[set 17] Riflessione – Giornata per la Custodia del Creato

17-09-2021

Villa san Martino, 17 settembre 2021.

Eccellenza Reverendissima S. Ecc. Mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, Eccellenza Sig. Prefetto, Reverendissimi rappresentanti delle Chiese Ortodosse, Autorità militari e civili, anche quest’anno celebriamo la Giornata per la Custodia del Creato, e precisamente la 16a, avente per titolo «Camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). La transizione ecologica per la cura della vita.

  1. Effettuare una transizione ecologica

Nell’Instrumentum laboris, scritto in vista della prossima Settimana sociale dei cattolici a Taranto, dal 21 al 24 ottobre 2021, siamo invitati a riflettere sulla transizione ecologica che tutti sono chiamati a compiere per salvare la casa comune. Si tratta di un’espressione che non si trova nella Laudato sì. Essa sta ad indicare che, per realizzare un’ecologia integrale (ossia un’ecologia umana connessa ad un’ecologia ambientale) occorre transitare o passare dall’attuale situazione di degrado, di inquinamento e di distruzione del nostro pianeta, ad un cambiamento radicale dei parametri che guidano l’attuale sviluppo economico, che è consumistico e predatorio. Una tale transizione presuppone dapprima una conversione ecologica. Ossia una conversione come cambio radicale della stessa nozione di uno sviluppo di tipo materialistico, di un rapporto strumentale nei confronti del creato, dei pilastri individualistici ed utilitaristi dell’ordine sociale, degli stili di vita libertari, delle politiche economiche neoliberistiche, che finiscono per accrescere ingiustizie e diseguaglianze tra i popoli.

Perché una transizione sia giusta, occorre che sia:

  1. Sociale ed economica, culturale ed istituzionale, individuale e collettiva, ecumenica ed interreligiosa;
  2. ispirata dall’ecologia integrale e da un nuovo umanesimo aperto alla trascendenza;
  3. coinvolgente i diversi livelli dell’esperienza sociale che sono tra loro interdipendenti: organizzazioni mondiali, Stati, aziende, consumatori, ricchi e poveri, nuove e vecchie generazioni, Chiese cristiane e confessioni religiose;
  4. che sia compiuta insieme, attraverso un noi sempre più grande, attraverso un movimento globale, alla luce del bene comune.

 

  1. Presupposti pastorali e pedagogici della transizione ecologica

L’obiettivo pastorale indicato dall’Instrumentum laboris è la ricezione corale, da parte di tutte le comunità ecclesiali e religiose, delle molteplici famiglie, associazioni, aggregazioni e movimenti sociali, specie delle ultime due encicliche sociali (Laudato sì’, Fratelli tutti). Tutti i vari soggetti ecclesiali, in sinergia tra di loro, sono chiamati a far tesoro delle molteplici indicazioni emerse in questi anni. Ecco alcuni passi da compiere insieme perché la nostra vita cambi:

  1. un primo passo da compiere nelle nostre Diocesi e varie realtà ecclesiali, tramite specialmente l’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro, è quello di seminare le idee, i valori e le proposte emerse nel cammino dal tempo della Laudato sì’ ad oggi. Va, in particolare, messo in pratica il discernimento sociale anche nel suo quarto momento, quello del celebrare. Imparare a vivere cioè l’evangelizzazione del sociale e il discernimento in connessione con la Parola di Dio incarnata nella storia, specie nell’Eucaristia. Detto altrimenti: compiere il discernimento non solo per conto proprio, in maniera individualistica, ma nella comunità, confrontandosi con i soggetti con cui siamo in comunione, grazie all’evento dell’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù Cristo;
  2. un secondo passo sarà quello di imparare sempre più ad usare la rete come strumento per la connessione e lo sviluppo delle nostre comunità locali dal punto di vista della Pastorale sociale (ma anche delle altre Pastorali). Con la rete va incrementata la pastorale dell’ecologia integrale, con i relativi impegni, non escluso quello di suscitare il necessario cambiamento o la transizione ecologica, muovendo dalla conversione ecologica, da un cambiamento del cuore e dei pensieri, degli stili di vita, dal pentimento dei propri peccati ecologici;
  3. un terzo passo: coinvolgere e responsabilizzare di più i giovani, insistendo sull’educazione ecologica e sulla spiritualità connessa all’ecologia integrale. Nell’Instrumentum a pagina 57 si legge: «È necessario utilizzare anche i linguaggi della musica, dell’arte e della poesia per veicolare l’ecologia integrale nell’attuale contesto culturale. Chi meglio dei giovani può aiutarci in questo modo diverso di vedere, di sentire e di comunicare?»;
  4. quarto passo: il dialogo costruttivo con le istituzioni per muovere insieme passi decisivi, verso una nuova cultura per favorire la rinascita del nostro Paese. Non si tratta solo di parlarsi ma di trovare delle motivazioni profonde su cui convergere, con le quali operare insieme. Si tratta di individuare un nuovo pensiero per uscire dalla attuale crisi. Senza un nuovo pensiero condiviso, che si fa anche cultura, non si risolvono i problemi, semmai si aggravano. Dove troviamo un nuovo pensiero? Lo troviamo già in parte costituito in sintesi nella Dottrina sociale della Chiesa, che si aggiorna continuamente. Ma dobbiamo chiederci: noi crediamo alla DSC? È essa il perno del nostro discernimento e della nostra azione;
  5. quinto passo: il censimento delle buone pratiche, per far capire che il bene è possibile, che è possibile organizzare sempre di più nel nostro territorio la speranza.

 

 

                                        + Mario Toso

                              Vescovo di Faenza-Modigliana