Alla fine del racconto del Vangelo di oggi, Gesù rivolge questo invito all’uomo liberato dal potere del demonio: ‘Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato’.
Nella celebrazione che stiamo facendo ricordando San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, mi pare bello riascoltare questo invito del Signore tenendo presente anche i grandi mezzi della comunicazione.
Anzitutto mi piace notare che Gesù rivolge il suo invito ad un uomo liberato. La libertà dal male anzitutto, poi da ogni altra costrizione, è la condizione necessaria perché la notizia possa essere vera. Diversamente è facile servirsi della notizia per veicolare qualche altro messaggio a servizio del padrone di turno.
‘Va’ nella tua casa, dai tuoi’. Siamo nel contesto dell’amore del prossimo: Gesù invita sempre a cominciare dai più vicini, non perché non sia attento ai lontani, ma perché bisogna evitare il rischio dell’evasione; in fondo amare i lontani che non possono dare fastidio, può essere abbastanza facile.
‘Va’ nella tua casa, dai tuoi’ anche perché la buona notizia di ciò che il Signore ha fatto deve favorire la crescita della comunità, la quale a sua volta si allargherà in una testimonianza universale. Da soli non si può fare molto, se non c’è il sostegno di una comunione vera.
Infine Gesù invita a dare testimonianza dell’esperienza personale di un dono ricevuto da Dio, di un gesto di misericordia. La conseguenza è la meraviglia che nasce in coloro che apprendono tale notizia, meraviglia che rivela una speranza nuova. Questo è lo scopo vero dell’informare altri di qualche cosa che è avvenuto: far suscitare la speranza che si stia realizzando ciò che attendiamo, o incoraggiare a fare qualche cosa insieme ad altri per realizzare ciò che è bene per tutti, o ancora, nel peggiore dei casi, non spegnere la certezza che almeno alla fine la storia entrerà nel Regno di Dio, nonostante i nostri disastri.
S. Francesco di Sales è patrono dei giornalisti perché insegnava la verità del Vangelo attraverso la carta stampata, che diffondeva presso i luoghi pubblici; ma è anche colui che ha insegnato che si può diventare santi in tutte le condizioni di vita, ognuno secondo la propria situazione. Non è fuori luogo pensare che anche i giornalisti possano essere santi, o, se si vuole, con un termine più laico, galantuomini. Nel senso che insieme ad una provata professionalità, deve essere in loro una chiara visione della verità sull’uomo, e la sapienza del linguaggio che sa tener conto dei destinatari.
Oggi siamo invitati a pregare perché tutti gli operatori della comunicazione siano sempre più consapevoli della grande responsabilità di cui sono investiti, e sappiano farvi fronte con grande impegno. E preghiamo anche perché venga riconosciuta la dignità del loro compito nella nostra società, in modo che possano operare liberamente e serenamente
OMELIA per la MESSA in occasione dell’INCONTRO DEI GIORNALISTI
Faenza, Basilica Cattedrale, lunedì 29 gennaio 2006
29-01-2007