OMELIA per la ORDINAZIONE PRESBITERALE di don CLAUDIO PLATANI

25-06-2016

Caro don Claudio, riceverai la dignità del presbiterato. Sarai Sacerdote per sempre. Gioisci, perché il Signore ti ha scelto per impersonarlo, per essere strumento della sua redenzione.

  1. Il tuo atteggiamento sia, anzitutto, questo: gioisci nel Signore.

La tua gioia sia un sentimento profondo, non un fatto meramente emotivo, passeggero. Diventi uno stato d’animo costante del tuo spirito. Come la Madre di Gesù, anche tu canta il tuo Magnificat: il Signore ha guardato all’umiltà del suo servo. Si faccia di me secondo la sua parola. Non sarai mai solo! Il sacerdote novello gode di una condizione particolare di grazia: quella di colui che il Signore chiama maggiormente a conformarsi a Lui, Maestro per eccellenza (munus docendi); quella di colui che è vocato a rendere sacra e gradita al Signore la vita dei propri fratelli e delle proprie sorelle (munus santificandi); quella del pastore che accompagna e mantiene compatto il popolo di Dio nella comunione e nella missione, perché tutti crescano secondo la pienezza di umanità che è in Cristo (munus regendi).

Annunciare il Verbo fattosi carne importa proclamare Gesù Cristo nella sua interezza. Egli è il Dio che abita in ogni persona, strutturandola a immagine del Suo essere e del Suo spirito. Ne deriva, per ogni sacerdote, un ministero a servizio della cristo-conformazione e della umanizzazione. Non potrai che essere un predicatore esigente, che sprona i suoi fratelli a superare la mediocrità. Gesù incarnato non può essere occultato o sminuito, come anche non può essere tenuta nascosta o sminuita la conseguente altissima dignità di ogni figlio di Dio. Poiché Cristo è nel contempo Verità e Misericordia del Padre, la franchezza e la dolcezza saranno tue compagne, daranno sapore alle tue omelie, al tuo insegnamento.

Dalla Verità discende la piena libertà delle persone. Dalla Misericordia del Padre è comunicato il suo Spirito d’amore.

Ma annunciare il Verbo di Dio che si fa carne, implica, in secondo luogo, far comprendere che in ogni fratello e sorella incontriamo la sua reale presenza. Le relazioni sociali sono chiamate a cambiare nel segno della fraternità e della giustizia. Significa, per conseguenza, educare alla dimensione sociale della fede e dell’evangelizzazione, alla quale ci ha richiamato papa Francesco specie con la Evangelii gaudium (cf Cap. IV), [=EG].

Sii, allora, sacerdote votato ad una nuova evangelizzazione del sociale, in cui la vita dei poveri è centrale, non tanto come dato sociologico, bensì come segno dell’attenzione d’amore di Dio per l’umanità, del suo svuotamento per salvarci. Infatti, Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà (2 Cor 8,9). Senza l’opzione preferenziale per i poveri, l’annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompreso o di affogare in un mare di parole e di problemi (cf EG n. 199). Accompagna, pertanto, i christifideles laici verso l’impegno della carità, della catechesi, della celebrazione della fede. E tuttavia, abbi cura, affinché non si limitino a compiti intraecclesiali, senza una reale dedizione all’attuazione del Vangelo nella trasformazione della società.

Tu, caro don Claudio, tra l’altro, riceverai a breve, secondo le modalità previste, l’incarico di Consulente ecclesiastico del Centro Sportivo Italiano (=CSI) della Diocesi di Faenza-Modigliana. Potrai vivere in mezzo a tanti giovani. Come insegna don Bosco, il mio Santo Fondatore, essi hanno bisogno di essere compresi ed amati. Ma non solo. Essi debbono avere la chiara percezione che si vuole loro bene, personalmente. Pertanto, il tuo impegno pastorale, oltre ad essere dedito all’accompagnamento vocazionale, sarà votato in modo particolare alla pastorale giovanile. Sappi essere vicino ai giovani come un padre e un fratello maggiore. Ascoltali con pazienza. Comprendi le loro inquietudini e le loro richieste. Parla con loro nel linguaggio che essi possono capire. Falli innamorare di Gesù. Educali alla letizia dell’amore (Amoris laetitia). Non esitare ad additare a loro la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Con il tuo aiuto, diventino apostoli dei loro coetanei.

  1. Gioisci ad occhi aperti, con uno sguardo disincantato.

Caro don Claudio, divieni sacerdote in un momento storico in cui la nostra Diocesi di Faenza-Modigliana, oltre che di religiosi, ha un gran bisogno di presbiteri e di laici adulti nella fede. Nel caso in cui, in mancanza di un forte impegno dei credenti coadiuvato dalla grazia di Dio, le cose non cambino, ci troveremo sempre più nella situazione in cui i sacerdoti esistenti sul territorio dovranno prendersi cura di più comunità parrocchiali, come peraltro già avviene in alcuni casi. I presbiteri non avranno tanto tempo libero da dedicare alla propria cura spirituale ed intellettuale. Saranno assillati e assorbiti da molteplici incombenze. E, allora, abbi cura della tua salute, soprattutto mediante una vita ordinata nei ritmi e negli impegni. La tua giornata sia ricca di preghiera, non dimenticando di trasformare il tuo stesso lavoro pastorale in offerta gioiosa al Padre. Medita assiduamente la Parola. La tua esistenza di sacerdote sia resa più lieve e sapida dalla condivisione delle fatiche apostoliche con la comunità a cui sarai destinato tra non molto. Ricava forze dalla comunione pastorale tra le varie componenti ecclesiali che dovrai armonizzare e unificare. La fraternità sacerdotale del presbiterio ti faccia sperimentare quel balsamo spirituale e quella consolazione che sono la giusta ricompensa di colui che lavora nella vigna del Signore.

Non dimenticare che la tua vicinanza particolare al Signore, in forza del tuo ministero sacerdotale, non ti esimerà dai limiti umani e nemmeno, talvolta, dal giudizio severo della tua gente. Non scoraggiarti. In tempi, come si suole dire, di accelerate transizioni, di necessaria conversione pastorale, religiosa e pedagogica, dovrai assumerti le tue responsabilità e fare scelte coraggiose. Affidati alla Madre, al suo Figlio potente e glorioso, ma nell’Eucaristia così fragile tra le tue mani consacrate. Sarà Lui la tua guida, il tuo vero consolatore, Colui che ti ricompenserà. Lui vedrà nel profondo del tuo spirito le tue intenzioni e i tuoi pensieri. Sii come Lui, sacerdote del Padre, pastore misericordioso.