Arciconfraternita della Beata Vergine delle Grazie: l’assemblea annuale. Confermato rettore don Francesco Cavina

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Sabato 24 settembre si è tenuta l’assemblea annuale della Arciconfraternita della Beata Vergine delle Grazie. L’assemblea è stata preceduta dalla Santa Messa nella cappella maggiore del Seminario. Al suo termine, ai confratelli e alle consorelle sono state consegnate le nuove medaglie con il simbolo dell’Arciconfraternita.

Gli aderenti all’Arciconfraternita sono circa novanta e si impegnano a far conoscere la figura di Maria, madre di Dio e di tutti gli uomini (madre anche di chi non la considera o non l’ama), che anche oggi ci aiuta a camminare verso Gesù. Testimoniano la loro devozione alla Madonna un martedì di ogni mese ritrovandosi alle 18 in Duomo davanti all’immagine della Beata Vergine delle Grazie per celebrare la Santa Messa e recitare il rosario. La Beata Vergine delle Grazie è la patrona di tutta la Diocesi e il culmine della sua devozione si ha con i festeggiamenti in suo onore il sabato precedente la seconda domenica di maggio.

All’inizio dell’assemblea sono stati presentati i nuovi confratelli e le nuove consorelle e don Francesco Cavina è stato confermato rettore per i prossimi tre anni. Si è quindi proceduto con la verifica della situazione economica e con le proposte di iniziative per l’anno corrente e per il 2023. Si è poi presa in esame la situazione dell’oratorio “San Pietro in Vincoli”, sede storica dell’Arciconfraternita. Situato al primo piano di un edificio prospicente piazza XI Febbraio, l’oratorio risulta fatiscente e inagibile. Richiederebbe un primo intervento di consolidamento strutturale dei piani e successivamente, nell’ordine, un restauro della facciata, un rifacimento interno degli intonaci e dell’impianto elettrico, un restauro di tutti i mobili. Il costo complessivo degli eventuali lavori è molto alto e si sta studiando se e come sia il caso di realizzarli.
Ma al di là di questo la vita della Confraternita prosegue con l’intento di affidare a Maria le tante necessità della nostra Chiesa e del nostro mondo.

Flavio Babini