OMELIA per le esequie di suor Maria Paola Borgo priora delle domenicane di Marradi

Marradi, 19 novembre 2016
19-11-2016

la Parola di Dio ci ha ricordato che la nostra vita terrena di persone battezzate è inserita nella morte e risurrezione di Cristo (cf Rm 6, 3-4, 8-9). Noi siamo, viviamo, moriamo e risorgiamo in Colui che incarnandosi assume la nostra condizione umana e la arricchisce della vita di Dio, vita immortale. Per cui il nostro destino non è la tomba, il nulla, bensì la vita con Dio, in Lui, risorti con il Figlio di Dio, glorificati e divenuti incorruttibili. La vita non è tolta, ma trasformata. È un passaggio verso la felicità. Non siamo figli del Dio dei morti, bensì del Dio dei viventi. La nostra esistenza di pellegrini sulla terra è chiamata a maturare la forma di uomo perfetto nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo (cf Ef 4, 13), vincitore della morte, Amore pieno di verità. Siamo chiamati a stabilizzarci in Colui che è principio e fine della storia.

Di questa grande epopea, che progressivamente divinizza l’umanità, è stata ed è partecipe Suor Maria Paola Borgo della quale celebriamo le esequie nel segno della fede. È entrata da giovane nel Monastero delle Domenicane Matris Domini di Bergamo ove celebra la Professione solenne il 28 ottobre 1962. Tre anni dopo giunge qui a Marradi nel Monastero delle Monache della SS.ma Annunziata. È priora a più riprese, sino al momento della sua nascita al cielo, a testimonianza della stima che godeva presso le sue consorelle. Donna di intelligenza non comune aveva un carattere forte ma nel contempo affabile e materno. Due tratti hanno caratterizzato la sua vita di consacrata: una vita dedita alla contemplazione e l’impegno della ricerca di nuove vocazioni. Si può dire che abbia incarnato in sé quanto la nostra Diocesi di Faenza-Modigliana ha riscoperto come responsabilità primarie per il suo cammino di speranza, a conclusione del Giubileo della misericordia.

Ciascun credente non può essere missionario dell’Amore di Dio se non prega, se non sa rimanere in colloquio col Padre. È lo stare con Cristo, in intimità profonda con Lui, che ci fa riscoprire di essere una missione. La passione d’amore che ci unisce all’inviato del Padre, Sposo dell’anima, ci sollecita a donarlo a chi non l’ha ancora incontrato o anche a chi, pur avendolo già conosciuto, l’ha disgraziatamente perduto. Ma, soprattutto, sospinge a pregare il padrone della messe a mandare operai, a ricercare nuove vocazioni per la Chiesa, per la vita consacrata.

Ognuno di noi sa quanto oggi sia necessario coltivare la fede presso la gente e le nuove generazioni: una fede che si radichi nella vita e i cui contenuti vengano incarnati nelle istituzioni, nelle leggi e nei comportamenti. Senza che le nuove generazioni siano coinvolte nell’annuncio convinto ed appassionato di Gesù Cristo non possiamo sperare un futuro migliore per le nostre comunità cristiane e nemmeno per gli Istituti di vita consacrata maschili e femminili.

La morte di Suor Maria Paola Borgo ci ricorda il ministero delle persone consacrate nella Chiesa e nel mondo, e anche qui a Marradi. Esse sono testimoni di una vita che si dona totalmente a Cristo per vivere di Lui, perché tutti i propri fratelli e sorelle possano vivere in Lui, per Lui. Le persone consacrate sono luce perché ardono d’amore come lampade accese. Esse non consumano la loro fiamma in quanto attingono vita da Colui che è Luce del mondo (cf Mt 25, 1-13), ed è tale perché dono totale di sé.

Cari fratelli e sorelle di Marradi, ringraziate Dio per avere in mezzo alle vostre case il Monastero della SS.ma Annunziata, faro e punto di riferimento nell’amore a Cristo, nell’impegno di annunciarLo e di testimoniarLo. Non dimenticate che le nostre sorelle consacrate vi accompagnano nel cammino di tutti i giorni con la preghiera e l’offerta di sé al Signore. Esse si alzano di buon mattino per preparare le vostre giornate, affinché possiate vivere di Lui, Sole del mattino, e a sua gloria.

Suor Maria Paola è stata a capo per lunghi anni della sua comunità di domenicane, per spronare ed incoraggiare le sue sorelle nell’essere come Mosé orante sul monte per la vittoria del suo popolo. Ha fatto tante cose per la sua comunità religiosa e per la comunità civile di Marradi, ma ricordiamola specialmente per il suo ministero di guida spirituale e vocazionale. Abbiamo un estremo bisogno di persone come lei. La sua partenza da questa terra non sia ritenuta e vissuta come un vuoto incolmabile. Vivendo nella comunione dei santi potrà ancora aiutare la sua famiglia religiosa, intercedere per il paese di Marradi e la Diocesi di Faenza-Modigliana. Sicuramente continuerà ad assediare il cuore del Padre, il Padrone della messe, perché mandi nuovi operai, nuovi consacrati e consacrate. Dobbiamo sperare che tra i giovani e le giovani di Marradi, ma non solo, vi siano ancora persone che come Sr. Maria Paola Borgo e, molto prima ancora, come san Domenico, sappiano innamorasi di Dio e dire: «Ecco, manda me». E, allora, sarà primavera.