OMELIA di NATALE (sintesi)

25-12-2006

‘Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio’.
Non è stato solo per continuare a proporre il messaggio e l’insegnamento che i profeti avevano a lungo trasmesso in nome di Dio, che il Figlio di Dio si è fatto uomo. Si è trattato di un evento con un significato e un valore molto ampio, di un fatto che ha cambiato il rapporto tra Dio e l’umanità. Gesù è venuto non solo per parlare, ma per salvare e redimere tutto di noi.
San Giovanni nel Vangelo, quando ha affermato che il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, ha usato dei termini che il Papa Benedetto XVI sta riproponendo nel suo magistero, perché sono pieni di significato: O logos sarcs egheneto. Dove il termine logos non significa solo ‘parola’, come ha tradotto la Bibbia in italiano, ma anche pensiero, ragione, volontà, sentimento, amore; in poche parole tutto ciò che nel Figlio è oggetto dell’amore del Padre, e tutto ciò che il Padre riceve nel suo rapporto col Figlio. Tutto questo ha preso corpo, è entrato nel tempo, è stato portato in mezzo a noi nel Verbo incarnato.
Dicevano gli Scolastici riguardo a Cristo: quod assumpsit redemit. Ha redento, salvato, purificato tutto ciò che ha preso su di sé, vivendo come uomo; pensiamo al lavoro, alla famiglia, all’amicizia, al corpo, alla sofferenza, alla morte’ tutto ciò che Gesù ha fatto nella sua vita è stato santificato, liberato dal male, ed è una cosa buona.
In particolare Gesù, l’uomo-Dio, ha purificato ciò che dell’uomo è più tipico, più proprio, cioè l’intelligenza, la ragione, la volontà, e l’ha salvata dall’ignoranza e dall’errore attraverso la rivelazione.
Gesù ha esaltato la ragione umana perché anche lui ne ha fatto uso, ragionando e discutendo con i farisei, argomentando secondo l’uso del tempo.
Ma Gesù ci ha trasmesso il pensiero di Dio, parlandoci di noi stessi e del Padre che è nei cieli, e informandoci sulle cose più importanti che ci riguardano. E questo pensiero continua ad essere presente nella Chiesa, che lo manifesta in tutti i tempi per il bene di tutti.
Rivelandoci il pensiero di Dio, Gesù non intende mortificare la ragione umana, ma vuole solo difenderla dal rischio dell’inganno e della menzogna.
In un tempo in cui l’uomo è portato a rassegnarsi ad una cultura di morte, in cui non sa più come affrontare la devianza nei ragazzi e nei giovani, in cui si arriva a chiamare bene il male per non stare a discutere, abbiamo bisogno della luce di Dio per un retto uso della ragione.
Poi, è chiaro, che Gesù non ha fatto solo questo: ci ha lasciato la sua Parola, la Chiesa e i Sacramenti; ma tutto ha fatto non sostituendo o cancellando l’opera del Creatore, ma perfezionando e arricchendo con la sua grazia.
Un dono del Natale dovrebbe essere quello di indurci a pensare, a riflettere, a trovare un po’ di tempo da dedicare al silenzio per meditare sulle cose grandi di questi giorni. Se Dio ci ha amati fini a dare suo Figlio per noi, è segno che fa tutto per il nostro bene. Non dobbiamo avere paura di quel Bambino che oggi è nato, perché non viene a noi con forza e prepotenza, ma nella fragilità della sua piccolezza. E anche in questo modo ci è di esempio.
Dio non aggredisce nemmeno i suoi avversari. I vari Erode che Gesù ha incontrato nella sua vita non li ha affrontati con la violenza. E anche ora nelle persecuzioni ancora tanto diffuse i cristiani sono sempre tra le vittime, non tra i carnefici. Questa è la forza imparata dal Crocifisso, che smonta ogni violenza qualsiasi origine abbia, politica, ideologica, culturale e anche religiosa.
La ragione umana, facoltà che distingue l’uomo da ogni altra creatura sulla terra, è la via attraverso la quale si costruisce l’incontro e il dialogo, per una intesa pacifica tra gli uomini e tra i popoli. Una insidia pericolosa è data dal fondamentalismo e dall’irrazionalità, che finiscono per mortificare l’uso della vera ragione umana.
La rivelazione cristiana non entra in contraddizione con la ragione, ma la illumina e la protegge dall’ignoranza e dall’errore. Un argomento di ragione non deve essere respinto, come oggi spesso avviene, perché chi lo presenta è anche una persona credente. Se per un verso non si deve fare appello alla rivelazione in un dialogo fra uomini di culture diverse, per altro verso non deve nemmeno essere un impedimento preconcetto avere a sostegno delle proprie convinzioni anche dei motivi di fede oltre a quelli di ragione.
Il Verbo di Dio, il Logos, si è fatto carne non per mortificare l’uomo, ma per esaltarne la dignità di figlio di Dio e per far conoscere che Dio è Padre e amico vero di ogni uomo.