[mar 02] Omelia – Mercoledì delle Ceneri

02-03-2022

Faenza, cattedrale mercoledì 2 marzo 2022.

L’invito del profeta Gioele «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2, 12) è un richiamo rivolto a tutto il popolo. Tutti sono chiamati alla conversione: vecchi, adulti, giovani, fanciulli, persino i bambini lattanti (cf Gl 2, 15-17). In maniera simile, con il mercoledì delle ceneri, la Chiesa invita tutto il popolo cristiano ad un percorso intenso di conversione, di ritorno a Dio (cf Gl 2, 12-18; 2Cor 5,20-6,2). Si tratta di una conversione personale e comunitaria, non solo esteriore ma soprattutto interiore. Tutti – piccoli e grandi, presbiteri, christifideles laici, religiosi e religiose, famiglie, comunità parrocchiali, associazioni, movimenti – sono chiamati a volgersi a Dio con tutto il cuore. Secondo la Parola di Dio, come può avvenire questo? Attraverso tre pratiche fondamentali, proprie peraltro della stessa religiosità del tempo di Gesù: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Esse rimandano a tre dimensioni della nostra vita: il rapporto con gli altri, con Dio e con sé stessi. Si tratta di gesti che ci invitano a «fare spazio». Anzitutto, a fare spazio all’altro attraverso l’elemosina. Offrire qualcosa di nostro al prossimo significa riconoscerlo presente nella nostra vita, che esso ci appartiene e non possiamo ignorarlo. Con la preghiera, il credente fa spazio a Dio nella propria vita. In sostanza, riconosce Dio non solo in sé stesso, ma presente in noi, nella storia, come fonte di vita, quale Parola che illumina e guida i nostri passi. Pregando, diventiamo come l’albero che stende le proprie radici verso l’acqua del fiume, per dissetarsi e vivere rigoglioso. Con la preghiera, dunque, ci apriamo alla comunione con Dio che ci consente di leggere, discernere il nostro oggi e il futuro. Il digiuno, vissuto autenticamente, ci consente non solo di privarci del cibo, di cose materiali, di vestiti, di tempo, ma soprattutto di riconoscere il nostro desiderio più profondo di Dio, la nostra fame di Lui, della sua Parola, della giustizia e della fraternità.

Ma perché compiamo il percorso quaresimale? Quali sono, in definitiva, gli obiettivi che vogliamo raggiungere attraverso le pratiche dell’elemosina, della preghiera e del digiuno? Il primo obiettivo: immedesimarci sempre di più in Gesù Cristo, crescere come persone che realizzano in sé la forma del Figlio di Dio, come persone che vivono e dimorano in Gesù Cristo. Secondo obiettivo: crescere comunitariamente come popolo di Dio, come famiglia di figli e figlie di Dio, uniti nella comunione di una stessa vocazione e missione, che mirano a costruire il Regno. In definitiva, si tratta, sia da parte dei singoli credenti, sia da parte delle nostre comunità, di partecipare, più profondamente e più compiutamente, all’opera mediante cui Gesù Cristo, con la sua passione, morte e risurrezione, crea una nuova umanità ed inizia una nuova storia, infondendo con il suo Spirito l’amore di Dio, un amore di fraternità.

La Quaresima, dunque, è tempo di cambiamento del centro della nostra persona, dei nostri pensieri e delle nostre azioni nei confronti di Dio e del prossimo, del creato. Ma è anche tempo di cambiamento della nostra vitacomunitaria, è conversione di noi come popolo intero, con tutte le sue componenti. Siamo sollecitati a salire non solo il Golgota, ma specialmente la montagna che è il Signore Gesù. Il nostro traguardo ultimo è vivere Cristo stessoche, per sconfiggere il male e ricreare il mondo, ha volontariamente accettato di essere crocifisso e di venire innalzato con le braccia spalancate sul mondo, in segno di dono totale di sé a Dio e a tutta l’umanità. Durante la Quaresima siamo chiamati a vivere il rinnovamento del mondo mediante un combattimento spirituale. Elemosina, digiuno, astinenza (Mercoledì delle ceneri e Venerdì santo)[1], preghiera, non sono fini a sé stessi e nemmeno un’ascesi che ci trasforma in esseri depressi e tristi. Sono da considerare mezzi per una vita cristiana più piena, per vivere ed essere trasfigurati dall’amore, per essere annunciatori di gioia e della risurrezione di Cristo, della sua pace. Non a caso papa Francesco ha indicato questo mercoledì delle ceneri come giorno particolare di digiuno e di preghiera per la pace tra Russia ed Ucraina. La Quaresima è per la Pasqua di risurrezione, per diventare persone e comunità co-risorte con Cristo, vittoriose sul male, sulle guerre fratricide e sulla morte.

La Quaresima, dunque, va vissuta nella costante e progressiva conversione a Cristo, Verbo di Dio, Parola che si fa carne, Artefice della pace. Il popolo cristiano intero è chiamato a convertirsi a Cristo, missionario del Padre e del suo disegno. Significa che come comunità diocesana siamo chiamati a partecipare, con tutte le componenti ecclesiali, alla missione di redenzione, di divinizzazione dell’umanità da parte del Signore Gesù. Più volte si è detto che la nostra Diocesi può divenire nuovo fermento ecclesiale, lievito di un nuovo umanesimo, quanto più farà spazio in sé ad una vita sinodale nelle parrocchie, nei Vicariati e nelle unità pastorali, tra Uffici e settori pastorali, tra collegi, consigli e commissioni, nelle associazioni e nelle aggregazioni, nei gruppi ministeriali nascenti e nei gruppi sinodali. Quanto più coinvolgerà le nuove generazioni; quanto più attuerà la conversione pastorale delle nostre parrocchie mediante la partecipazione corresponsabile dei laici alla cura pastorale ed amministrativa delle comunità parrocchiali; quanto più lo stesso laicato ordinerà le attività umane secondo Dio; quanto più, come suggerisce l’Evangelii gaudium, coltiveremo una spiritualità missionaria, vinceremo quel complesso di inferiorità  che ci colpisce a fronte di culture considerate spesso superiori ma che in realtà  sfigurano la bellezza della dignità delle persone; quanto più non temeremo di essere annunciatori e testimoni di Cristo, assumendo compiti apostolici, catechetici, quanto più non cederemo al pessimismo, alla desertificazione dello spirito, propria di coloro che intendono costruire la società senza Dio; quanto più non faremo la guerra tra di noi per gelosie e invidie, per pregiudizi infantili (cf EG nn. 76-98).

Cari fratelli e sorelle, solo se ci convertiremo e ci appassioneremo di Gesù Cristo, renderemo più veritieri il nostro digiuno, l’elemosina e la preghiera. Solo così prepareremo meglio la Pasqua di risurrezione per le nostre comunità, le nostre famiglie, i gruppi sinodali, il nostro territorio.

Che il Signore Gesù cambi i nostri cuori e ci conceda la pace.

                                                + Mario Toso

[1]L’astinenza va osservata in tutti e singoli venerdì della Quaresima. Proibisce l’uso delle carni, come pure i cibi e le bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi particolarmente ricercati e costosi. La disciplina del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera. Al digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato.