[ott 10] Omelia – Centenario dello Scoutismo Cattolico di Faenza

10-10-2021

Colonia Castel Raniero, 10 ottobre 2021

Oggi lo scoutismo cattolico di Faenza festeggia 100 anni dalla sua Fondazione. Questa data importante, che viviamo anche nell’Eucaristia, ci impone di ricordare anzitutto il passato, ringraziando chi ci ha preceduto, facendo memoria grata di coloro che hanno permesso quest’avventura. Tra le tante figure di laici e di Assistenti che sono da ricordare, citiamo: Giulio Argnani, fondatore dello scoutismo faentino; Don Aldo Vernocchi (primo parroco ad accogliere il reparto di Esploratori ASCI – S. Ippolito. Reso cieco a causa della persecuzione fascista); Padre Albino Varotti ofm conv; Mons. Giuseppe Lanzoni (Assistente dell’Associazione Guide Italiane – AGI); Mons. Virgilio Montanari, per tutti, semplicemente, don Gino (Assistente del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani – MASCI); e, in tempi più recenti, Don Germano Pederzoli.

 

Ma non si può vivere solo di passato, che ci ricorda le radici che hanno nutrito e nutrono la pianta dello scoutismo faentino. Occorre vivere nel presente la missione dello scoutismo. Come? Cercando, in particolare, di essere fedeli ai principi pedagogici del fondatore Baden Powell. Il metodo non ce lo si inventa. Lo si riceve e lo si sperimenta con quell’intenzionalità educativa che fa di una semplice attività un’occasione di crescita integrale. Inoltre, poiché la vitalità di una associazione dipende non poco da coloro che ne hanno la responsabilità più alta, va continuata con determinazione la formazione dei Capi, sia dal punto vista ecclesiale che sociale.

Poiché, poi, lo scoutismo che impersonate è quello cattolico – un’accezione di cui non bisogna vergognarsi, anzi bisogna esserne fieri – occorre mantenere vivo il senso di Chiesa, l’appartenenza ad essa, maturando una coscienza ecclesiale più consapevole, cercando di vivere un rapporto di corresponsabilità più stretta con le parrocchie e con la diocesi. In proposito mi permetto di accennare a ciò che vi dissi allorché mi avete intervistato nell’incontro del 30 maggio 2018 in Seminario: «l’Agesci nella comunità cristiana svolge un ruolo fondamentale perché non ha solo l’obiettivo di una formazione umanistica ma anche cristiana. E, pertanto, vi è un forte legame tra Agesci e la Chiesa, […] che non può essere dimenticato, pena l’indebolimento della proposta educativa della stessa Agesci». E così vi ho letto parte del discorso che papa Francesco ha rivolto all’Agesci il 13 giugno 2015:

«[…] voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. […] In particolare, voi offrite un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa verso i fanciulli, i ragazzi e i giovani. I genitori ve li affidano perché sono convinti della bontà e saggezza del metodo scout, basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità. Questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana».

Non va dimenticato che in questo particolare momento storico siete chiamati, come tutte le altre componenti ecclesiali, a partecipare al cammino sinodale della Chiesa italiana, avente come titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione. Il cammino avrà un arco temporale che va dal 2021 al 2025. L’obiettivo di un tale cammino è quello di rivitalizzare le comunità ecclesiali come comunione e come missione. Più precisamente, le nostre comunità, con tutte le loro componenti (aggregazioni, associazioni, movimenti), sono chiamate a crescere, a partire da un ascolto il più largo possibile, nella comunione sinodale con Gesù Cristo e tra di loro, per risvegliare la coscienza missionaria, per riaccendere la passione pastorale, per annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita. A fronte di questi obiettivi ogni componente della Comunità cristiana deve porsi le domande: è vivo in tutti noi il senso del camminare insieme? Come questo camminare insieme si realizza nella nostra Diocesi? Quali passi lo Spirito santo ci invita a compiere per crescere nel nostro «camminare insieme»? Fra qualche tempo saremo tutti invitati a costituire dei gruppi sinodali per confrontarci su alcuni nuclei tematici che sono già stati individuati e che saranno distribuiti, al fine di capire il senso del cammino sinodale, le modalità del suo attuarsi, i traguardi da raggiungere per vivere sempre più una sinodalità a servizio della missione della Chiesa. La sinodalità ci aiuterà – come singoli e come gruppi associativi – ad essere “Chiesa in uscita” (EG 49). S. Giovanni Paolo II definì l’Agesci “associazione di frontiera” per la capacità di avvicinare ragazzi e famiglie lontane dalla fede e dalla pratica religiosa. Sperimentando la sinodalità missionaria anche l’Agesci diventerà più capace di curare una nuova evangelizzazione, l’educazione alla fede. Solo così si potranno abilitare i propri membri ad affrontare le sfide che la cultura odierna pone alla Chiesa e alla società, senza paura di andare controcorrente. Il discernimento sarà sempre più uno stile di vita con il quale orientare le scelte educative dei Gruppi e la vita dei Capi, spesso segnate da fragilità e fatiche. Cari Scout, auguro a tutti un buon cammino, in particolare un buon cammino sinodale, per diventare sempre più Chiesa giovane, capace di annunciare e testimoniare Gesù Cristo in questa Diocesi.

 

                                          + Mario Toso

                          Vescovo di Faenza-Modigliana