Cari giovani educatori e volontari nelle Missioni AMI,
avete concluso un importante percorso di formazione per svolgere un servizio significativo per la nostra Diocesi, nelle attività estive delle vostre comunità e nel volontariato in terra di missione, accompagnato dall’AMI.
Vi ringrazio per l’amore a Gesù e per la collaborazione con i vostri parroci e con l’AMI.
La Messa che stiamo celebrando non è qualcosa di estraneo all’attività educativa e missionaria che vi attende: l’Eucaristia, l’esperienza del Signore Risorto nella nostra vita, è il centro originante e propulsivo di ogni azione di servizio della Chiesa, delle sue attività missionarie, educative, comprese quelle estive.
Come abbiamo ascoltato nella seconda lettura tratta dall’Apocalisse: tutti sono chiamati ad amare con la loro vita e a rendere onore gloria e benedizione al Signore Gesù, morto e risorto per noi. Tutti, animatori, giovani, ragazzi e ragazze che parteciperanno ai campi estivi, sono invitati a vivere le future attività con amore, in amicizia e gioia, crescendo nella consapevolezza di essere sempre con Gesù e di sentirsi coinvolti da Lui per farlo amare.
Il mandato che vi consegnerò ha questo importante significato: siete chiamati ad animare e a educare con Gesù, con il suo amore. La Chiesa vi affida questa missione. Nelle vostre fatiche e nelle vostre attività educative non sarete da soli, impegnati solo a titolo personale, ma insieme al Signore Gesù, a nome di tutta la Diocesi, che voi rappresenterete.
La vostra missione se è abbastanza semplice da descrivere, allo stesso tempo non è così facile da realizzare. Richiede un cuore grande, un «cuore a cuore» con Gesù, empatia come la sua, capacità di accompagnamento e di proposta. Dovrete portare ai ragazzi, ai bambini, ai vostri compagni, il grande «tesoro di vita e di amore che non può ingannare, il messaggio di Gesù che non può manipolare né illudere». «Simile tesoro di vita e di amore è una risposta che scende nel più profondo dell’essere umano e che può sostenerlo ed elevarlo. È la verità che non passa di moda, perché è in grado di penetrare là dove nient’altro può arrivare» (EG 265). Dovrete portare a tutti e a ognuno l’annuncio che «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti» (EG 164). Vivendo in amicizia con Gesù troverete il senso di tutte le cose che farete, dei giochi che organizzerete, delle preghiere che proporrete.
Dal Vangelo che abbiamo ascoltato (cf Gv 21, 1-19) dobbiamo apprendere una cosa importante: gli apostoli, frastornati per la morte e risurrezione di Gesù, vanno a pescare senza Gesù, tornano a riva senza alcun risultato: non riescono a prendere nulla. Hanno, invece, una pesca abbondante, tanto da dover trascinare a riva le reti piene di pesci, non appena ascoltano quello che dice Gesù: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».
Quanto udito contiene per tutti noi, presbiteri, animatori, un insegnamento: l’esperienza di un’Estate ragazzi può essere organizzata e vissuta senza Gesù, come se Lui non ci fosse. In questo caso, ossia agendo da soli, si rischia di lavorare molto, ma a vuoto, di non prendere nulla. Ciò che ne consegue è lo scoraggiamento e la delusione. Al contrario, con Gesù, ascoltando la sua parola, la pesca può diventare incredibilmente abbondante. Anche quando non vediamo Gesù fisicamente, Egli è sempre in mezzo a noi. La sua Parola è capace di svegliarci. Il suo Amore ci ridesta, ci mette in moto, ci rende visionari, capaci di vederlo presente – il discepolo che Gesù amava sa scorgerlo e lo indica presente (cf Gv 21, 7) – , capaci di speranza.
Cari giovani, non dimentichiamo proprio questo. Nel nostro operare non siamo mai soli. Se Gesù è morto e risorto è sempre veniente in mezzo a noi, mediante la sua Parola e il suo Spirito d’amore. «Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. La sua presenza semina una forza senza uguali. È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia. I valori tendono sempre a riapparire in nuove forme, e di fatto l’essere umano è rinato molte volte da situazioni che sembravano irreversibili. Questa è la forza della risurrezione e ogni» educatore «è uno strumento di tale dinamismo» (EG 276).
Ringrazio don Massimo Geminiani e tutta l’Equipe di pastorale giovanile che vi hanno proposto di incontrare Gesù Eucaristia, Colui che più di ogni altro ci forma e ci modella con il suo Amore, secondo il suo cuore. Continuate ad avere fiducia in Gesù e nella sua parola. Ascoltatela, meditatela, fatela vostra. L’amicizia con il Signore richiede sforzo, impegno: ma tutte le cose belle sono frutto di un lavoro serio e costante. Lui ci aspetta e vuole stare con noi anche nei luoghi e nelle esperienze più diverse, e sempre ci chiede di seguirlo. Non abbiate paura. Diventate suoi amici! Ricordo a voi quanto ha detto il cardinale Parolin ai giovani adolescenti riuniti recentemente in piazza san Pietro: «Di fronte alle tante sfide che siete chiamati ad affrontare, non dimenticate mai di alimentare la vostra vita con la vera speranza, che ha il volto di Gesù Cristo. Con Lui nulla sarà troppo grande o troppo impegnativo. Con Lui non sarete mai soli né abbandonati, nemmeno nei momenti più difficili».
Cari animatori, non dimenticate di pregare la fonte della Speranza, ossia la Beata Vergine delle Grazie della quale abbiamo iniziato la Novena.
+ Mario Toso