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Chiesa e Sovvenire
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03-11-2014

GIORNATA PER LE OFFERTE DEI SACERDOTI
 
Domenica 23 novembre è la Giornata per la sensibilizzazione alle offerte per i sacerdoti. Delle due giornate annuali per il Sovvenire è quella più delicata, perché si tratta di fare un sacrificio personale e perché si deve ricordare che con un nostro contributo al mantenimento del Clero possiamo liberare risorse per la carità e per le attività pastorali. Ormai come funziona questo sistema dovrebbe essere chiarito: si tratta di ricordarlo al momento opportuno.
 
La Giornata del 23 novembre è rivolta alle nostre comunità e impegna i referenti parrocchiali. Si tratta di preparare la diffusione del materiale cartaceo, organizzando qualcuno che sia presente ad ogni celebrazione in modo che tutti coloro che arrivano in chiesa quella domenica siano informati. Sarebbe auspicabile anche un rapido richiamo al termine della Messa, fatto con criterio e vivacità. Ma se questo non fosse possibile, almeno si curi la diffusione dei volantini inviati dal Servizio nazionale.
 
A pensarci bene, l’obiettivo di questa giornata “delle offerte” è quello più completo, perché consente di capire che il Sistema del sovvenire è un “tutt’uno”. Le offerte vengono inviate all’Istituto centrale per il sostentamento del Clero, che ha il compito di assicurare una integrazione economica a tutti i sacerdoti in servizio alle diocesi italiane. A questo scopo l’Istituto provvede con cespiti di varia origine e ove questi non bastassero, attinge al fondo dell’Otto per mille. Ma l’Otto per mille ha anche altre finalità, che vengono servite con la disponibilità che rimane. È bene far presente che finora non è mai stato diminuiti l’intervento della carità, perché si preferisce ridurre eventualmente il fondo per le attività pastorali delle diocesi o per l’edilizia di culto.
 
Del resto l’opera della Chiesa non può essere valutata a settori, perché se vengono meno i sacerdoti, viene meno tanta attività di culto, di carità e dei beni culturali. E se viene meno l’attività di culto o l’impegno della catechesi, viene meno anche l’impegno della carità. Sarebbe bello approfondire l’immagine di Chiesa che è legata anche al Sovvenire, perché si comprenderebbe che c’è bisogno anche delle strutture per la vita della comunità; chi insegue una Chiesa tutta spirituale rischia di essere astratto. La Chiesa povera per i poveri che Papa Francesco desidera non è una Chiesa disincarnata, ma libera e vicina alla gente nella concretezza delle esigenze della vita.
 
                                                                              + Claudio Stagni, vescovo delegato per il Sovvenire
                                                                                              dell’Emilia Romagna
 

Messaggio per la Giornata della carità del Papa
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29-06-2014

Domenica 29 giugno 2014 nella solennità dei Santi Pietro e Paolo apostoli, celebreremo la Giornata per la carità del Papa. Ogni fedele è chiamato ad esprimere la sua solidarietà con il Papa nella sua opera di carità verso tutte le Chiese e verso il mondo.

La Giornata non vuole essere un obbligo, ma una opportunità per facilitare la manifestazione di un gesto che vale molto più della somma che ognuno può mettere a disposizione. Sappiamo tutti come il Papa sia spesso sollecitato ad intervenire in situazioni difficili in tante parti del mondo e come sia inevitabile da parte Sua farsi presente non solo assicurando preghiera e interessamento, ma anche dando un segno concreto di carità cristiana. Tutti dovremmo sentire la possibilità di essere solidali con lui come un onore e come una manifestazione di affetto e di comunione ecclesiale. Questa può essere la volta buona per mostrare che, oltre alle espressioni di simpatia e di apprezzamento per l’opera di Papa Francesco, siamo pronti a sostenerlo con la nostra generosità.

Pertanto domenica 29 giugno in tutte le chiese durante le Messe prefestive e festive si dovrà fare la colletta per la Carità del Papa e versarne il ricavato presso la Curia diocesana. Il piccolo sacrificio che si può mettere nel conto per un ‘obolo’ non sarà paragonabile a quello di coloro che aspettano l’aiuto. Inoltre mettere il Papa nella condizione di non dover ridurre i suoi interventi significa anche dare consolazione al suo cuore di padre universale.

La dedicazione dell’altare
Messaggio alla diocesi in occasione della dedicazione dell'altare della Basilica Cattedrale
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27-05-2014

La Dedicazione dell’Altare nella chiesa Cattedrale è un evento che entra nella storia della nostra Chiesa diocesana, per il significato stesso dell’oggetto. Se la Cattedrale è il segno della Chiesa particolare, l’Altare in essa è il segno di Cristo; anzi, il Pontificale dice: l’Altare è Cristo (n.155).

La sera di venerdì 6 giugno alle ore 21, antivigilia di Pentecoste, siamo convocati per dedicare a Dio il nuovo Altare che, insieme all’Ambone a alla Cattedra episcopale, costituisce il centro attorno al quale si riunisce in santa assemblea il Popolo di Dio. Per l’importanza del suo significato era giusto che dopo un lungo tempo di provvisorietà si arrivasse ad una soluzione stabile e dignitosa.
Ara del Sacrificio e Mensa del Pane della vita l’Altare è unico nella chiesa, e per la forma, la materia e gli ornati dice ciò che è. L’Altare, come Cristo, è la pietra angolare su cui è collocata la Chiesa; è la pietra viva che dà la vita offrendo il Pane vivo; la semplice croce incisa su di esso ricorda che lì si celebra il memoriale della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Collegato idealmente all’Ambone, luogo della Parola di Dio, e alla Cattedra, sulla quale il Vescovo è segno visibile della comunione nella Chiesa, l’Altare è dominato dal grande Crocifisso che rievoca il Mistero della nostra salvezza.
Il rito della Dedicazione è particolarmente suggestivo: la pietra di cui è fatto l’Altare viene consacrata con il Crisma, preparato il Giovedì santo; sull’Altare così consacrato si brucia l’incenso, perché il sacrificio di Cristo salga a Dio in odore di soavità. Ma in modo più vero è l’Eucaristia che vi si celebra a dedicare l’Altare, riservandolo ad essere luogo del sacrificio di Cristo e Mensa del suo Corpo e del suo Sangue.
I fedeli sono invitati a partecipare al rito; i presbiteri sono chiamati a concelebrare; tutti sarebbe bello che potessero dire: io c’ero. Questa breve catechesi vuole motivare l’importanza dell”evento.

Sulle elezioni europee
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08-05-2014

Il Consiglio pastorale diocesano nella sua ultima riunione ha riflettuto sulle elezioni europee, sulle quali domina un diffuso silenzio. Nei comuni che hanno le elezioni del sindaco prevale l attenzione ai temi locali, e in genere di Europa non si parla.

Gli argomenti affrontati, anche se non tutti approfonditi, sono stati diversi. Si è osservato che i giovani sono europei di fatto, perché si spostano per viaggi, studio e amici; ma si ha l impressione che vi siano molte forze antieuropeiste.

I Vescovi europei in questa occasione hanno rivolto un messaggio al mondo cattolico (vedi Il Piccolo del 2/05/2014), nel quale affermano che abbiamo troppo da perdere da un eventuale deragliamento del progetto europeo . Hanno poi richiamato alcuni principi della dottrina sociale della chiesa: sussidiarietà, solidarietà, accoglienza dei migranti e alcuni valori: il rispetto della vita umana, della dignità della persona, della famiglia naturale, della custodia del creato, della libertà religiosa. Attorno a questi principi e valori si deve completare il progetto europeo.

Il Consiglio si è soffermato anche su alcuni problemi tuttora esistenti: la mancanza di una politica estera dell Europa e Il rischio serio che corrono i temi etici. Il progetto europeo non deve essere abbandonato sotto le attuali costrizioni , purtroppo già note.

L unità europea è un fatto che ci ha dato 60 anni di pace. Si devono difendere i valori dei fondatori, e noi dobbiamo denunciare le cose che non si possono condividere.

L Evangelii gaudium ci ricorda che diventare un popolo è un lavoro lento e arduo (n.229), ma che lo possiamo fare seguendo il Vangelo. È possibile fare ripartire la ricostruzione dell Europa scoprendo la realtà dell uomo secondo Cristo.

Si è pure detto che gli Italiani non devono aver paura della propria dignità, nel sostenere in Europa i valori della propria storia.

Il Consiglio pastorale esprime un forte invito ad andare a votare, per dare un segno di attenzione al progetto europeo. Un assenteismo accentuato farebbe il gioco degli antieuropeisti. Naturalmente è necessario formarsi una coscienza informata sui programmi dei partiti e sugli orientamenti dei candidati, visto che sono ammesse le preferenze, per poter votare a ragione veduta. In futuro il parlamento europeo avrà sempre più importanza, ed è necessario che sia composto di rappresentanti del popolo all altezza del loro compito.

Messaggio per la Giornata Nazionale del Sovvenire
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04-05-2014

Domenica 4 maggio è l’occasione per la sensibilizzazione dei fedeli alla firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica. La concomitanza di altre attenzioni ecclesiali, non deve mettere il panico. Per quanto riguarda l’otto per mille basta organizzare una saggia diffusione del materiale cartaceo e si fa già un’opera significativa: si dimostra una attenzione motivata all’iniziativa e si viene incontro ad un diritto che i fedeli hanno di conoscere una cosa che li riguarda.

Dopo trent’anni dalla revisione del Concordato, non si deve dare per scontato che tutto sia conosciuto e acquisito: anzi. L’informazione sulla firma per l’otto per mille, che, si dice, non costa niente e rende molto, si diffonde mediante gli spot della televisione.

L’intervento presso le comunità cristiane, all’interno dell’assemblea domenicale, ha la pretesa di aiutare a cogliere il valore ecclesiale del gesto della firma. Non si tratta solo di avere le firme per le relative somme da attribuirsi alla Chiesa italiana, ma si tratta di capire che con quel gesto si destinano risorse dei contribuenti per il culto e la vita pastorale, per la carità e per il sostentamento dei sacerdoti. È il modo attuale ‘per sovvenire alle necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze’.

Da notare in particolare che per la finalità caritativa si cerca ogni anno di accrescere la disponibilità sia per l’Italia, sia per il terzo mondo, mentre per il sostentamento del clero è già da qualche anno che non c’è alcun aumento.

In un tempo in cui la partecipazione democratica è in crisi su molti fronti, è importante far capire che quando invece si tratta di temi che stanno a cuore alla gente la partecipazione c’è; il  ‘simil-referendum’ che ogni anno viene proposto con l’otto per mille, è importante che abbia molti firmatari, perché in questo modo si fa capire che si gradisce essere interpellati sulle finalità religiose dell’otto per mille. E a questo riguardo bisogna che lo Stato sia leale nel non diffondere finalità diverse, relative alle firme che gli arrivano da parte di chi non vuol firmare per nessuna religione.

I Referenti parrocchiali per il Sovvenire, se sapranno cogliere l’occasione della prossima Giornata di sensibilizzazione per una buona diffusione di informazione, faranno un’opera ecclesiale, civile e democratica, con molte ricadute positive .

Pasqua tutti i giorni
Messaggio per la Pasqua 2014
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12-04-2014

È risorto. Questa è la notizia che ogni anno a Pasqua ci viene rinnovata. È però una notizia che conosciamo già; sì, ma non è questione di memoria, ma di vita: come questa notizia ci sta cambiando?

Ogni anno, ogni settimana, ogni giorno abbiamo bisogno di sapere che se Cristo è risorto, tutto è diverso.

Se Cristo ha vinto la morte, ciò che viviamo ogni giorno ha un senso nuovo; se facciamo del bene, questo ha un valore che entra con noi nell’eternità; se facciamo del male, non dobbiamo disperare, perché Cristo è morto e risorto per ottenerci il perdono e farci rialzare.

Può essere che guardando a ciò che succede nel mondo, ci accorgiamo che c’è ancora molto da fare; è pure facile che attribuiamo al Signore una qualche responsabilità in questa situazione.

Dovremmo invece riflettere se stiamo facendo la nostra parte, sia personalmente, sia nell’ambito della nostra comunità, sia nell’avere presente tutto il mondo. Infatti ormai abbiamo capito che quello che succede in una qualsiasi parte del mondo, prima o poi ci raggiunge con i suoi effetti, buoni o cattivi che siano.

Noi sappiamo che il Signore Gesù è risorto e vivo, e sta cercando di coinvolgere gli uomini che lo ascoltano per rinnovare questo mondo. La Pasqua rafforza il nostro impegno, perché lo inserisce nella grazia del Signore, e ci conforta nella speranza che il Signore della storia non ci abbandona.

Buona Pasqua, nella vita nuova del Signore Gesù.
    + Claudio Stagni, vescovo

Una firma che non costa
Messaggio in occasione della Giornata Nazionale per la firma all'otto per mille
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08-04-2014

Domenica 4 maggio è l’occasione per la sensibilizzazione dei fedeli alla firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica. La concomitanza di altre attenzioni ecclesiali, non deve mettere il panico. Per quanto riguarda l’otto per mille basta organizzare una saggia diffusione del materiale cartaceo e si fa già un’opera significativa: si dimostra una attenzione motivata all’iniziativa e si viene incontro ad un diritto che i fedeli hanno di conoscere una cosa che li riguarda.

Dopo trent’anni dalla revisione del Concordato, non si deve dare per scontato che tutto sia conosciuto e acquisito: anzi. L’informazione sulla firma per l’otto per mille, che, si dice, non costa niente e rende molto, si diffonde mediante gli spot della televisione.

L’intervento presso le comunità cristiane, all’interno dell’assemblea domenicale, ha la pretesa di aiutare a cogliere il valore ecclesiale del gesto della firma. Non si tratta solo di avere le firme per le relative somme da attribuirsi alla Chiesa italiana, ma si tratta di capire che con quel gesto si destinano risorse dei contribuenti per il culto e la vita pastorale, per la carità e per il sostentamento dei sacerdoti. È il modo attuale ‘per sovvenire alle necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze’.

Da notare in particolare che per la finalità caritativa si cerca ogni anno di accrescere la disponibilità sia per l’Italia, sia per il terzo mondo, mentre per il sostentamento del clero è già da qualche anno che non c’è alcun aumento.

In un tempo in cui la partecipazione democratica è in crisi su molti fronti, è importante far capire che quando invece si tratta di temi che stanno a cuore alla gente la partecipazione c’è; il  ‘simil-referendum’ che ogni anno viene proposto con l’otto per mille, è importante che abbia molti firmatari, perché in questo modo si fa capire che si gradisce essere interpellati sulle finalità religiose dell’otto per mille. E a questo riguardo bisogna che lo Stato sia leale nel non diffondere finalità diverse, relative alle firme che gli arrivano da parte di chi non vuol firmare per nessuna religione.

I Referenti parrocchiali per il Sovvenire, se sapranno cogliere l’occasione della prossima Giornata di sensibilizzazione per una buona diffusione di informazione, faranno un’opera ecclesiale, civile e democratica, con molte ricadute positive .

 

+ Claudio Stagni, vescovo Delegato per il Sovvenire Emilia-Romagna

 

Perchè andare a Cipro?
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21-06-2014

Dal 9 al 16 settembre 2014 la nostra Diocesi farà un pellegrinaggio a Cipro, una meta abbastanza inconsueta. Se qualcuno chiede perché andare a Cipro ha ragione, ed è giusto dargli qualche risposta.

Cipro è stato uno dei territori raggiunti dalla diaspora dei primi cristiani dopo la persecuzione ‘di S.Stefano’ (cfr Atti 11,19) e quindi è stato evangelizzato fin dalla prima generazione cristiana. Possiamo dire che è stato uno dei primi territori di missione per la Chiesa. A Cipro Saulo cominciò ad essere chiamato Paolo; e qui Paolo cominciò a rivolgersi anche ai pagani. E fu da Cipro che S. Paolo, lasciata Antiochia, iniziò il suo primo viaggio missionario.

Oggi, pur essendo una Repubblica autonoma è un territorio diviso in due tra la parte greca e quella turca al nord. Nicosia è una città divisa in due da un muro, che riproduce in modo simile la situazione di Gerusalemme. È curioso come ancora oggi questi territori abbiano in comune una situazione di sofferenza. Nel 1291 quando in Terra santa arrivarono i Musulmani, i Francescani dovettero rifugiarsi a Cipro, dove ancora oggi le quattro parrocchie cattoliche dell’isola appartengono alla Custodia dei Frati Francescani della Terra santa.

La nostra Diocesi ha qualche legame con Cipro. Barnaba ‘un levita originario di Cipro’ (Atti 4,36) fu quello che vendette il suo campo e portò il ricavato agli apostoli; poi accreditò Saulo presso gli apostoli quando questi andò a Gerusalemme dopo la sua conversione (9,27). Barnaba fu poi inviato ad Antiochia dove la fede si stava diffondendo e fu lui ad andare a Tarso a cercare Saulo per condurlo ad Antiochia, dove per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani (11,22-26). Questo dice l’importanza di Barnaba. A questo ‘apostolo’ è dedicata una parrocchia vicino a Faenza, e soprattutto è dedicato l’eremo di Gamogna, che fu ricostruito da S. Pier Damiani.

Un altro piccolo legame più recente. Quando nel 1973 la Santa Sede con Paolo VI volle avviare le relazioni diplomatiche con quella repubblica in un momento delicato della sua storia, affidò la Deputazione per Cipro all’Arcivescovo Mons. Pio Laghi mentre era Delegato apostolico a Gerusalemme.

Il Papa Benedetto XVI andò a Cipro il 4 giugno 2010; il giorno prima era stato assassinato in Turchia il vescovo Luigi Padovese. Nell’intervista fatta al Papa sull’aereo egli disse che il viaggio a Cipro continuava quello in Terra santa l’anno precedente e quello fatto a Malta. Anche Cipro richiama il tema di S. Paolo e di S. Barnaba, che ha aperto la porta per la missione di S. Paolo. Il Papa andava anche per portare alle Chiese dell’oriente il documento di preparazione del Sinodo, che si sarebbe poi tenuto a Roma.

Tenendo nel cuore tutti questi riferimenti, anche il pellegrinaggio a Cipro potrà essere una bella occasione per crescere nella fede cristiana e nella conoscenza della sua storia.

                                                                                          + Claudio Stagni, vescovo

Messaggio alla diocesi per la creazione del Cardinale Gualtiero Bassetti
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13-01-2014

La Diocesi di Faenza-Modigliana è particolarmente felice della nomina a Cardinale dellArcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, nato a Popolano di Marradi nel 1942.

Ancora bambino seguì la famiglia quando il padre, dopo la guerra, si trasferì a Fantino (nellArcidiocesi di Firenze) in cerca di lavoro. Il parroco di allora gli fece scuola in canonica per prepararlo allesame delle medie da privato; in seguito entrò nel seminario di Firenze e fu ordinato presbitero del clero di Firenze.

Recentemente lArcivescovo Gualtiero è venuto a Modigliana per partecipare alla celebrazione della ricorrenza del 60° di Ordinazione presbiterale del cugino Mons. Giuseppe Bassetti, parroco emerito di S. Stefano. Ma lArcivescovo ha conservato un qualche rapporto con la sua terra dorigine, perché di quando in quando torna ancora a Popolano per ricordare i suoi morti.

Ricordare le origini familiari non deve sembrare il tentativo di appropriarsi di unappartenenza che giustamente è del presbiterio di Firenze, ma vuole ricordare il contesto dove la famiglia Bassetti è cresciuta nella fede cristiana e nellamore alla Chiesa. Se il parroco di Fantino vide in quel fanciullo le premesse per una vocazione presbiterale, qualcosa di significativo doveva già essere manifesto. Oggi la nomina a Cardinale getta una luce su tutta la storia dellArcivescovo Gualtiero, ed è giusto che da parte nostra ricordiamo le sue radici.

Oltre ai meriti personali del candidato, nominato di recente membro della Congregazione dei vescovi, credo che sia lecito pensare ad una particolare attenzione di Papa Francesco alla terra di San Francesco dAssisi. Come per altre nomine si ritiene che il Papa abbia voluto fare un gesto di particolare vicinanza a quelle popolazioni e a quelle regioni, così è bello pensare che il Papa abbia voluto guardare con predilezione anche allUmbria, terra di Santi e soprattutto di S. Francesco.

La nostra Chiesa diocesana si sente ora particolarmente impegnata a seguire nella preghiera lattività del nuovo Cardinale, che ha motivo di attendersi lappoggio di tutti coloro che lo conoscono e gli vogliono bene, mentre speriamo che possa trovare loccasione per una visita nella terra dei suoi padri.

                          + Claudio Stagni, vescovo

Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pace 2014
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27-12-2013

Il primo messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace, offre la riflessione su un dato di fatto, più che su una idea. Infatti la fraternità di cui si parla, non è un vago volersi bene generalizzato, ma una qualità della persona umana, che è un essere relazionale.

 ‘Occorre subito ricordare, afferma il Papa, che la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore’.

Questa considerazione pone il fondamento della fraternità non su visioni antropologiche soggettive, ma su una realtà oggettiva. Si parte dal luogo naturale in cui si impara ad essere fratelli, cioè la famiglia, e si mette in evidenza che questa possibilità viene data a tutti.

Nello stesso tempo il Papa ricupera il concetto di fraternità come figli dello stesso padre, ricordando che c’è un Padre di tutti: ‘In pari tempo appare chiaro che anche le etiche contemporanee risultano incapaci di produrre vincoli autentici di fraternità, poiché una fraternità priva del riferimento ad un Padre comune, quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere. Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una paternità trascendente’. Siamo fratelli, cioè tutti figli di Dio.

La via della pace tuttavia si compone di vari percorsi che il Papa approfondisce, nei quali la fraternità si manifesta: la solidarietà di fronte alle esigenze fondamentali della vita, la sconfitta della povertà, la riscoperta di una economia nuova, l’eliminazione di tutte le guerre, il superamento della criminalità organizzata, la custodia del creato.

I cristiani, che vivono la fraternità nella comunione con il Signore Gesù, possono contagiare di questo atteggiamento tutti gli uomini, diventando un fermento per l’intera umanità.

                                                                       + Claudio Stagni, vescovo