Intervento all’Assemblea AMI

23-04-2017

L’Associazione Missionaria Internazionale (= AMI), nata circa trent’anni fa a Faenza, annovera tra i suoi Fondatori Mons. Mario Babini e Maria Pia Reggi, scomparsa nel 2014. Associazione privata di fedeli è composta da laiche consacrate (Fraternità Femminile), persone sposate e non sposate (Gruppo Apostolico) e gruppi giovanili (GIMA: Gruppo di Impegno Missionario AMI), uniti da una medesima vocazione missionaria. È prevista anche una Fraternità Maschile di laici consacrati e presbiteri.

L’AMI ha come priorità il servizio alle Chiese locali in cui è inserita e i capisaldi della sua spiritualità sono tre: Accoglienza, Missione, Internazionalità. Tre parole chiave non disgiungibili. Esse vanno lette, interpretate e vissute insieme. Sono chiara espressione di una vocazione cristiana, missionaria e cattolica, ovvero universale e, quindi, anche internazionale. L’amore alla Chiesa locale è costitutivamente aperto all’amore a tutte le Chiese locali. L’AMI, non a caso, è una presenza significativa non solo nella nostra diocesi, ma anche in altre diocesi italiane e soprattutto in India, in Eritrea e in Tanzania. L’AMI è nata, dunque, internazionale, con i primi membri provenienti da tre continenti. La testimonianza di vita fraterna nella diversità di popoli, lingue, culture è segno della comunione ecclesiale ma anche profezia forte per quei paesi che sono lacerati da contrapposizioni di etnia o di casta, di religione o di confessione. L’internazionalità è scuola esigente e quotidiana di dialogo e accoglienza, per arrivare a costruire insieme una famiglia in cui le diversità formino un progetto in cui tutti si possano riconoscere.

Mons. Stagni ebbe a dire, in occasione del XXV anniversario della fondazione, che la presenza dell’AMI è una grazia per la nostra comunità ecclesiale, sia per l’apertura missionaria diffusa nella nostra Chiesa, sia per l’impegno di santificazione dei laici dove il Signore li ha chiamati a vivere e operare. La presenza di membri provenienti da diverse nazioni ha portato la ricchezza della collaborazione internazionale.

Questi cenni circa la costituzione dell’AMI sono stati fatti per sottolinearne la specificità e l’originalità, a partire dall’essere un’Associazione privata di fedeli, che tende a valorizzare la spiritualità laicale, radicata nel Battesimo, alimentata dalla Parola di Dio e dalla Liturgia. Maria Pia Reggi, sostenuta da Mons. Babini, su questo era fortemente determinata. Coltivava, in un certo modo, un’esperienza di vita in continuità con quanto aveva appreso dall’Azione cattolica prima e, poi, dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II: «Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali ordinandole secondo Dio» (L.G., 31).

L’AMI è stata approvata ad experimentum il 2 marzo 1991 da Mons. Francesco Tarcisio Bertozzi e ha ottenuto l’approvazione definitiva dal Vescovo Mons. Claudio Stagni, mio immediato predecessore, nel dicembre 2010. Dopo questa approvazione e dopo l’Assemblea elettiva del 2011 in cui avviene un cambio nella guida delle famiglie – Pia Reggi non è più Presidente e alla Fondatrice subentra Antonietta Zampino – l’AMI entra in un periodo di passaggio dalla fase carismatica ad una fase di istituzionalizzazione. Si tratta di un processo in corso, laborioso, con momenti di fatica e di chiarificazione. Esso ha richiesto impegno di sintesi e di aggiornamento delle Norme, che ha consentito ai membri effettivi – Fraternità Femminile e Gruppo Apostolico – di confrontarsi sul carisma e sull’organizzazione interna dell’AMI. Frutto di questo cammino è il testo spirituale-normativo avente per titolo Fondamenti spirituali e normativi del cammino dell’AMI. Esso sintetizza e aggiorna il documento Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Il cammino dell’AMI, che per 25 anni è stato il testo di riferimento anche normativo. Simultaneamente sono state apportate opportune modifiche allo Statuto dell’AMI.

Modifiche dello Statuto e il testo del Regolamento comune Fondamenti spirituali e normativi del cammino dell’AMI, approvati dall’Assemblea straordinaria dell’AMI in data 1° aprile 2017 sono stati presentati dalla Dott.ssa Maria Antonietta Zampino, Presidente dell’AMI, in data 18 aprile al Cancelliere Mons. Mariano Faccani Pignatelli, il quale li ha esaminati congiuntamente ai responsabili dell’Associazione. Sono stati approvati definitivamente dal vescovo che ha proceduto ad un’ulteriore verifica. Al termine di questo approfondito percorso la mia presenza all’Assemblea odierna mi dà anche l’opportunità di consegnare personalmente l’approvazione ecclesiastica.

Dopo questa parte più formale, desidero rivolgere a tutti voi le mie più vive congratulazioni. La vostra Associazione cresca e fiorisca nello spirito dei Fondatori, testimoniando il Vangelo ai più poveri. Abbiate una particolare cura della formazione permanente dei membri nella fede, ossia nella configurazione a Cristo. Non si può immaginare di far parte di un’Associazione limitandosi ad essere solo iscritti ad essa. È necessario partecipare, prendersi delle responsabilità non solo nominali, portare i pesi, condividere le fatiche dell’organizzazione e del cammino, dedicare tutto il tempo possibile alle opere e alla crescita spirituale. Mettetevi sempre più al servizio dell’animazione e cooperazione missionaria, dell’educazione allo sviluppo integrale, solidale e sostenibile. Servite le Chiese locali. Non potete pensare di crescere senza il radicamento e il servizio nella Chiesa in cui siete inseriti. Se non lo farete verrà il momento che anche la vostra Associazione subirà penuria vocazionale e anemia spirituale. Bene avete fatto, pertanto, ad inserire nello Statuto anche l’obiettivo di formare missionari nelle Chiese locali.

Crescete come corpo compatto. Non temete il rinnovamento. Dev’essere compiuto conservando la tradizione nella sua essenza più autentica. C’è, dunque, bisogno di un duplice lavoro: di interpretazione del passato e del presente. La garanzia di una buona revisione è sempre data dall’essere in costante intimità con l’Inviato dal Padre. Il Signore Gesù è sempre lo stesso, ieri, oggi e domani: «Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre tu regnerai». Guardate in avanti. Prendete il largo. Scommettete sull’evangelizzazione, sulla inculturazione della fede, sul dialogo ecumenico. Siamo alla II Domenica di Pasqua che ci ricorda il dubbio e nello stesso tempo la concretezza di san Tommaso. Come l’apostolo Tommaso, la Chiesa è continuamente invitata da Cristo a toccare le sue piaghe, a riconoscerne cioè la piena umanità assunta da Maria, consegnata alla morte, trasfigurata dalla Risurrezione. Come Tommaso la Chiesa si prostra adorante davanti al Risorto e perennemente esclama: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).

Dio vi benedica!