[ott 20] Omelia – Santa Messa di inizio anno scolastico

vescovo scuola
20-10-2025

SANTA MESSA INIZIO ANNO SCOLASTICO

Faenza, Seminario 20 ottobre 2025.

Anche chi educa è chiamato ad arricchirsi presso Dio e non solo per sé stesso. Volendo tradurre l’insegnamento del Vangelo di oggi (cf Lc 12, 13-21) con riferimento all’opera educativa, siamo invitati a orientare la nostra attività pedagogica in modo tale che sia vissuta come un compiersi in Dio. Gli educatori cristiani sono chiamati a svolgere la loro missione educatrice ponendo in cima a tutto, prima che l’amore a sé stessi, l’amore per Dio e per gli altri, amati come Egli vuole. Se l’educazione, come l’ha definita un grande educatore dei giovani, ossia don Bosco – ben conosciuto anche qui a Faenza, ove venne a fondare una sua opera, che ha avuto il suo sviluppo in via san Giovanni Bosco, nel luogo in cui si trova attualmente Faventia Sales -, è una questione di cuore, per essere cristiana, quale ci si propone in una scuola cattolica, dobbiamo viverla con un cuore che vive in simbiosi con il Cuore di Cristo (cf enciclica Dilexit nos di papa Francesco), ossia con un cuore che ama come quello del Signore Gesù, attingendo alla Croce e all’Eucaristia la vita dell’Amore di Dio, perennemente a noi donato mediante il suo Corpo e il suo Sangue, lo Spirito santo.

Ecco perché all’inizio di un nuovo anno scolastico ci troviamo qui attorno alla mensa che Cristo stesso prepara per noi, perché ci nutriamo di Lui, del suo Amore, che non finisce mai di amare; perché acquisiamo il suo stesso stile di vita, quello di Colui che è Dono in atto, che è venuto non per essere servito, ma per servire.

Dall’esperienza, credente e assidua, dell’Amore di Cristo derivano effetti trasfiguranti – nel senso di divinizzanti, elevanti, corroboranti, umanizzanti – per l’educazione, per la relazionalità che essa implica, per gli educatori che si ripropongono di essere degli artigiani di relazioni; per l’intera comunità scolastica, che è strutturata sulle relazioni di più soggetti co-educanti (discenti, docenti, personale istituzionale, famiglie, associazioni delle famiglie). Nella nostra missione educatrice Gesù Cristo non è da considerare un semplice modello da imitare per la sua alta ed empatica relazionalità. Egli non è da considerare una Persona la cui relazione è esteriore alla nostra. È Colui nel quale siamo, come ci ha insegnato san Paolo, e con Lui viviamo le nostre relazioni. Se viviamo costantemente in Cristo, nelle nostre relazioni educative vive anche Lui. E viene comunicato, in certo modo, non solo il nostro amore, ma anche il Suo. La nostra azione pedagogica acquisisce un alto valore evangelizzante, di testimonianza di Colui nel quale siamo, viviamo, non come insegnanti o educatori qualsiasi.

Per la Chiesa, la scuola cattolica, proprio per coloro che la istituiscono e la animano, portandola a buon fine, è un ambiente educativo speciale, ove le doti umane dei discenti e dei docenti, le loro relazioni, i loro metodi pedagogici, le modalità di uso degli strumenti di supporto all’educazione – mezzi tradizionali o moderni che siano, come l’intelligenza artificiale -, non subiscono diminuzioni nelle loro potenzialità positive, ma sono lievitate, accresciute. Con discernimento sapienziale, critico, sono indirizzate verso un’educazione integrale (non integrista), che abilita al pensiero pensante (non solo calcolante). Con un tale approccio all’educazione, cari docenti e responsabili, potete giustamente pensare che, operando nella scuola cattolica, o in altra scuola come quella statale, ben preparati professionalmente e spiritualmente, servirete le famiglie, la società civile, le comunità religiose, arricchendo il territorio, le imprese. La vostra spiritualità ben coltivata, che vi aiuta ad incarnare nella vostra relazionalità educante quella di Cristo, vi renderà protagonisti di un nuovo umanesimo, che potrà aiutarvi anche a dare un’anima alla nuova tecnologia. Voi riuscirete con l’esperienza dell’amore di Cristo a insegnare e a capire che il vostro vero amore supera mille volte l’amore di tutti i possibili robot empatici che si vorrebbe implementare per sostituire le relazioni personali, la stessa relazione d’amore di Cristo, cosa che appare impossibile. Le invenzioni tecnologiche non sono in grado di replicare l’amore di Dio. Semmai riescono a mimarlo. L’educazione vera è questione di cuori veri, di cuori non meccanici o artificiali. Non sottraiamoci all’opera dell’educazione veramente umana ed umanizzante: una missione che ha bisogno di persone reali, concrete, coscienziose e sensibili. Ossia persone aperte a Dio Amore, all’amore Infinito, che crea dal nulla, è redimente ed innovatore.

Come Abramo, di fronte all’Amore di Dio e alle sue promesse, rafforziamo la nostra fede in Lui. Diamo a Lui gloria con la nostra vita di educatori ed educatrici innamorati di Lui, appassionati della sua opera redimente e trasfiguratrice.

                                                       + Mario Toso