[ago 14] Omelia – Madonna di Sulo

14-08-2022

Filetto, 14 agosto 2022.

Cari fratelli e sorelle,

l’incontro annuale con la Beata Vergine di Sulo è occasione di rinascita e di rinnovamento morale e spirituale. Nel tempo in cui viviamo abbiamo bisogno di essere ricostruiti interiormente come persone e come popolo di Dio che annuncia e testimonia il suo Signore nel mondo. Ci colpiscono e ci sovrastano eventi superiori alle nostre forze umane che, spesso, sono fragili ed impari rispetto alle sfide. Basta pensare alla crisi che vediamo nella stessa Chiesa, una crisi definita da taluni come un cambiamento epocale. Seppure sia fondata su Gesù Cristo, il vincitore del male e della morte, principio indistruttibile di Vita e di Verità, in essa si percepisce una certa stanchezza, il distanziamento dei giovani e degli adulti da Cristo, l’abdicazione della responsabilità rispetto al proprio compito di evangelizzatori e di educatori alla fede. Ma la Chiesa, oltre ad essere scossa nelle coscienze disorientate dei credenti, è anche turbata dalle molteplici crisi che albergano nella società contemporanea e che si ripercuotono, in un modo o nell’altro, su di essa. La Chiesa, come abbiamo tutti vissuto, è stata investita, specie nella sua pastorale – senza tener conto della perdita di vescovi, presbiteri e di credenti – dalla crisi prodotta dall’epidemia da Covid-19. Tale crisi, che non è ancora finita, si associa alla crisi ecologica di cui ci ha fatto prendere coscienza, in particolare, la Lettera enciclica Laudato sì di papa Francesco. Non possiamo, però, nemmeno dimenticare la crisi provocata dai cambiamenti climatici e la connessa crisi migratoria.

La Chiesa si sente coinvolta nella collaborazione, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, perché la casa comune non venga distrutta dalla cupidigia dei più avidi e dei più potenti, ma possa essere sempre a disposizione per la prosperità delle generazioni presenti e future. Ma non possiamo dimenticare quella crisi che ci ha resi tutti attoniti e sconcertati, rappresentata dall’invasione russa dell’Ucraina. Si tratta di una crisi inaudita, prodotta dalla superbia dell’umanità che non appare ancora avere compreso l’inutilità e la tragicità delle guerre, specie di quelle di aggressione. A fronte di tanta atrocità non si può chiedere a chi è ingiustamente aggredito di rinunciare al diritto di legittima difesa. Non possiamo, però, nemmeno dimenticare la crisi provocata dai cambiamenti climatici e la connessa crisi migratoria. In definitiva, la Chiesa e i battezzati, giovani e adulti, sono sollecitati da più eventi di dimensione globale a leggerli e ad illuminarli con la luce del vangelo. Non ci si può accontentare di sopravvivere, senza un’adeguata risposta. Lo stesso annuncio missionario di Gesù Cristo, autore della «nuova creazione», lo esige con urgenza. Le nostre comunità cristiane, a fronte delle res novae, belle o tragiche, non possono rimanere statiche, senza voce, senza un’azione trasformatrice, di transizione ecologica, di impegno nella preparazione di istituzioni di pace. Sono chiamate a ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra. Per fortuna, viene a facilitare il loro compito odierno di evangelizzazione e di umanizzazione la maturazione rappresentata dal passaggio da un’ecclesiologia di comunioneall’ecclesiologia di missione. Di questo stiamo sempre più prendendo coscienza nel cammino sinodale che abbiamo iniziato a celebrare da alcuni mesi. Secondo tale visione l’annuncio di Gesù Cristo e della sua opera redentrice, rispetto alle molteplici problematiche, come quelle accennate, non è riservato solo ad alcuni delegati, detti per antonomasia «missionari». Tutti nella Chiesa, in quanto battezzati e credenti nel Signore Gesù, sono missionari. Tutti sono chiamati a collaborare nella realizzazione della nuova creazioneche Gesù Cristo ha iniziato con la sua incarnazione. Tutti, sull’esempio della Madonna di Sulo, che ha fatto rinverdire un palo secco, siamo chiamati a far rivivere l’umanità, donando Colui che fa nuove tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra. Come la Madonna ha rigenerato l’umanità donando al mondo Gesù Cristo così noi credenti siamo invitati a far prendere coscienza agli uomini che, con l’incarnazione del Figlio di Dio, è data a loro la possibilità di una rinascita, di un nuovo inizio. Gesù Cristo è l’uomo nuovo che ci redime donando a noi la vita stessa di Dio. Egli è il principio e la fine. È principio di una nuova cultura e il principe della pace. Maria santissima è grande non perché ha fatto discorsi nelle piazze o perché ha protestato contro la dominazione dei romani nel suo Paese. È stata una donna umile, ricca di fede. Ha soprattutto creduto che Dio stesso avrebbe disperso i superbi e rovesciato i potenti dai troni, innalzando gli umili, ricolmando di beni gli affamati. L’opera più grande di Maria è stata quella di aver creduto e di aver donato al mondo il Figlio di Dio. Ciò vale molto di più di qualsiasi altra opera. Avendo donato all’umanità il Figlio di Dio, che è venuto a redimerla e a divinizzarla, ha posto nella storia il principio del riscatto e della libertà vera, di un umanesimo trascendente. Come Maria santissima, che festeggiamo assunta in cielo, ossia partecipe, in corpo ed anima, della stessa gloria del Risorto, impegniamoci, con tutto noi stessi, nel regalare ad ogni persona Gesù Cristo, Colui che salva e rigenera il nostro pensiero e il nostro cuore. Maria santissima, serva del Signore, ha creduto in Dio e ha operato in modo da porre nell’umanità l’origine e l’istituzione più solida della giustizia e della pace. Guardiamo allora con fiducia a Maria. Viviamo concretamente ed incessantemente il suo Magnificat. Viviamo nelle crisi con la sua fede.

                                                + Mario Toso