OMELIA per la MESSA di NATALE 2014

25-12-2014
Nel prologo del Vangelo di Giovanni è scritto: “La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”. Il Natale del Signore ci dà l’occasione per renderci conto ancora una volta di quello che ha significato per il mondo l’incarnazione del Figlio di Dio. Uno degli aspetti belli di questo evento è l’aver superato il significato della legge, con il dono della grazia e della verità. In altre parole, se prima la religione si poteva ridurre ad una serie di osservanze secondo la legge, dopo la venuta di Gesù l’uomo religioso è colui che si apre al dono della verità, per adeguarvi la propria vita con l’aiuto di Dio.
Nel nostro tempo abbiamo tanti motivi per apprezzare la verità, che non è quella di chi dice più forte, o che è ripetuta dalla maggioranza, perché una menzogna detta da tanti rimane una menzogna. È questo un argomento delicato, ma non per questo poco importante, perché dalla verità dipendono le nostre scelte e alla fine dipende la nostra vita e quella degli altri. La verità più semplice è quella di riconoscere la realtà delle cose. Un uomo che dice la verità dice pane al pane e vino al vino; oppure uomo all’uomo e donna alla donna. Questo ultimo esempio non è detto a caso, perché sapete come ci sia una ideologia che vuole convincerci che le cose non sono così, ma sono come uno vuole.
La verità che ci salva è quella fondata sulla realtà, compresa la realtà del Figlio di Dio che è nato, è morto ed è risorto, e ci ha rivelato quali sono le verità fondamentali per la nostra vita, come quella di essere tutti fratelli, figli dell’unico Padre che è nei cieli, destinati alla vita eterna.
Il Signore sapeva che la verità è insidiata dall’errore, dalla menzogna e dal fascino delle apparenze, e per questo non ci lascia soli, ma  ci dona anche la forza per abbracciare la verità e per vivere coerentemente con essa. Per questo ci ha donato la sua Parola, nella storia di un popolo da Lui eletto per salvarlo e mandarlo ad annunciare l’amore di Dio in tutto il mondo; ci ha donato i segni della salvezza, i sacramenti, strumenti efficaci della grazia; ci ha donato la Chiesa, la famiglia dei figli di Dio nella quale, insieme a tanti difetti, troviamo però l’insegnamento giusto e l’esempio di tutta la comunità.
Vedete, il Papa da un po’ di tempo mette in evidenza le malattie che ci sono anche nella Chiesa, non certo per dirci che anch’essa è corrotta al punto che non c’è più niente da fare, ma per dirci che la Chiesa è santa al punto che non ha paura di scovare il peccato perché sa di avere la forza per vincerlo. È molto diverso l’atteggiamento di chi accoglie le denunce del Papa per dire: “Vedete, anche loro sono come tutti gli altri”, per cercare così giustificazione nelle deviazioni che non c’è nessuna intenzione di correggere.
Ad una lettura lucida della storia del mondo dopo Cristo, non dovrebbe essere difficile vedere che i principi che hanno la loro origine nella rivelazione cristiana sono quelli che hanno influenzato in modo positivo le culture e le civiltà, non solo nella vita delle persone, ma anche nella pacifica convivenza della società e dei popoli. Si tratta forse di un cammino lungo e lento, ma l’importante è che sia nella direzione giusta.
Qualcuno si stupisce perché nonostante vi siano le leggi che proibiscono e sanzionano i delitti, questi continuano ad aumentare. Non bastano le leggi, senza l’educazione delle coscienze secondo principi e valori radicati nella realtà della creazione e della redenzio-ne; a seguire Cristo non c’è nulla da perdere, mentre tanto si può perdere senza di Lui o contro di Lui.
Celebriamo dunque il Natale per ritrovare il fondamento della speranza, quella vera che Gesù è venuto a portare con il dono della verità e della grazia, quando ci ha fatti tutti suoi fratelli nell’amore del Padre e nella comunione della Chiesa