OMELIA per la festa della THEOTOKOS presso la BASILICA DEL CONCILIO di EFESO

Efeso, 12 ottobre 2008
12-10-2008


Desidero anzitutto ringraziare di cuore l’Arcivescovo Mons. Ruggero Franceschini per l’invito che mi ha rivolto, di venire a condividere con voi la gioia della Solennità della Maternità divina di Maria, e sono lieto di porgere a tutti voi il mio saluto in Cristo, a nome anche della Chiesa di Faenza-Modigliana qui rappresentata da una piccola delegazione.


Lasciate che esprima la mia commozione di poter celebrare l’Eucaristia nel luogo stesso in cui i padri del Concilio ecumenico del 431 proclamarono la maternità divina della Vergine Maria.


Mentre ne facciamo memoria ci domandiamo: ‘La verità che è stata definita come fede cattolica da credersi da tutti e sempre, è un’affermazione che riguarda solo la teologia, oppure ha qualche riflesso nella vita dei cristiani?’.


La dottrina della divina maternità di Maria fu trasmessa con queste parole:


I padri conciliari non dubitarono di chiamare Madre di Dio la santa Vergine, non certo perchè la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine; ma, poichè nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale, a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne‘ (DS 251).


L’apostolo Paolo nel brano della lettera ai Galati che abbiamo ascoltato mette in evidenza il ruolo che Maria ha avuto come madre di Gesù e ci rivela il perchè di questo mistero: Dio mandò suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perchè ricevessimo l’adozione a figli’.


Volendo mettere in evidenza ciò che vuol dire S. Paolo in questo passo, scopriamo che si affermano due cose: la schiavitù dalla legge antica è stata tolta da Cristo nato sotto la legge; l’adozione a figli di Dio è stata resa possibile da Cristo nato da donna. In altre parole nascendo nel tempo Cristo ha dovuto subire due condizioni: è nato sotto la legge di Mosè, e per questo ci ha liberati dalla legge; è nato da una donna, e per questo abbiamo potuto diventare figli di Dio, partecipi della natura divina, mediante il dono del suo Spirito.


La maternità divina di Maria è un mistero che ci rivela la grandezza della Vergine Santa, voluta da Dio come Madre di Suo Figlio. Maria è la prima creatura che entra in rapporto con la divinità, e l’accoglie nel suo grembo. Proprio in quanto Madre del Figlio di Dio Maria è madre di tutti coloro che diventano ‘figli nel Figlio’, di coloro cioè ai quali Cristo con il suo mistero pasquale di morte e di risurrezione ha dato il potere di diventare figli di Dio.


Maria quindi, proprio perchè Madre di Dio, è madre anche di ciascuno di noi nell’ordine della grazia. Sotto la croce Maria ha ascoltato da Gesù stesso la rivelazione di questa sua prerogativa, quando egli ha detto all’apostolo Giovanni: ‘Ecco tua madre‘.


S. Paolo ci ha fatto conoscere la radice del mistero per il quale Maria è madre di Dio e per questo anche madre nostra, mentre l’evangelista Giovanni ci ha insegnato ad accogliere questa madre nella nostra vita. I due apostoli insieme ci hanno detto che il mistero della maternità divina di Maria interessa la vita di ogni cristiano.




La città di Efeso si trova al centro di questa bella realtà per due ragioni, perchè è stato il luogo della solenne definizione da parte del Concilio della Maternità divina di Maria, e perchè custodisce la tomba dell’apostolo Giovanni che per primo fu affidato da Cristo alla Madre celeste.


Anche noi come Elisabetta possiamo esclamare: ‘A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?’ A che cosa dobbiamo noi tutti, di poterci affidare alla Vergine Maria come nostra Madre, sapendo di essere accolti da lei come suoi figli? A che cosa, se non al grande amore con il quale Dio ha voluto redimere tutta l’umanità?


Maria, nel momento in cui apprende dall’Angelo la notizia di essere madre, si mette in viaggio per andare dalla cugina Elisabetta. In questo modo ci fa conoscere che la presenza di Dio nel suo grembo la rende missionaria, annunciatrice di salvezza e di speranza.


Elisabetta proclama la sua fede; nel suo grembo il figlio Giovanni esulta di gioia; Maria stessa magnifica il Signore e lo riconosce suo Salvatore. Siamo proprio nella pienezza dei tempi, cioè nel tempo riempito dalla presenza di Dio che è finalmente venuto per rinnovare il mondo, e realizzare quanto aveva già previsto il profeta Isaia.


Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce‘. E’ quello che è accaduto. A noi oggi sembra di essere ancora quel popolo che cammina nelle tenebre, perchè sono tante le tenebre che avvolgono i nostri giorni. Ma siamo anche il popolo che vede una grande luce che ci riempie di gioia, perchè un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio, il cui nome è: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.



Davvero non siamo più soli; la maternità di Maria ha portato Dio in mezzo a noi, e ha cambiato anche il rapporto tra di noi; non siamo più gli uni contro gli altri armati, ma siamo fratelli, figli tutti dell’unico Padre.


Come nelle nostre famiglie è la madre che le tiene unite e ricupera gli eventuali contrasti, così Maria ci presenta Suo Figlio per ricordarci che lui è venuto per fare di noi una sola famiglia, nella quale si possa vivere nel rispetto e nell’amore reciproco, fondamento della vera pace.


Il modo più bello di celebrare la festa della maternità divina di Maria è fare di tutto perchè si realizzi la pace fra gli uomini, nelle famiglie, fra le nazioni, nel mondo intero. Questo dono anzitutto va chiesto a Dio, perchè lo conceda agli uomini di buona volontà. Ma dobbiamo anche costruire la pace tra noi, nel rispetto reciproco, nel perdono, nell’accoglienza e nell’amore.


Per raggiungere questo scopo possiamo favorire nel nostro paese un modo di pensare che rispetti la dignità di ogni persona, senza distinzione nè per la condizione economica e sociale, nè per le differenze di nazionalità e di religione. Se il mondo è riuscito a capire che non si possono regolare i rapporti tra gli uomini con la guerra, può arrivare anche a capire che con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti si può arrivare a costruire la pace.


Questo ci conceda il Signore per l’intercessione di Maria Vergine, Madre di Dio e madre nostra.