Otto per mille: la maggioranza ci mette la firma

Intervento in occasione della Giornata di Sensibilizzazione alla firma per l'Otto per Mille alla Chiesa attolica
30-04-2006

È ormai il tempo per la denuncia dei redditi, e quindi anche per la firma dell’otto per mille, che noi chiediamo di fare a favore della Chiesa cattolica. Ormai il sistema è noto: lo Stato destina una piccola parte delle sue entrate (l’otto per mille dell’IRPEF) per sostenere le varie confessioni religiose, e chiede ai cittadini di indicarne le percentuali; si tratta praticamente di un grande sondaggio che viene realizzato ogni anno, al quale di fatto partecipano molti di coloro che ne hanno diritto.
Eppure ogni tanto c’è qualcuno che chiede di abolire l’otto per mille, presentandolo come un privilegio a favore della Chiesa cattolica. A questo riguardo è bene fare qualche considerazione.
Anzitutto, oltre allo Stato, sono sei le confessioni religiose che si valgono dell’otto per mille. Si deve poi tenere presente che a fronte di circa trentadue milioni di contribuenti tenuti a fare la dichiarazione dei redditi, coloro che firmano sono circa sedicimilioni e mezzo; quindi sono più del 50%. E’ vero che ci sono anche sette milioni circa di contribuenti che hanno solo il CUD, che non sono tenuti a fare la denuncia dei redditi, anche se possono firmare per l’otto per mille, e sono invitati a farlo; ma questi non possono essere contati quando si fa la media di coloro che fanno la firma.
Ora, si tratta pur sempre di una legge dello Stato, che ha il suo fondamento nella Costituzione italiana, e che ha trovato il gradimento dal 50% dei cittadini (come usa adesso!); non si può quindi dire che non sia stata apprezzata e accolta. C’è invece un 2,5% che a scadenza regolare ne chiede l’abolizione, quasi sempre sostenuto dalla gran cassa della stampa nazionale. Eppure dovrebbe capire quantomeno che sta facendo una proposta non condivisa dalla maggior parte della gente.
Si può fare poi una riflessione considerando i sedicimilioni e mezzo di cittadini come il campione di un sondaggio, nel quale ormai l’89% si esprime a favore della Chiesa cattolica: è azzardato pensare che in modo analogo l’89% del popolo italiano sia di questo pensiero?
Se così stanno le cose, non si deve temere di sostenere questo sistema che lo Stato italiano si è dato, riconoscendo il valore sociale e pubblico della religione, conforme la storia di questo paese, e secondo la coerenza dei principi fondamentali della Costituzione italiana. In questo caso con la firma a favore della Chiesa cattolica si partecipa all’opportunità offerta dallo Stato, e si sostiene la grande attività della Chiesa nei tre settori del culto, della carità in Italia e nel Terzo mondo e del mantenimento dei sacerdoti.
Per cui diventa molto opportuna la giornata di sensibilizzazione del 14 maggio, per ricordare questa possibilità a coloro che intendono sostenere la propria Chiesa, sapendo che la maggior parte degli Italiani condivide il sistema, e sono ancora tanti coloro che favoriscono la Chiesa cattolica.
Faenza, 24 aprile 2006

+ Claudio Stagni
Vescovo delegato regionale per il ‘Sovvenire’