Messaggio alla Diocesi per la Giornata Mondiale del Malato


La Chiesa a servizio dell’amore per i sofferenti’ è il tema che il Papa ha assegnato alla giornata mondiale del malato. C’è quindi un contesto ampio in cui si esprime l’amore verso i malati dalla famiglia alle strutture pubbliche. In questo contesto la Chiesa ha un suo ruolo prezioso.


Quando il Signore Gesù inviava i suoi discepoli ad evangelizzare diceva loro: ‘Curate gli infermi e dite loro: si avvicina a voi il Regno di Dio’. Questo nella Chiesa non deve mai venir meno, sia nel senso di essere attenta al mondo della sofferenza, sia nell’avere la premura dell’annuncio della salvezza.


L’invito è quello di curare, non di guarire, perché può essere che la guarigione non sia possibile; non per questo deve venir meno la premura di trattare con affetto il malato, soprattutto evitandogli la solitudine. È la Chiesa nel suo insieme ad essere inviata a servizio dell’amore per i sofferenti, investendo quindi certamente il ministero dei presbiteri, ma coinvolgendo anche l’assistenza volontaria dei laici, dei ministri della comunione, dei diaconi e di quanti sono disposti, con le dovute maniere, a visitare i malati nelle loro case o nelle strutture di accoglienza.


È una bella coincidenza che la presentazione del nuovo Hospice di Villa Agnesina a Faenza venga fatta il prossimo 11 febbraio, nella giornata del malato e nella festa della Madonna di Lourdes. È questa una struttura di accoglienza per seguire i malati di tumore che devono essere sollevati dalla sofferenza con le cure che oggi sono possibili. Siamo grati a quanti nella nostra città si sono presi a cuore questa iniziativa, nel rispetto della vita e della persona del malato, che non deve mai essere lasciato solo.


Voglio concludere con le parole del Papa: ‘In questo anno sacerdotale, il mio pensiero si dirige particolarmente a voi, cari sacerdoti, ‘ministri degli infermi’, segno e strumento della compassione di Cristo, che deve giungere ad ogni uomo segnato dalla sofferenza. Vi invito, cari presbiteri, a non risparmiarvi nel dare cura e conforto. Il tempo trascorso accanto a chi è nella prova si rivela fecondo di grazia per tutte le altre dimensioni pastorali. Mi rivolgo infine a voi, cari malati, e vi domando di pregare e di offrire le vostre sofferenze per i sacerdoti, perché possano mantenersi fedeli alla loro vocazione e il loro ministero sia ricco di frutti spirituali, a beneficio di tutta la Chiesa‘.


+ Claudio Stagni, vescovo

04-02-2010