Faenza, Seminario 5 maggio 2025.
Dopo 5 alluvioni dal 2023, dopo un terremoto nella zona del Mugello, dopo una tromba d’aria nella zona di Alfonsine, siamo sollecitati a vivere nei confronti della Madre di Dio presente tra di noi, una riflessione e un’azione spirituale, oltre che di testimonianza, imperniate su una devozione più vera e più convinta, meno ingessata. In questo senso, nella predicazione e nell’azione caritativa, come anche nel culto alla Beata Vergine delle Grazie, nella Festa della Patrona e nella celebrazione del Pallio, stiamo puntando a sollecitare momenti di ringraziamento filiale e riconoscente che non ripetono ma aggiornano la tradizione popolare: per la protezione avuta, in particolar modo, in occasione di minacciose e tragiche alluvioni che, in seguito anche ai cambi climatici, hanno danneggiato il territorio nelle case, nelle strutture civili e imprenditoriali, nelle colture, hanno, per fortuna, creato pochissimi decessi, in proporzione alla loro gravità e dimensione.
Vorremmo, poi, che la devozione non diventi motivo per demandare alla Beata Vergine delle Grazie quelle responsabilità che dobbiamo assumerci come comunità e associazioni, non escluse le parrocchie e i Rioni – anch’essi colpiti -, rispetto alla cura del creato, alla prevenzione e alla messa in sicurezza del territorio. Non dobbiamo, poi, perdere altro tempo nell’azione di tutela e di promozione di una vera e propria cultura ecologica, centrata non solo su competenze professionali e tecniche ma, soprattutto, sull’acquisizione di un’ecologia umana, richiedente una viva coscienza morale, cambio di mentalità e formazione secondo un’ecologia integrale. Non si riesce a realizzare un’ecologia ambientale senza la cura dell’ecologia umana.
A tal proposito, è bene che sia conosciuta di più l’iniziativa della nostra Diocesi, tra le prime in Italia, a riguardo dell’istituzione, con la collaborazione di varie entità religiose e civili, di una Comunità energetica.
La Festa della Patrona include l’allestimento di una Mostra fotografica, articolata nell’illustrazione della drammaticità delle alluvioni come anche dell’azione di recupero e di rinascita del territorio, con supporto efficace, alle famiglie e alle persone, anche dal punto di vista del sostegno psicologico.
Come potrebbe dire il Direttore della Caritas, che in questi anni si è voluto delocalizzare perché possa vivere meglio la «prossimità» ai vari centri abitati e alle persone nel bisogno, la Diocesi si è impegnata su più fronti: per il ripristino di locali alluvionati, per la progettazione e la realizzazione della riqualificazione di abitazioni e di appartamenti da destinare alle persone alluvionate o temporaneamente sfollate. Si pensi solo, oltre alle ristrutturazioni già avvenute – ove, per esempio, dei nonni sono rientrati negli ambienti della Cooperativa dell’Alveare, oppure ove è ospitata la Ludoteca comunale – all’avvio recente del cantiere dei lavori presso il complesso di san Domenico. Ma su questo potrà informare meglio, nei prossimi tempi, lo stesso Direttore della Caritas, don Emmanuele Casadio, il quale offrirà i rendiconti dei sussidi erogati a famiglie richiedenti.
Volendo sensibilizzare anche le nuove generazioni e una devozione più comunitaria e più missionaria, quest’anno si sono programmate, nel contesto della Novena, sia il mandato del vescovo agli animatori delle attività estive, dopo la previa partecipazione ad un corso di formazione, sia la benedizione di alcuni volontari nelle missioni, accompagnati dall’AMI.
Questo è avvenuto ieri sera, nella santa Messa in cattedrale, con l’animazione della Pastorale giovanile guidata da don Massimo Geminiani. Nel periodo antecedente alla Novena, l’Arciconfraternita della Beata Vergine delle Grazie ha organizzato assidui momenti di preghiera e di riflessione sull’urgenza della pace, oltre che in occasione della malattia di papa Francesco e della sua morte, nonché per accompagnare i Cardinali nei lavori delle Congregazioni e nel prossimo Conclave che avrà inizio il prossimo 7 maggio. La nostra preghiera è a chiedere al Signore un successore di Pietro che sappia raccogliere l’eredità di papa Francesco e sappia sviluppare, come già aveva anche affermato Benedetto XVI, la dimensione sinodale, che è costitutiva della Chiesa: essa consiste nel convenire da ogni popolo e cultura per diventare uno in Cristo e camminare insieme dietro a Lui, che ha detto: «Io sono la via, la verità e la vita». Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa nel terzo millennio.
+ Mario Toso