EDITTO per l’APERTURA del PROCESSO di BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE di PADRE DOMENICO GALLUZZI

Il magistero della Chiesa riguardo i presbiteri, confermato anche dagli insegnamenti di Benedetto XVI nel corso dell Anno Sacerdotale 2009-2010, afferma la configurazione del presbitero a Cristo, con Lui mediatore tra Dio e gli uomini e tra gli uomini e Dio.

La dottrina della Chiesa considera validi i sacramenti indipendentemente dalla santità del ministro, che può peccare e sbagliare; ma ciò nulla toglie alla necessaria, anzi indispensabile tensione verso la santità che deve abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale (Benedetto XVI, 16/03/2009 alla Plenaria della Congregazione per il Clero).

È in tale contesto che si colloca la luminosa testimonianza di P. DOMENICO GALLUZZI O. P. (1906-1992), al secolo Giovanni Galluzzi, sacerdote professo nell Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani). Da San Domenico attinse la convinzione di essere stato chiamato, grazie all Ordinazione sacerdotale, a partecipare ad una vita nuova , inaugurata da Cristo e dagli Apostoli, che esprime nella sintesi santificarsi per santificare , cioè corrispondere con totalità di amore al dono di santità ricevuto dal Signore Gesù, perché Egli renda efficace il ministero sacerdotale come dono di santificazione per il Popolo di Dio. Qui è tutta la vita, la missione e l attualità di P. Domenico, in una continuità serena, gioiosa e generosa, mai smentita dall entrata nell Ordine domenicano fino alla morte. 

Santificarsi: per P. Domenico significa annunciare la Parola di Dio dopo averla interiorizzata; immedesimarsi nella Celebrazione Eucaristica; prepararsi al Sacramento della Riconciliazione per favorire l incontro con Dio della persona che lo riceve; vivere con entusiasmo la propria conversione quotidiana alle virtù di Cristo. Nella dedizione amorosa al ministero egli trova davvero la radice della propria santificazione.

Santificare: per P. Domenico significa mettere i fedeli in contatto con Dio grazie alla parola e alla testimonianza di vita; far scoprire la verità e la bellezza dell amore di Dio per ogni persona e la sua inabitazione nell anima.

Dal suo ministero traboccano frutti di santità: in primo luogo la formazione di sacerdoti domenicani (dal 1938 è maestro degli studenti e poi dei novizi fino al 1947) che hanno onorato l Ordine con i talenti umani e la vita religiosa coerente. Fu pure la guida spirituale per i sacerdoti diocesani, carisma particolarmente apprezzato al suo arrivo a Faenza (ottobre 1948) dall allora Vescovo Mons. Giuseppe Battaglia, che l anno dopo lo nominò confessore nel Seminario.

A Faenza P. Domenico diventa ben presto punto di riferimento per i sacerdoti, i religiosi e le religiose della regione, donando consapevolezza e fiducia nella vocazione, come pure per i laici, aiutandoli a scoprire il senso della vita anche nella sofferenza, la vocazione personale, le vie dell impegno cristiano individuale e sociale. La sua carità sacerdotale si effonde su piccoli e grandi. Egli considera la persona che incontra nella totalità della sua realtà umana.

Tutto avviene nell ordinario di un servizio sempre disponibile, che passa quasi inosservato, una presenza senza clamore che viene spesso segnalata dal passaparola ammirato di chi l ha conosciuto e parla di lui come di un santo .

Dal 1948, con l approvazione dei superiori, P. Domenico comincia a impegnarsi per la fondazione dell Ara Crucis, monastero domenicano di vita contemplativa claustrale. A questa fondazione provvidenzialmente poté dedicare una prolungata cura formativa fino alla morte, cercando di trasmettere il volto materno del suo ideale, la santità, approfondita in una vita dedicata a Cristo Sacerdote, e particolarmente alla Parola di Dio e all Eucaristia, con il cuore di Maria. La vita delle monache, grazie alla preghiera d intercessione, vuole ravvivare, e se necessario riaccendere, il desiderio di santità nei sacerdoti e, di conseguenza, nel Popolo di Dio. L Ara Crucis tuttora richiama la figura di P. Domenico che per 44 anni è stato a Faenza una manifestazione della bontà misericordiosa di Dio con la paternità spirituale, la direzione interiore, il dono di consigli sapienti e l esemplarità trascinatrice della vita sacerdotale; richiama anche l irradiazione del suo amore soprattutto per l Eucaristia e per Maria.

 

La morte di P. Domenico, il 13 gennaio 1992, suscita una vasta eco. Tantissimi accorrono alle esequie, celebrate all Ara Crucis e nella Chiesa di San Domenico. Evidente la fama di santità e di grazie, confermata, tre anni dopo, in occasione della traslazione della salma dal cimitero di Faenza all Ara Crucis.

Tale fama, viva e intensa tuttora a 18 anni dalla morte, ha sollecitato il monastero Ara Crucis a costituirsi attore della Causa di Beatificazione di P.Domenico Galluzzi O. P., ai sensi dell art. 10 § 1 dell Istruzione Sanctorum Mater, con un atto approvato in data 9 giugno 2009 insieme all atto di nomina del Postulatore della Causa nella persona di P. Vito T. Gómez García, Postulatore generale dell Ordine dei Frati Predicatori.

Egli, il 18 aprile 2010, ha firmato il Supplex libellus con il quale chiede l apertura dell Inchiesta Diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e i segni del menzionato Servo di Dio.  

In seguito, avendo ottenuto il consenso all introduzione della Causa dai Vescovi della Conferenza Episcopale dell Emilia Romagna nella sessione del 29 marzo 2010, è stato chiesto alla Congregazione delle Cause dei Santi debita autorizzazione e con lettera della medesima Congregazione, prot. n. 2952 1/10 del 20 agosto 2010 è giunto il Nulla Osta della Sede Apostolica.            Pertanto in data odierna abbiamo provveduto a Costituire gli Officiali per l Inchiesta Diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Domenico Galluzzi, Sacerdote Professo nell Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani)  affinché indaghino sulla vita, virtù, fama di santità e miracoli  dello stesso servo di Dio.

 La sessione di Apertura dell Inchiesta avrà luogo sabato 30 ottobre 2010 alle ore 15,30 nella cappella del Monastero Ara Crucis a Faenza.

È  perciò fatto obbligo a tutti coloro che fossero a conoscenza di fatti o circostanze riguardanti la vita o la morte del Servo di Dio, di informarne Noi o il Tribunale Delegato; e a tutti coloro che fossero in possesso di qualsiasi scritto, manoscritto o stampato, in originale o in copia autentica, a Lui comunque attribuito e che già non fosse stato consegnato alla Postulazione della Causa, di rimetterlo a Noi o al Tribunale Delegato, affinché possa essere utilizzato nello svolgimento del processo canonico. 

Stabiliamo, infine, che il presente Editto rimanga affisso per la durata di due mesi alle porte della Basilica cattedrale di Faenza-Modigliana, nonché della Curia diocesana di Faenza-Modigliana e che venga pubblicato sul settimanale diocesano Il Piccolo .

29-10-2010