Dialogo ebraico-cristiano: il 14 gennaio lo “Shabbat di tutti”. Iscrizioni entro il 5 gennaio

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È venerdì sera. La calma plana sul mondo: è entrato lo Shabbat, giorno di festa in cui gli ebrei ricordano che Dio cessò l’opera della creazione, nel settimo giorno della settimana. Per accogliere il Sabato abbiamo imbandito una tavola con cibo delizioso, fiori e candele. Siete tutti invitati a cena, in Seminario a Faenza, venerdì 14 gennaio alle 19.30: vi aspettano letture sceniche, cibo, musica e libere conversazioni con ospiti graditi e curiosi. Shabbat è anche un momento per stare assieme alla persona che abbiamo di fianco, a telefoni spenti.

La proposta – tramite LO SHABBAT DI TUTTI – è quella di avvicinare il commensale al significato del giorno di astensione da attività creatrici e distruttrici e a quello del cibo e della sua ritualità nella tradizione ebraica. Si parlerà di osservanza delle regole alimentari, ma anche dello “stare a tavola” come celebrazione di festa, e anche del significato etico del consumo e del divieto di sprecare cibo, radicato nella normativa religiosa.

Le cene si avvalgono di letture teatrali e brani musicali a intervallare una cena che propone un menu tipicamente ebraico. Durante la cena sarà anche possibile dialogare informalmente con alcuni “ospiti d’onore”, ebrei ed esperti di ebraismo che siederanno ai tavoli.

La conduzione della serata è affidata a Miriam Camerini, regista, attrice e studiosa di ebraismo, che fornirà brevi spunti e spiegazioni sui significati dello Shabbat, ai musicisti Bruna Di Virgilio e Rouben Vitali.

Iscrizioni entro il 5 gennaio a dialogofaenza@gmail.com

Lo Shabbat di tutti. Nato nel 2013 all’interno del Festivaletteratura di Mantova da un’idea di Miriam Camerini con lo scopo di offrire una cena dello Shabbat anche ai vari scrittori di religione ebraica presenti, diviene uno spettacolo vero e proprio che da allora ha girato in varie città, giungendo persino a Gerusalemme.

Lo Shabbat è il tempo della festa per la tradizione ebraica, quello della cessazione delle proprie attività per dedicarsi al riposo. Inizia il venerdì sera per terminare la sera seguente ed è il momento identitario massimo per la cultura ebraica, ma anche la rappresentazione di un concetto universale, quello di spezzare il tempo con un giorno di riposo.

Lo Shabbat di tutti è anche una vera cena tradizionale dello Shabbat con la particolarità della vicina ricorrenza di Tu-bishvat, 15 del mese di Shevat, chiamata anche Capodanno degli alberi che sarà il 16-17 gennaio 2022. Come capodanno per la frutta prodotta dall’albero viene considerato il momento d’inizio della formazione di gemme, dopo la pausa invernale. L’uso è quello di mangiare in questo giorno frutta di tipi diversi, in particolare i prodotti dell’albero per cui nella Torà è celebrata la Terra d’Israele: uva, fichi, melograni, olive, datteri; oltre a questi altri frutti menzionati nella Bibbia, come mandorle, pistacchi, noci, agrumi e poi ogni altro tipo di frutto dell’albero.

Questo evento è proposto insieme dagli uffici per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso delle Diocesi di Faenza e di Imola come continuazione di un bel percorso che da anni coinvolge le istituzioni e le scuole della Città di Faenza e presenta alcuni interessanti elementi di novità.

Le proposte infatti hanno le radici nel dialogo iniziato con le Clarisse, continuato dalla Diocesi di Faenza con il sostegno dei Frati di San Francesco e grazie alla preziosa presenza in questi anni di Miriam Camerini e perché il Comune di Faenza ha creduto nella logica di una comunità civile che viene arricchita e “motivata” dalla esperienza religiosa dei suoi diversi componenti, e di una realtà scolastica che mette in gioco sé e i suoi ragazzi per conoscere nel fare.

La novità sta nel fatto che desideriamo ampliare il conoscersi al mero aspetto “teorico” e avvicinare le persone facendole sedere a un tavolo per “mangiare” oltre che il cibo e “fare esperienza” di una tradizione vivente e – forse aspetto che è soprattutto caro a noi cattolici – nella impegnativa scoperta della collaborazione e sinergia allargata con la Diocesi di Imola e l’Istituto Alberghiero.

Dalla mostra dei ricordi di Amalia Fleischer, fra cui gli oggetti della quotidianità, della tavola, della festa del Sabato che potrete visitare presso il convento delle Clarisse accompagnati da alcuni studenti potrete passare, accolti da altri studenti, nel refettorio del Seminario che sarà allestito come una casa ebraica con fiori e candele, la cui accensione dà inizio allo Shabbat. L’atmosfera sarà quella tipica dello stare in famiglia per condividere un forte momento di spiritualità accompagnata dalla leggerezza del canto e delle letture.

Presteremo la massima attenzione alle regole sanitarie che questo tempo di pandemia ci chiede, sperando di avere quest’anno la possibilità di realizzare quanto lo scorso anno abbiamo dovuto rimandare.

Don Mirko Santandrea

Miriam Camerini

Miriam Camerini è nata a Gerusalemme nel 1983. Ha studiato Lettere e Storia del Teatro a Milano, Bibbia e Letteratura rabbinica a Gerusalemme. Regista teatrale, attrice, cantante e studiosa di ebraismo, vive a Milano, da dove si dedica all’allestimento di spettacoli teatrali e musicali, festival e rassegne attorno e all’interno della cultura ebraica in Italia e nel mondo. Collabora regolarmente con Jesus, mensile delle edizioni San Paolo, e saltuariamente con altre testate. Tra i suoi spettacoli: Golem, Un grembo due nazioni molte anime, Il Mare in valigia, Caffè Odessa, Chouchani,Messia e Rivoluzione e Lo Shabbat di tutti, performance – cena dedicata al Sabato ebraico. Il suo ultimo libro Ricette e Precetti (Giuntina, 2019), illustrato da Jean Blanchaert, racconta il rapporto intricato fra cibo e norme religiose ebraiche, cristiane e islamiche.