Consulta diocesana e Sinodo dei Giovani

Intervento di mons. Vescovo ai lavori di apertura della Consulta diocesana dei giovani
12-02-2017
È bello incontrarvi e stare con voi, con la Consulta dei giovani della nostra Diocesi
Siete stati costituiti in Consulta:

  • per iniziare a vivere un PROGETTO entusiasmante, in particolare per preparare il Sinodo dei giovani;
  • ma, prima di tutto, per essere e vivere nella Gioia di un INCONTRO unico – quello con Gesù Cristo, il Signore della vita e della gioia – che trasfigura la nostra esistenza e che «abilita» nel far incontrare Gesù Cristo;
  • per divenire moltiplicatori della gioia di vivere insieme con Lui e con i giovani, ascoltandoli, formando una comunione, una famiglia, un popolo nuovo: divenendo, cioè, sempre più protagonisti della comunità che è la Chiesa e della costruzione di una nuova società.

Dunque, iniziate un cammino. Sarete in cammino, per essere Chiesa giovane che diventa più capace di incontrare e comunicare con i giovani, per aiutarli a realizzare pienamente la loro gioia in Gesù, Uomo Nuovo perché Uomo-Dio.
Alcune precondizioni in vista del futuro Sinodo, di cui sarete informati sulla sua natura, sul suo inizio e sul suo svolgimento:

  1. rinnovare, rivivere il proprio incontro con Gesù, approfondirlo, per essere sempre più suoi, per «dimorare», per «vivere» Lui, la sua passione per Dio e per l’uomo, la sua voglia di cambiare i cuori, le teste e il mondo;
  2. essere in dialogo, in amicizia con i propri compagni, anche con i giovani non credenti, per capire le loro domande, per cogliere i loro desideri più profondi, per aiutarli a trovare risposte che costruiscono la loro gioia di vivere, che si struttura attorno al vivere insieme, con tutti, con e nella comunione-comunità ecclesiale e civile, da costruttori del bene comune, capaci di moltiplicare i pani, di realizzare lo sviluppo integrale e sostenibile di tutti. Con riferimento a questa precondizione sarà necessario sondare, intervistare, parlare con i giovani, facendosi aiutare anche da ricerche e studi già esistenti;
  3.  incominciare a vivere il cammino sinodale pregando, capendo se stessi, la propria identità, entrando sempre più nella grande esperienza dell’essere salvati, redenti, ovvero trasfigurati dall’Amore con la maiuscola, dell’essere salvati come comunità, gioiosa esistenza di dono reciproco e al Padre: la propria vita cresce e matura, e così la propria felicità, nella misura in cui ci doniamo agli altri e a Dio;
  4. entrare nel percorso che sta compiendo oggi la Chiesa per essere e comunicare gioiosamente Gesù, ossia apprestarsi a conoscere il volto della Chiesa che papa Francesco, in continuità con il Concilio Vaticano II, tratteggia nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium; in definitiva, mettersi dentro il cammino della nostra Diocesi, che attualmente è impegnata nella ricezione della suddetta esortazione.

Le precondizioni segnalate, per sé, indicano già alcune tappe del cammino che vi dovrebbe preparare a divenire attori  del prossimo Sinodo, voluto e pensato, sulle orme del Sinodo della Chiesa universale, come Sinodo dei giovani, con i giovani, per i giovani. Ovviamente, come vi sarà spiegato, ciò richiederà di capire cos’è un Sinodo, di programmarlo, di coinvolgersi e di coinvolgere, di celebrarlo, di attuarlo nei suoi orientamenti finali. In definitiva, vi sarà richiesto un di più di impegno, che avrà momenti belli ma anche carichi di sfida, perché richiedenti costanza, metodo di lavoro, capacità di interagire e di collaborare, senza stancarsi. Ma l’obiettivo che ci si ripropone vale tutto lo sforzo necessario, perché dalla buona riuscita del Sinodo dipenderà il futuro della Chiesa e dell’evangelizzazione nel nostro territorio. Sicuramente è Gesù la prima causa e garanzia di una vita gioiosa delle nuove generazioni di giovani, è l’Eucaristia che costruisce la Chiesa e i cristiani, ma non poco dipenderà anche dalle componenti, dai soggetti della Chiesa di oggi, cioè da noi, da voi. Occorrono umiltà e responsabilità.
 
Ulteriori coordinate fondamentali.
Obiettivo complessivo del Sinodo: viverlo, celebrarlo per prendere coscienza di essere e di costruirsi come popolo missionario che annuncia Gesù Cristo, il suo Vangelo a tutti. L’incontro con Gesù, la comunione che accresce l’intimità con l’Inviato dal Padre, ci struttura come missionari, ossia come inviati a nostra volta, non tanto come persone obbligate ad un peso gravoso che sfinisce, bensì come persone che irradiano il loro innamoramento, l’esperienza di un incontro che affascina e riempie il cuore di gioia incontenibile, ossia di una felicità che si comunica e si condivide.
Sotto-obiettivi del Sinodo:

  1. divenire protagonisti nel rinnovamento e nella costruzione della comunità ecclesiale, scegliendo gradualmente il proprio ministero, assumendo responsabilità nella catechesi, nell’esercizio della carità, nella amministrazione dei beni ecclesiastici, nelle varie branchie della pastorale (vocazionale, giovanile, missionaria, culturale, famigliare, sanitaria, scolastica, sociale, massmediatica, ecc.) alla quale corrispondono vari Uffici o Centri della Diocesi;
  2. divenire gradualmente protagonisti e costruttori della società secondo lo spirito del Vangelo, il principio dell’incarnazione, la testimonianza della vita e l’azione. Il credente è chiamato a confessare la sua fede anche nel sociale. La redenzione di Cristo, infatti, ha inevitabilmente una dimensione e un significato sociali. Grazie alla sua incarnazione, che assume tutto l’uomo, Cristo non redime solo la vita interiore e il singolo ma anche le relazioni sociali tra gli uomini e i popoli (cf Evangelii gaudium, n. 178).

Le due vocazioni e missioni – essere costruttori della comunità ecclesiale e della società civile, in senso complessivo – non sono disgiunte. Ognuna ha bisogno dell’altra. Al lato pratico, comportano un minimo di informazione su ciò che è la Chiesa o popolo di Dio, sui suoi ministeri, sulle sue componenti, sulla sua missione (e, quindi, un po’ di cristologia, ecclesiologia, liturgia, sacramentaria); su ciò che è una società, sui suoi obiettivi, sulla sua costruzione secondo i principi, i criteri e gli orientamenti pratici dell’insegnamento sociale, sull’impegno dei giovani come ha ricordato papa Francesco a Firenze e a Cracovia durante la Giornata mondiale della gioventù: non essere persone che stanno alla finestra a guardare e che lasciano decidere tutto agli altri.

  1. Divenire gradualmente abili ed efficaci comunicatori della fede ai giovani, a partire da una vita che è luce e che irradia Cristo. Non basta essere provetti comunicatori, occorre essere esperti della vita cristiana, dell’umano, ossia persone nelle quali la fede si traduce in vita, in opere.

Auguro a tutti di «vedere» Gesù Cristo, di «rimanere» con Lui (cf Gv 1,39), il che implica un «toccarlo», un «ascoltarlo» e un «comunicarlo». Sono tutti verbi che appartengono alla sfera dell’esperienza. Fate, dunque, esperienza di Cristo, della sua bontà, della sua forza d’amare. La migliore motivazione per decidersi a comunicare Gesù è contemplarlo con amore, è sostare ad ascoltare le sue parole. Bisogna che si sappia recuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova.