OMELIA per la SANTA MESSA per la COOPERAZIONE

01-05-2016

La promessa di Cristo dell’invio dello Spirito Santo da parte del Padre ai discepoli (cf Gv 14, 23-29) giunge a noi in questo primo giorno di maggio. Lo Spirito Santo, fonte della sapienza, ci insegna ogni cosa, ricordando tutto ciò che ci ha detto Gesù. È grazie allo Spirito che ci è consentito di osservare la Parola del Figlio e di amarlo. E così permettiamo al Padre e al Figlio di prendere dimora presso di noi. Noi non ragioniamo più soltanto con la nostra mente, ma vediamo e amiamo con la loro intelligenza e il loro cuore. Questa è la stupefacente condizione in cui siamo posti, grazie al dono dello Spirito d’amore del Padre e del Figlio. Non siamo più soli. Lo Spirito Santo ci è dato per esserne coscienti e capacitarci delle nostre potenzialità, smarcandoci dai luoghi comuni della nostra cultura, da abitudini troppo umane e nemiche del bene. Oggi, primo giorno di maggio, siamo chiamati a farlo rispetto al tema del lavoro. Viene in nostro aiuto la Commissione per i problemi sociali e il lavoro della C.E.I. consegnandoci un Messaggio dal titolo: Il lavoro: libertà e dignità dell’uomo in tempo di crisi economica e sociale.

Il lavoro, pur essendo un bene e un diritto fondamentale, scarseggia, mettendo a repentaglio la dignità e la libertà degli uomini e delle donne. Quando manca, diminuiscono le opportunità di crescere secondo dignità e di vivere liberamente e responsabilmente. In questo momento storico, in cui si soggiace ad un capitalismo finanziario ad alta speculazione e ad una strisciante tecnocrazia, viene svalutato e diminuito il lavoro manuale, artigianale, sia esso agricolo, industriale o sociale. È proprio in questo contesto che la C. E. I., in sintonia con il pensiero di papa Francesco, sollecita innanzitutto a potenziare l’educazione al lavoro, concepito come luogo di evangelizzazione e di umanizzazione. Al riguardo, incoraggia a sfruttare al massimo l’alternanza scuola-lavoro, così come è stata recentemente riformata. In secondo luogo, propone poi di creare spazi di sperimentazione di nuove forme di operosità che lasciano libera espressione alla creatività e all’intraprendenza.

Credo che, da parte nostra, le indicazioni offerte dalla Chiesa italiana potranno essere concretizzate seguendo almeno due strade. La prima, riprendendo e rilanciando la pastorale d’ambiente, ossia tutte quelle attività di evangelizzazione e di formazione umanistica relative al mondo del lavoro, che dovrebbero essere attuate anzitutto dagli stessi lavoratori cristiani, nei luoghi ove operano. Ogni lavoratore, ogni imprenditore ha una missione di evangelizzazione e di umanizzazione. Occorre, pertanto, che sacerdoti e laici, ben formati e consapevoli di essere chiesa ad gentes, animino e accompagnino a ciò lavoratori e imprenditori. La seconda strada è rappresentata dall’incentivazione di una rete tra associazioni, organizzazioni, movimenti cristiani o di ispirazione cristiana in modo da essere presenti nel territorio con maggior capacità di incidere rispetto alla disoccupazione e alla creazione di nuove opportunità lavorative, collaborando con altre reti di diversa ispirazione. Nella «Due Giorni» dei primi di aprile, organizzata dalle due diocesi di Faenza-Modigliana e di Imola, assieme al loro associazionismo cattolico, è stata realizzata una Fiera intitolata “Giovani e lavoro”, con l’intento di mostrare strade di formazione al lavoro, di accompagnamento, di orientamento, di inserimento. Si è potuto constatare che lavorare insieme, per il bene di tutti, per offrire chance di libertà è possibile, è bello. Là dove il lavoro è carente non può fiorire la libertà. Dove, invece, esistono opportunità di occupazione dignitosa, la libertà responsabile cresce.

In questo contesto, il mondo della cooperazione, aprendo realmente le porte all’azione dello Spirito Santo, potrà svolgere un ruolo importante, specie riscoprendo le proprie origini di mutualità e di reciprocità, sbaragliando quelle strane forme di omertà interna che ledono i processi democratici di partecipazione, incentivando la trasparenza circa i bilanci e gli onorari degli alti dirigenti, diminuendo le disparità tra la base dei soci e i vertici della governance.

Uno degli obiettivi per il territorio nazionale segnalati dal Messaggio è quello di crescere nella consapevolezza che il Paese non può guardare con serenità al futuro, finché permangono gli attuali squilibri economici e sociali tra Nord e Sud. L’interdipendenza ci lega tutti nello stesso destino comune in cui ci si salva o si sprofonda insieme. Pertanto, occorre pensare a forme di collaborazione che spezzano innanzitutto le catene della corruzione e che istituiscono scambi e condivisione di esperienze positive come è nel caso di Policoro, che dal Sud è stato trapiantato nel nostro territorio.

Il panorama degli aspetti negativi, che incontriamo sul nostro cammino, può scoraggiare. Ma contemporaneamente può venire a noi un incoraggiamento dalle cose nuove e promettenti che stanno nascendo. La strada, ci ricorda il Messaggio, è ancora lunga, perché l’Italia è stata per troppo tempo immobile. È giunto il tempo di ricominciare a camminare speditamente tutti insieme.

Non dimentichiamo che una nuova cultura del lavoro sorge soprattutto grazie ad una spiritualità profonda, che trova nutrimento nella partecipazione ai sacramenti e nella assimilazione dell’insegnamento sociale della Chiesa. Solo uniti a Cristo, Colui che fa nuove tutte le cose, diventeremo capaci di rompere i vecchi schemi, di aprire varchi alla creatività a vantaggio di tutti, specie i più deboli e coloro che vedono ogni giorno aumentare le spese e diminuire le entrate. La comunione con Cristo, l’accoglienza del suo Spirito non possono che inquietarci di fronte a diseguaglianze ingiuste e renderci più assetati di equità. Viviamo, allora, la celebrazione di ogni santa Messa senza doverci rammaricare di aver perso un’opportunità di rinascita spirituale e morale, di impegno coerente e coraggioso. Che lo Spirito del Signore risorto ci aiuti e ci rinnovi sempre!