OMELIA per la celebrazione in ricordo della Ven. NILDE GUERRA

San Potito, 23 maggio 2014
23-05-2015

CELEBRARE LA PENTECOSTE CON LA VENERABILE NILDE GUERRA

San Potito, 23 maggio 2015

Credo che per la nostra comunità di Potito e per la nostra diocesi, la celebrazione della Pentecoste insieme al ricordo della venerabile Nilde Guerra sia una felice coincidenza. È l’occasione per comprendere meglio l’opera di trasfigurazione che lo Spirito santo compie nei credenti. Lo Spirito santo scendendo sugli apostoli e la Vergine, riuniti nel Cenacolo, li colma della sua vita, della sua capacità di amare e di lottare per il bene contro il male. Da tristi e disorientati li trasforma in apostoli coraggiosi. Non abbiamo bisogno anche noi di Dio, della comunione che è in Lui, del suo Spirito, per essere maggiormente uniti e intrepidi? Noi che spesso siamo morti dentro e sepolti nella tomba dell’egoismo, noi che diventiamo, come ci fa intuire il profeta Ezechiele, ossa inaridite e senza speranza, non abbiamo bisogno di rivivere, di ritrovare la forza della profezia?

Fonte inesauribile di giovinezza, lo Spirito rinnova continuamente la vita dei credenti, della Chiesa e del mondo.

La Pentecoste inonda la terra di vita nuova, la arricchisce di germogli, porta primavera nelle nostre famiglie e nelle nostre parrocchie. L’universo stesso, grazie all’effusione dello Spirito santo, geme e soffre le doglie del parto di una nuova creazione. Lo Spirito di Dio Padre e del Figlio unifica tutti i popoli in un’unica famiglia di fratelli: la Chiesa, principio e luogo di trasfigurazione dell’umanità. Mediante lo Spirito santo, i credenti vengono unificati nel corpo di Cristo, partecipano al suo sacrificio, al suo impegno di rinnovamento delle persone, delle relazioni e del cosmo, alla «ricapitolazione» che Egli ha realizzato; sono condotti alla pienezza di vita, verso la Gerusalemme celeste.

La venerabile Nilde Guerra, che noi oggi contempliamo come fiore di nuova umanità redenta e cristificata, sbocciato in questa comunità, ci insegna la partecipazione appassionata, indivisa al progetto di Dio, mossi dallo Spirito d’amore che il Padre e il Figlio ci donano. Innamorata di Cristo, sedotta dal Suo Cuore misericordioso, desiderava rispondere con tutta se stessa al suo Amore. Nonostante una salute fragile e l’opposizione del suo papà, aspirava a donarsi a Lui abbracciando il carisma delle Suore del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Ardeva, cioè, dal desiderio di sperimentare e di comunicare l’amore di Gesù, non un amore platonico, astratto, ma sensibile, coinvolgente, che lega l’anima in un vincolo sponsale, vittimale. Per il bene della gente, specie dei suoi, che all’infuori della mamma, al tempo della seconda guerra mondiale, si erano allontanati tutti da Dio e dalla Chiesa, voleva essere martire col Martire. Chiedeva allo Spirito santo il dono di riversare in Lei la capacità di amare di Cristo sino a morire per il Padre e per l’umanità. Ecco come si esprimeva: «O Amore accetta l’olocausto della mia giovinezza per la conversione dei miei cari, in modo speciale di mio fratello, per la santificazione dei sacerdoti e la conversione dei poveri peccatori» (Dall’Offerta di Piccola Vittima).

Nilde Guerra non riuscirà a essere Suora del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Ne indosserà solo l’abito, allorché fu composta nella sua bara. Ma il suo cuore era già tutto dello Sposo Gesù. Come una sposa non visse più per sé, ma per Colui che ella amava, divenendo modello luminoso nell’amicizia a Cristo Crocifisso. È così che è riuscita ad ottenere il ritorno alla fede del fratello Achille. Cresciuta tra le fila dell’Azione cattolica, coltivò un intenso impegno di evangelizzazione e di educazione alla fede. Volendo immedesimarsi all’amore di Cristo, che muore per salvare, è per noi modello della vita trasfigurata che produce la Pentecoste. Chi evangelizza desidera per le persone il bene più grande, ossia il loro incontro con Gesù Cristo, l’unico che salva. Questo desiderava Nilde Guerra consacrandosi al Signore: essere portatrice di salvezza, non la sua, ma quella di Cristo.

Anche oggi abbiamo bisogno di evangelizzatori come Nilde. È donando agli altri Gesù Cristo, il suo Spirito, che saremo capaci di favorire la primavera e la speranza che la Pentecoste porta nel mondo. È solo offrendo Gesù Cristo, desiderandoLo con tutto il cuore per gli altri, che contribuiremo a far rivivere le ossa inaridite, e riempiremo i cuori di speranza e di gioia, portando la pace.

Lo Spirito santo ci divinizzi, ossia ci doni la capacità di amare di Dio; ci renda conformi a Gesù Cristo, Colui che per noi si è fatto Vittima. Con Nilde Guerra preghiamo, proprio oggi, in cui siamo invitati dalla C.E.I. a pregare per i tanti fratelli martiri contemporanei: «O Gesù […] ti chiedo un amore senza limiti e senza misura. Gesù, fa che io muoia martire per Te; dammi il martirio del cuore e quello del corpo; meglio, dammeli tutti e due».

Vivere la Pentecoste è anche essere capaci di un amore sovrumano, quello eroico e fedele dei martiri. Come ho ricordato ieri sera durante la Veglia di preghiera per la Pentecoste i nostri fratelli martiri non si preoccupano tanto di essere uccisi. Non sono adirati con Dio, ma si abbandonano completamente nelle Sue mani. Temono, tuttavia, di esser dimenticati dai loro fratelli, per i quali stanno morendo. In definitiva, sono consapevoli di andare incontro alla morte non solo per se stessi, ma anche per noi. Testimoniano, così, un amore totale a Cristo, affinché non venga meno il nostro amore a Colui che è Signore della vita.

Analogamente, non dimentichiamo la testimonianza della venerabile Nilde Guerra, gloria di questa terra e di questa comunità. Il suo slancio missionario, il suo dono vittimale per la salvezza dei fratelli, sull’esempio di Cristo, siano anche il nostro impegno. Lo Spirito santo guidi alla verità tutta intera, invada nell’intimo i nostri cuori, accenda in essi il fuoco del suo amore.