OMELIA per la GIORNATA MONDIALE della PACE (1 gennaio 2014)

01-01-2014


2014 gennaio 1 Giornata della pace


 


‘ Gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo’. Gesù, cioè Salvatore, ‘egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati’ (Mt 1,21).


 


La solennità della Maternità divina di Maria ci porta ogni anno a celebrare la Giornata della Pace, è un modo molto concreto di vedere le conseguenze del mistero di Dio nella nostra vita.


 


‘Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna’ perché ricevessimo l’adozione a figli’. Il Figlio di Dio è nato da una donna, la Vergine Maria, per diventare nostro fratello. Papa Francesco ha titolato il suo primo messaggio: ‘Fraternità, fondamento e via della pace’. Possiamo dire che è ripartito dall’inizio, dal progetto di Dio sull’uomo, per il bene di ogni persona e di tutta l’umanità. Poi nella seconda parte dello stesso messaggio verranno ricordate conseguenze più particolari; ma se vogliamo mettere un fondamento vero alla pace, in modo che resista ad ogni insidia, si deve riscoprire il vero rapporto tra di noi e con Dio.


 


Riascoltiamo la prima riflessione del Papa nel suo messaggio: ‘La fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura. E occorre subito ricordare che la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore’.


 


La riflessione sulla fraternità incomincia dall’esperienza viva di questa condizione: fratelli si nasce in famiglia, e in famiglia si impara a vivere da fratelli. Il disegno di Dio su ciascuno di noi, pur avendo come fine la salvezza e la felicità personale, ci mette subito nella situazione concreta di farci crescere insieme come fratelli, imparando a vivere in relazione nella famiglia, per riuscire poi a vivere in relazione nella società.


 


Contro questa realtà c’è l’individualismo e l’egoismo dell’uomo. Su di essi si costruiscono l’invidia, l’ingordigia, la lotta per possedere sempre di più e in ultima istanza la guerra.


 


Continua il Papa: ‘Appare chiaro che anche le etiche contemporanee risultano incapaci di produrre vincoli autentici di fraternità, poiché una fraternità priva del riferimento ad un Padre comune, quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere. Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una paternità trascendente. A partire dal riconoscimento di questa paternità, si consolida la fraternità tra gli uomini, ovvero quel farsi ‘prossimo’ che si prende cura dell’altro’. Non per niente Gesù ci ha insegnato a pregare Dio chiamandolo ‘Padre nostro’.


 


Si capisce allora perché ci sia un gran d’affare per negare l’esistenza di Dio da parte dei potenti di questo mondo, per essere liberi nel perseguire i propri interessi: sfruttamento dei paesi poveri, eliminazione di quanti pretendono di avere la loro parte alla tavola del mondo, sfruttamento delle risorse naturali di materie prime e di energia, fino all’uso della guerra.


Infatti il Papa si chiede: ‘Gli uomini e le donne di questo mondo potranno mai corrispondere pienamente all’anelito di fraternità, impresso in loro da Dio Padre? Riusciranno con le loro sole forze a vincere l’indifferenza, l’egoismo e l’odio, ad accettare le legittime differenze che caratterizzano i fratelli e le sorelle?’. E trova la risposta nelle parole di Gesù: ‘Poiché vi è un solo Padre, che è Dio, voi siete tutti fratelli (cfr Mt 23,8-9). La radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascun uomo (cfr Mt 6,25-30). Una paternità, dunque, efficacemente generatrice di fraternità, perché l’amore di Dio, quando è accolto, diventa il più formidabile agente di trasformazione dell’esistenza e dei rapporti con l’altro, aprendo gli uomini alla solidarietà e alla condivisione operosa’.


In questo modo si trova la via della pace, che parte dalla conversione del cuore dell’uomo, per arrivare al cambiamento della società e delle sue strutture, fino ad un rapporto di fraternità tra i popoli.  Non sembri troppo utopistica questa prospettiva, perché pur essendo vero che la perfezione della carità si potrà raggiungere solo nel Regno dei cieli, è vero che c’è un lungo cammino di avvicinamento che è affidato anche a noi, con l’aiuto di Dio.


Il Papa poi affronta alcuni temi precisi, nei quali viene chiesta la nostra solidarietà fraterna: sconfiggere la povertà; ripensare ai modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita; rinunciare alla via delle armi e andare incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione; superare la corruzione, la diffusione della droga, il traffico degli esseri umani, l’abuso contro i minori, la schiavitù, la tragedia dei migranti; custodire e coltivare la natura a beneficio di tutti, comprese le generazioni future.


‘Una convivenza fondata soltanto sui rapporti di forza non è umana’L’uomo però si può convertire e non bisogna mai disperare della possibilità di cambiare vita’. Anche Dio ha fiducia di riuscire a cambiare il cuore dell’uomo: ‘E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio’ Quindi non sei più schiavo, ma figlio’.


Non siamo cioè più schiavi di noi stessi, del nostro egoismo, delle ambizioni perverse che sfruttano gli altri, delle nostre cattiverie, se ci lasciamo guidare dallo Spirito di Cristo.


Maria, Madre del Figlio di Dio e nostra madre, ci aiuti a vivere sempre da veri fratelli tra noi. La testimonianza che i discepoli di Cristo devono dare al mondo, potrà essere l’inizio del realizzarsi della speranza che è nata con la venuta del Salvatore. Continuiamo a invocare: ‘Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace’.