo non può che aprire il cuore alla speranza, e dare coraggio al nostro annuncio su Gesù.

Perché anche Gesù è un dono suo: e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo , affermiamo nel Credo. Se lo Spirito Santo ha ope­rato perché Gesù venisse al mondo, è ancora Lui che opera perché Gesù sia accolto da noi, ed è opera sua quando Gesù è riconosciuto come il Signore .

Il Natale, cari catechisti, non è l occasione per demoraliz­zarci vedendo che i nostri ragazzi non vengono nemmeno a Messa quel giorno, tanto non c è il catechismo; è l occa­sione per fare l esperienza che davvero noi siamo immersi in un grande mistero di amore, di cui lo Spirito è il princi­pale attore, che ci ha chiamati a collaborare semplicemente perché non si fermi l annuncio di quella notte: E nato per noi il Salvatore, che è Cristo Signore . Alleluia.

Avvento, per riscoprire i segni del Regno
Messaggio alla diocesi per l'inizio dell'Avvento
Messaggi
30-11-2007

L’Avvento del Signore per il cristiano ha almeno tre significati: la preparazione alla celebrazione della nascita di Cristo;orientare il nostro spirito verso il Signore che viene alla fine del tempo; accogliere il Signore riconoscendolo nel Regno di Dio che avanza anche oggi in modo misterioso.

Per la verità questi significati sono tra loro collegati, e si possono considerare come aspetti diversi dell’unico mistero del nostro incontro con Dio. Nel Natale di Gesù, Dio ci è venuto incontro, accorciando le distanze tra Cielo e terra, affinché nella nostra vita noi potessimo camminare con Lui, riconoscendolo in tutti i segni attraverso i quali si manifesta la presenza e la crescita del suo Regno, in vista dell’incontro definitivo ed eterno quando saremo sempre con Lui.

L’aspetto più facile da capire è certamente la preparazione al Natale, anche perché vi è il clima esterno che porta a questo, seppure in modo un po’ superficiale; una preparazione vera comporta una conversione nella nostra mentalità e nella nostra vita, per accogliere la novità che Cristo porta sempre con sé; e in questo la liturgia ci è di grande aiuto.

Ma la riflessione più efficace a me pare possa essere la scoperta dei segni del Regno, presenti nel nostro tempo, proprio in contrasto con il prevalere del male in tutte le sue forme, dalle cause naturali dei vari cataclismi, alle manifestazioni più efferate della cattiveria nei delitti e nelle guerre. In questo contesto trovare dei gesti di solidarietà, di aiuto generoso, di condivisione, di perdono è segno che c’è all’opera Qualcuno che non cede al prevalere del male, e riesce a far crescere anche nel cuore dell’uomo dei frutti che sono segno della sua presenza.

Dal momento in cui Gesù è venuto nel mondo è più facile trovare la via del bene, non solo perché c’è un insegnamento più chiaro, ma anche perché c’è l’esempio dei santi e l’aiuto dello Spirito Santo che lavora su tutta la terra. Sono queste le ragioni che ci fanno rivivere il Natale del Signore nella gioia e nella speranza, e ci sostengono nel fare la nostra parte, sapendo che nulla va perduto, ma tutto converge al bene, per coloro che sono nell’amore del Signore.

Messaggio del vescovo in occasione della elezione di don Paolo Pezzi ad Arcivescovo della diocesi della ‘Madre di Dio’ a Mosca
Messaggi
21-09-2007

La Chiesa di Faenza-Modigliana gioisce grandemente nel Signore per la nomina ad Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca di don Paolo Pezzi della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo. Nato alla vita e alla fede cristiana nella parrocchia di Russi, diocesi di Faenza-Modigliana, dove ancora vive la sua famiglia, don Paolo è molto conosciuto ed amato nella sua terra di origine. Siamo grati al Signore per la scelta di questo figlio della nostra Chiesa, che da tempo è al servizio della Chiesa cattolica a San Pietroburgo, dove collabora con lui un altro sacerdote sempre della nostra diocesi. Ci sentiamo quindi particolarmente uniti anche alla Chiesa sorella di San Pietroburgo per la promozione all’episcopato di don Paolo, e ci sentiamo già coinvolti a sostenerlo con la preghiera e la nostra fraterna partecipazione nel nuovo delicato ministero a cui l’ha chiamato la stima del Santo Padre. A nome della Chiesa di Faenza-Modigliana esprimo sincere felicitazioni a don Paolo, alla sua famiglia, alla Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo, mentre invoco per lui e per tutti i suoi cari la più ampia benedizione del Signore.

Buon anno, scuola!
Messaggio in occasione dell'inizio dell'anno scolastico
Messaggi
06-09-2007

Buon anno scolastico agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale della scuola. Con la ripresa della scuola riprendono anche tutte le attività sociali che con l’estate sono state sospese. Può essere significativo per gli scolari vedere che tutti sono chiamati a lavorare, a realizzare un impegno, a svolgere una attività per il bene comune. A volte i ragazzi sono portati a pensare che andare a scuola sia una fatica solo per loro, e che quando sarà finita potranno essere finalmente liberi. Invece è importante sapere che tutti sono chiamati ad una occupazione, e che lo studio è un diritto e un dovere come il lavoro. Con questo breve messaggio, oltre agli auguri per il nuovo anno scolastico perché sia una nuova opportunità di crescita e di preparazione alla vita, preme assicurare la partecipazione della Chiesa diocesana a tutto ciò che ruota attorno al mondo della scuola. Se tutti i momenti della vita di una persona sono preziosi, diventano preziosissimi quelli dai quali dipende tutto il resto, come è la fase formativa dell’età scolare. Per questo la Chiesa guarda con premura ai ragazzi e ai giovani, e alla loro formazione. Il Papa a Loreto, rivolgendosi a centinaia di migliaia di giovani fra l’altro ha detto: ‘Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere’ Siate vigilanti! Siate critici!… Non abbiate paura di preferire le vie alternative indicate dall’amore vero”; e fra queste ha ricordato anche ‘un impegno onesto nello studio e nel lavoro’. La scuola è sempre stata vista come il luogo in cui si imparano gli strumenti per una critica documentata agli eventi della vicenda umana; sarebbe un abdicare ai propri fini allinearsi alle mode propagandate dai mass media, secondo un diffuso conformismo. Il coraggio di andare contro corrente oggi è dei giovani che si impegnano, che studiano, che scelgono i valori giusti sui quali improntare la propria esistenza. Con questi auspici auguro un buon anno scolastico e chiedo per tutti la benedizione del Signore.

Benvenuti giovani
Messaggio ai givani accolti in Diocesi in occasione dell?agorà dei Giovani Italiani
Messaggi
30-08-2007

La Chiesa di Faenza-Modigliana dà il benvenuto ai giovani delle diocesi di Lucca, Udine, Asti e Sora e alle delegazioni dei giovani della Russia e di Israele, che sono accolti dalle nostre famiglie, nel progetto dell’Agorà dei giovani 2007. Cari giovani, ancora non vi conosciamo, ma già vogliamo bene a ciascuno di voi, che, nel cammino verso Loreto per l’Agorà dei Giovani ha scelto di incontrare la nostra Chiesa diocesana, in un gemellaggio breve e intenso di ascolto reciproco. Le nostre famiglie si erano preparate ad accogliere un numero triplo di giovani, di quanti saranno presenti. Questo vi dica la gioia e il desiderio di accogliervi con simpatia e cordialità. Vi trasmetteremo, spero, un po’ della schiettezza romagnola di cui andiamo fieri; ma soprattutto cercheremo di ascoltare voi e il vostro mondo, le vostre attese e i vostri progetti, le storie delle vostre comunità di provenienza e tutto ciò che di bello saprete trasmetterci. Una iniezione di gioventù nella nostra città sarà senz’altro una benedizione. Spero che i faentini si accorgano non solo della vostra presenza, ma anche della vostra testimonianza gioiosa. Sono certo che dopo il vostro passaggio non rimarranno vetrine rotte e scritte sui muri, ma il ricordo di giovani che ci hanno dato e detto qualcosa di vero, di bello e di buono, mostrando che è possibile giocarsi per un ideale alto e grande come è la vita cristiana. In questi ultimi giorni di agosto la vostra presenza sia come una breve primavera, promessa di una stagione bella per la Chiesa e per il Paese. In attesa di incontrarvi, vi saluto e vi benedico. + Claudio Stagni, vescovo

Per la Carità del Papa
messaggio alla diocesi in occasione dell'Obolo di san Pietro
Messaggi
24-06-2007

Domenica 24 giugno si celebra la Giornata per la carità del Papa. La coincidenza con la solennità della nascita di S. Giovanni Battista rende impossibile la celebrazione di una Messa votiva di S. Pietro, ma non impedisce di ricordare ugualmente il ministero del Santo Padre, che sovrintende nella carità tutta la Chiesa. Infatti il significato della Giornata, conosciuta anche come Obolo di S. Pietro, vuole essere soprattutto in segno di comunione con il Papa, e un gesto di vicinanza al suo ministero universale. Questo gesto è tanto più significativo ora, di fronte ai troppi segnali contrari che vengono espressi in tutto il mondo e anche in Italia, a volte con una acredine che si pensava scomparsa in un mondo che si ritiene civile. Il nostro contributo per le iniziative di carità che il Papa sostiene in tutto il mondo, assume quindi il valore di un gesto di affetto e di consenso alla persona del papa Benedetto XVI e al suo magistero. La nostra Diocesi nel 2006 ha raccolto a questo scopo 13.278 euro, cioè poco più di un euro a testa considerando tutta la popolazione, 4/5 euro tenendo conto solo di coloro che mediamente partecipano alla Messa. Questo non è un rimprovero per nessuno, ma una constatazione del nostro poco fervore. Quando lo scorso 7 ottobre partecipammo all’udienza delle Diocesi della Romagna, il Papa si mostrò molto attento alle nostre Chiese, cosa che hanno potuto constatare anche i vescovi nella ‘visita ad limina’ dello scorso gennaio. Sarebbe molto bello se volessimo cogliere l’occasione della prossima giornata della carità del Papa per dire che ci siamo accorti del bene che il Papa vuole a tutte le Chiese, e ringraziarlo per ciò che fa anche per l’Italia. In tutte le Messe di domenica 24 giugno si dovrà pertanto fare la colletta per la carità del Papa, e versare il ricavato presso la Curia diocesana

Rioni, non solo Palio
Messagio del vescovo ai rioni di Faenza in occasione del Palio del Niballo
Messaggi
14-06-2007

In queste settimane i rioni stanno già vivendo i primi impegni delle varie gare, che culmineranno nella disputa del Palio domenica 24 giugno. E un momento di fervore che coinvolge tutti in un modo o nell altro, ed è giusto viverne al meglio la partecipazione. Per i campioni significa esibirsi al meglio delle proprie capacità, per i sostenitori si tratta di fare il dovuto tifo di incoraggiamento, per tutti i cittadini c è l orgoglio dell appartenenza al proprio rione, soprattutto nel momento delle vittorie, in particolare per quella finale.Il breve messaggio che in questa occasione sono lieto di indirizzare a tutti coloro che si impegnano per il Palio, vuole essere un segno di partecipazione da parte mia all impegno che viene profuso tutto l anno da parte degli atleti, dei dirigenti e di tutti i rionali, e che in questa stagione del raccolto si vede maggiormente.Riflettendo sulla realtà che a Faenza tiene in piedi la vita attorno ai rioni, mi sono chiesto se c è la percezione della mission che tutto questo deve conseguire, per evitare di fermarsi a curare bene gli strumenti, senza tenere conto dello scopo che attraverso di essi si vuole raggiungere. Anche perché secondo me la stessa vittoria del Palio non può essere lo scopo di tutta l impresa, ma un mezzo per un obiettivo più alto. La cosa bella è che questo obiettivo si può raggiungere anche se uno non ci pensa; ma è chiaro che è sempre preferibile che vi sia coscienza di quello che si fa e perché lo si fa. In questo modo, tra l altro, si avrebbe sempre la misura per valutare se ciò che stiamo facendo è nel giusto oppure no. Su questo però sarà bene pensarci alla ripresa; adesso bisogna concentrarsi tutti sulla gara, perché anche quest anno il Palio sia una vera festa per tutta la città, e un momento bello di appartenenza per ogni rione.In attesa di vederci allo stadio e sul sagrato del Duomo, saluto tutti di cuore.