I giorni di vita

Messaggio in occasione delle Festività dei Santi e della Commemorazione dei defunti

Il mese dei morti, novembre, inizia con la festa di tutti i Santi. Nella sensibilità della gente c’è l’attenzione ai morti con la visita al cimitero e il riordino delle tombe. Però unito a questo gesto c’è spesso una preghiera o un ricordo affettuoso, che in ogni caso ci porta con il pensiero all’altra vita. I nostri morti ci aiutano a pensare anche al Paradiso, popolato dai Santi che vogliamo venerare il primo di novembre.
C’è il rischio di pensare a questi misteri in modo astratto, perché non abbiamo le categorie mentali per immaginarne la realtà. Del resto ci ha detto S. Giovanni: ‘Ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è’ (1Gv 3,2).
Il fatto di non poter sapere come saremo, non deve annullare la realtà divina che ci attende; per quanto la pensiamo bella, sarà sempre meglio, più soddisfacente e più felice. Celebrare i Santi è un modo realistico di affermare la nostra fede nella realtà invisibile futura, ed è anche un modo per sostenere il nostro cammino per raggiungere il Paradiso.
Il ricordo dei nostri morti, soprattutto se hanno sofferto prima di morire, conferma quanto ci ha detto la Parola rivelata nella lettera ai Romani: ‘Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi’ (Rm 8,18). L’esperienza del dolore in questa vita, invece di diventare una difficoltà per credere nella beatitudine eterna, ne diventa un riscontro.
Il tentativo di banalizzare anche queste giornate, deve essere contrastato in tutti i modi, non cedendo alla mania asfissiante di trasformare tutto in occasione di mercato. L’impegno con cui i mezzi di comunicazione ci danno per scontate iniziative che non appartengono alla nostra cultura, non ci deve trarre in inganno. Fa bene anche ai nostri bambini una visita al cimitero e una preghiera per i nonni; sapere che siamo destinati, attraverso la morte, ad una vita eterna è il principio della sapienza anche oggi.

29-10-2006